Alonso al veleno sulla Ferrari, ma tanto livore cui prodest?

Il pilota McLaren non perde occasione per parlare della sua ex squadra, quasi sempre in modo piccato. Da cosa nasce questo atteggiamento?

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Rimarranno un mistero insoluto le ragioni per le quali questo gran pilota, all’anagrafe Fernando Alonso, ami così tanto la polemica, e perché preferisca lasciarsi dietro fiumi di macerie invece che bei ricordi. Non si capisce, davvero, da dove nasca questo infinito senso di astio, di risentimeno, che lo ha accompagnato per gran parte della carriera, come se Alonso fosse una perenne anima insoddisfatta e malinconica, mai veramente in pace con se stesso e con gli altri.

La parentesi agonistica con la Ferrari non si è conclusa granché, ed è inutile tornare sulle ragioni di un divorzio inevitabile per entrambe le parti in gioco. Ma dal giorno successivo a quello nel quale ha smesso i panni di pilota Ferrari, Alonso si è purtroppo comportato verso la sua ex squadra nel modo peggiore possibile, quello che in molti – facilmente – pronosticavano.

Ci avrebbe stupito, in senso positivo un Fernando bendisposto, accomodante e sportivo con la Rossa. Avremmo applaudito i complimenti di Fernando per la vittoria del Cavallino a Sepang. Invece nel tetro grigiore di una tuta fin troppo fulminante, lo spagnolo ha accusato il contraccolpo, parlando di “vittoria sporadica e casuale“, ed anche alla vigilia del GP di Cina ha attaccato (poco velatamente, anzi in modo molto diretto) la Ferrari, perché proprio non riesce a frenare questo enorme livore che lo divora.

Alonso si è detto “per nulla pentito di aver lasciato la Ferrari” aggiungendo “Solo se vincessero il mondiale, potrei cambiare idea, ma se arriveranno terzi o secondi sarò felice della mia decisione“. Non è solo la visione calcolatrice però a deludere, ma il fatto che Fernando abbia rincarato la dose, non riuscendo a controllare uno spirito gratuitamente critico: “Con la Ferrari sono arrivato secondo nel Mondiale tre volte e non avevo molta voglia di arrivare secondo una quarta volta”.

Come già capitato in passato, Alonso dà l’idea un carattere impulsivo, e troppo facile sarebbe per la Ferrari rispondergli così: “Con noi arrivavi secondo, a quanto pare preferisci essere ultimo”. Una risposta che  – ne siamo certi – non arriverà, questione di stile e di savoir faire, nonché di rispetto per un pilota che alla Rossa ha dato tanto. Qualità che mancano spesso ad Alonso e a chi ne cura l’immagine. E continuiamo a non comprendere l’utilità e il piacere di crearsi questo “vuoto” attorno, di passare come un brontolone, cancellando con sterili polemiche anche ricordi bellissimi. Contento lui…

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