Su Webber incombe l’ombra di Raikkonen?
Kimi Raikkonen di nuovo in F1. Più che di una voce di mercato si tratta di una concreta possibilità; il pilota finlandese l’anno prossimo potrebbe correre con la Red Bull prendendo il posto di Mark Webber che non ne azzecca una ultimamente, oltre ad essere in scadenza di contratto a fine 2010.
Raikkonen è impegnato quest’anno nel Mondiale Rally con il secondo team della Citroen ed è sponsorizzato proprio dalla nota bevanda energetica. Kimi, campionde del mondo con la Ferrari nel 2007 e vincitore di 18 gran premi ha lasciato la F1 al termine del 2009, si presume con l’amaro in bocca dato che a conti fatti la Ferrari ha semplicemente puntato su un altro pilota, Alonso, grande leader e più uomo squadra, caratteristiche importanti che difettano al pur velocissimo finlandese.
Facendo 2 + 2 viene da chiedersi se non possano essere queste voci una delle cause delle insufficienti prestazioni di Mark Webber in queste prime due corse del 2010. L’australiano ha collezionato soltanto un 8° e un 9° posto nonostante guidi la vettura più veloce del lotto.
Mentre in Bahrein Webber è apparso soltanto lento, anzi piantato vista la velocità del compagno Vettel, in Australia l’australiano ha fatto peggio; nervoso, ha vanificato una bella prima fila conquistata sabato con una gara disastrosa dove ha alternato giri veloci a incredibili errori, chiedere a Hamilton tamponato ben due volte.
Può darsi che Mark si senta tra l’incudine e il martello, da un lato c’è Vettel, compagno di squadra decisamente più in forma per non dire più bravo, dall’altro lato c’è un Raikkonen pronto a soffiargli il posto nel 2011. Siamo nel campo delle ipotesi ma stesse così la situazione la Red Bull farebbe bene a motivare Webber dandogli fiducia. La scuderia austriaca in lotta per il mondiale e già in ritardo nelle classifiche non può permettersi di correre con un pilota demotivato o in crisi in un mondiale così livellato.
La domanda che sorge spontanea allora è…per i “bibitari” meglio un Webber oggi o un Raikkonen domani? Ai posteri, anzi ai gran capi Red Bull l’ardua sentenza…