L’analisi tecnica della nuova Red Bull RB11
La livrea “camouflage” non ci ha impedito di scoprire le tante novità della nuova monoposto austriaca. Eccole nel dettaglio.
Stratagemma diabolico o trovata pubblicitaria? Inizialmente il camouflage della Red Bull faceva pensare alla prima soluzione ma, visti i risultati (scarsissimi) di camuffamento, la nuova test-livery è sembrata più una bella trovata pubblicitaria (in pieno stile Red Bull) che altro. Passato lo stupore per l’inedita colorazione, infatti, sono immediatamente emerse tutte le caratteristiche della nuova RB11, comprese quelle più nascoste.
La nostra analisi, tuttavia, parte dalle novità più evidenti, relative più che altro all’anteriore, che ha subito un profondo restyling rispetto al 2014. Quella principale riguarda il telaio, decisamente rialzato rispetto alla RB10, che passava dai 625 mm di altezza massima ai 525 mm previsti per la sezione anteriore della scocca in maniera molto morbida e sinuosa; la RB11, invece, ispirandosi principalmente a Mercedes e Ferrari, mantiene il più possibile l’altezza massima, per poi digradare velocemente verso le altezze regolamentari inferiori, con un vanity panel che nasconde lo scalino.
La conseguenza di questa scelta è un muso con un’inclinazione molto pronunciata, opportunamente sagomato, sottile ed arrotondato per ridurre al minimo la resistenza che produce un elemento così inclinato. La Red Bull, inoltre, ha scelto, come la Williams, la strategia dello “spuntone” in punta al muso, mantenendosi al limite degli 850 mm di lunghezza minima previsti dal regolamento 2015.
Cambiano le forme, i regolamenti, ma non cambiano i “trucchetti”, come quello dell’S-duct, in condotto che raccoglie l’aria dal sottoscocca e la “soffia” al di sopra della stessa, presente anche sulla vettura 2015 (FOTO). Tuttavia i tecnici hanno modificato il progetto dello scorso anno, adattandolo alle nuove forme della scocca, incrementando la dimensione dei condotti laterali (FOTO).
Profondamente modificata la sospensione, non tanto nelle geometrie (i triangoli mantengono quasi la stessa inclinazione) ma nella posizione degli elementi; anche la Red Bull, infatti, ha scelto la soluzione con il tirante di sterzo allineato al braccetto, utile a pulire i flussi aerodinamici che transitano tra i vari elementi. Altro dettaglio interessante, infine, è dato dai mozzi soffianti, già sperimentati (e poi abbandonati) dal team austriaco qualche anno fa.
Dall’anteriore ci dirigiamo verso il retrotreno, il quale non ha subito modifiche rilevanti rispetto alla monoposto 2014. Abbiamo messo a confronto varie sezioni della RB11 e della RB10 e non abbiamo riscontrato differenze molto evidenti, se non piccoli affinamenti.
Nell’immagine sopra potete apprezzare la sezione centrale delle due Red Bull. Le prese d’aria laterali hanno subito solo una piccola modifica nella parte inferiore per creare un canale d’aria più netto che percorre il fondo vettura; risultano inoltre leggermente più piccole. Al contrario, la presa d’aria situata al di sotto del roll bar, dietro la testa del pilota, è stata ingrandita per incrementare la quantità d’aria utile al raffreddamento dei componenti della power unit Renault. I profili ai lati dell’abitacolo, invece, conservano le stesse caratteristiche della vecchia versione.
Anche la forma delle pance, ben visibile nel confronto dell’immagine di copertina di quest’analisi, è rimasta pressoché invariata, così come quella della parte superiore del cofano motore, modificata solo nella parte terminale.
E’ qui che sono visibili le differenze più evidenti con la monoposto dello scorso anno. La RB11 mantiene il singolo pilone di supporto, al di sotto del quale transita lo scarico, ma scompare, almeno per ora, il grosso sfogo centrale al termine del cofano, ora piuttosto rastremato. Da notare che il terminale di scarico è ora posto sensibilmente più in basso rispetto allo scorso anno ed è coperto da un profilo a sbalzo di generose dimensioni.
Gli sfoghi laterali, invece, sono più ampi, nonché leggermente differenti nella forma, per favorire una maggiore evacuazione del calore proveniente dal motore. In particolare, si può notare una concentrazione di tutto lo smaltimento dell’aria calda nella parte più bassa del telaio, subito al di sopra del diffusore.
Gli elementi aerodinamici del retrotreno conservano le stesse forme della vettura dello scorso anno, ad eccezione della paratia dell’ala posteriore, che ha adottato i due intagli obliqui come la Mercedes W05, e del diffusore, squadrato ai bordi (FOTO).
In conclusione, la RB11 è una vettura che ha subito decise modifiche nella parte anteriore ma che ha conservato l’idea progettuale al posteriore, da sempre punto di forza delle vetture in cui c’è lo zampino di Adrian Newey. I margini di evoluzione sono piuttosto ampi, ma il discrimine, come lo scorso anno, verrà dalle prestazioni dell’unità di potenza turbo Renault. Senza prestazioni motoristiche eccellenti, difficilmente un’ottima aerodinamica, da sola, consentirà a Ricciardo e Kvyat di lottare per la vittoria.