La crisi di Rosberg passa per la superiorità di Hamilton
La polemica divampata dopo il Gp di Cina dimostra che Nico sta perdendo la calma di fronte alla supremazia del campione del mondo
Il potere logora chi non ce l’ha. Lo diceva Giulio Andreotti teorizzando in poche, ma incisive, battute un concetto da estendere a tutti i settori della vita. Ed è un principio da cui a maggior ragione non si scappa neppure in Formula 1. A dimostrarlo in modo tanto evidente quanto lapidario sono proprio i due protagonisti assoluti del duello-clou degli ultimi due anni, ovvero Lewis Hamilton e Nico Rosberg. C’è un atteggiamento comportamentale, su tutti, che testimonia quanto sia vera l’affermazione andreottiana: il nervosismo.
Quel mix di rabbia, delusione, ansia ed inquietudine che, attualmente, sta vivendo Rosberg nei confronti di un compagno di squadra lanciatissimo, in testa alla classifica, che non sbaglia un colpo e che sistematicamente lo batte in velocità assoluta e costanza di rendimento. La polemica innescata dal tedesco al termine del Gp di Cina sul presunto, volontario rallentamento del campione inglese al fine di danneggiarlo a vantaggio di Vettel non lascia adito a dubbi: sono chiari segnali di debolezza.
Nico, infatti, ha capito che quest’anno Hamilton è più forte che mai, ha una solidità mentale e sicurezza nei propri mezzi che gli fa esprimere il meglio di se stesso in pista senza lasciargli scampo. In sostanza, ha in mano il potere della situazione e ciò logora Rosberg, che quindi adesso cerca di destabilizzarlo sul piano psicologico per rifarsi sotto. Una tattica simile a quella usata da Prost contro Senna quando Alain si era reso conto che Ayrton gli aveva sottratto molto potere in squadra e in pista, anche perché era più brillante.
Tornando ad oggi, questo finora osservato è uno scenario opposto a quello del 2014 in seno alla Mercedes quando, invece, è stato Hamilton a masticare amaro per più di metà campionato, prima del rush finale vincente. Allora era lui, difatti, a manifestare nervosismo e instabilità, esplosi dopo il tamponamento tra i due al Gp del Belgio mentre il tedesco si godeva il primato in campionato.
Fino a quell’episodio, come si ricorderà, Rosberg giocava al gatto con il topo (proprio come fa adesso Lewis) approfittando del suo momento difficile, ma poi la forte personalità dell’inglese è venuta fuori con caparbietà. Ha vinto la sfida ed è divenuto il caterpillar di adesso, essendosi liberato dello spettro della sconfitta. Sono corsi e ricorsi della storia a conferma, inoltre, che ad ogni livello di competizione in F1 il primo nemico è sempre il compagno di squadra. E sarà sempre così.
Rosberg lo sa bene e per questo sta iniziando a perdere lucidità mentale e velocità sui circuiti di fronte allo strapotere della Mercedes numero 1. Del resto, che Hamilton quest’anno sia per adesso fuori dalla portata di Nico lo dicono anche i numeri. Nel 2014 dopo tre gare il due volte campione del mondo aveva 50 punti contro i 61 di Rosberg mentre quest’anno le forze in campo si sono ribaltate: 68 contro 51 a vantaggio di Hamilton, con in più la variante Ferrari-Vettel ad infastidire i due.
Con un Hamilton così in palla, molto difficilmente la sua superiorità potrà essere messa in discussione dal vicino di stanza nel prosieguo del mondiale.