La Ferrari corre ai ripari: il punto debole è la trazione
Il team principal della Ferrari non ha nascosto l’amarezza per i quarantacinque secondi di distacco patiti a Barcellona nei confronti della Mercedes. Due però le note positive: gli aggiornamenti hanno funzionato e i tecnici hanno capito l’origine dei problemi.
Non c’è niente di più difficile che tirare le somme dopo una gara con luci ed ombre come quella di Barcellona. Salvare il terzo posto, quinto podio stagionale, o concentrarsi su quel distacco dalla Mercedes cresciuto a dismisura?
Maurizio Arrivabene, da condottiero ambizioso qual è, ha ben pochi dubbi sulla lettura da dare al Gp di Spagna: “Siamo onesti, non è stata una buona gara. Serve un grande bagno di umiltà. Fa piacere andare sempre sul podio, ma a me interessa soprattutto il distacco dai primi, perché il nostro obiettivo è vincere tre gare e dobbiamo farci trovare pronti”.
Ferrari, quindi, bocciata e poco conta il fatto che la Rossa si sia abbonata al podio. Troppi da digerire quei quaranticinque secondi di differenza sul traguardo tra Nico Rosberg e Sebastian Vettel. Lo stesso pilota tedesco ha provato a tirare un po’ su il morale delle truppe: “Resto fiducioso della strada intrapresa, presto torneremo più vicini alla Mercedes. Questo tracciato ci ha sfavorito”.
La Ferrari, anche in una gara interlocutoria e sottotono, ha potuto comunque raccogliere importanti informazioni e dati per il futuro. Lo stesso Arrivabene ha ammesso che qualcosa non è andata per il verso giusto:
“Non è il caso di puntare il dito sull’aerodinamica, sul motore ecc…Se abbiamo commesso qualche errore vi prometto che saremo in grado di correre subito ai ripari, c’è soltanto da lavorare. La colpa non è di nessuno, al massimo è mia, visto che sono io il responsabile. Il nuovo pacchetto di aggiornamenti in ogni caso ha funzionato, basta vedere il distacco tra Sebastian e Kimi. I numeri ci dicono che le nuove soluzioni sono okay, ma la realtà mostra che non funzionano abbastanza. Un passo avanti lo abbiamo fatto, ma volevamo fare un salto. Non siamo ciechi e abbiamo visto che solo nel terzo settore, dove conta la trazione, perdevamo circa mezzo secondo. Dobbiamo capire se questo dipende dalla natura della pista o da qualche errore che abbiamo commesso noi”.
SVILUPPI OK Per prima cosa bisogna fugare il campo da ogni dubbio: la Rossa non ha cannato gli sviluppi. Quello che era il vero terrore di molti appassionati, visto il recente passato, non si è verificato. La versione “Evo” della veste aerodinamica della SF15-T si è ben comportata, anche se non è servita a dare l’assalto alle imprendibili Mercedes. La nota positiva è che il reparto corse lavora bene, e i problemi con la galleria del vento sono ormai alle spalle. Il CFD (ovvero la simulazione virtuale al computer), la galleria del vento finalmente rivista e il nuovo simulatore di Maranello interagiscono alla perfezione tra loro, senza creare più quelle discrasie “fatali” in passato. Il problema della Ferrari al Montmelò va cercato altrove, sotto la parola “aderenza meccanica”.
TRAZIONE Entrambi i piloti si sono lamentati a Barcellona della pista troppo scivolosa, e lo stesso Arrivabene ha parlato di problemi di trazione, aggiungendo anche un “Dobbiamo lavorare sodo altrimenti in Canada avremo problemi seri“, questo perché Montreal è un circuito on/off tutto acceleratore e brusche frenate, dove più che il carico conta avere una grande trazione meccanica in uscita curva. La SF15-T è una vettura che lavora bene con l’avantreno (finalmente!), gentile con le mescole e dotata di ottima efficienza (ovvero il rapporto tra carico generato e resistenza). Insomma una vettura veloce e stabile, con un tallone d’Achille: la trazione quando la pista non è gommata.
IL CALDO NON BASTA Molti di noi erano stati tratti in inganno dalla vittoria in Malesia, pensando che il gran caldo favorisse “sic et simpliciter” una Rossa capace di trattare le Pirelli con i guanti di velluto. Ma quegli stessi guanti possono rivelarsi una lama a doppio taglio se, quando l’asfalto è sporco, non riescono a far lavorare bene le Pirelli più dure. I fattori per vincere, insomma, sono ben più complessi e la Ferrari deve ottimizzare la resa delle sospensioni posteriori, ben congegnate e certamente delicate con gli pneumatici, ma incapaci per ora di incidere meccanicamente quando la pista richiede di usare le gomme in modo più prepotente.
FIDUCIA Da Maranello trapela in ogni caso fiducia, perchè l’aver prontamente individuato la causa di tanta sofferenza in terra iberica è già un buon segno. Ora la palla passa al “gruppo Allison” che dovrà risolvere una difficile equazione iniziando già dalla due giorni di test infrasettimanale, ovvero trovare aderenza meccanica senza compromettere il bilanciamento generale e il degrado degli pneumatici. Insomma la Ferrari è potente (molto) e veloce, gli manca solo un po’ di sana e brutale “cattiveria” nel mettere giù i cavalli quando la pista non è un “binario”. Ma le piste sporche esistono, e la Rossa non potrà più permettersi di giocare allo scivolo…