Dietro la Corea una mossa politica legata alle power unit
Approvare un calendario a 21 gare consente alla FIA di portare a 5 il numero di power unit disponibili durante la stagione, senza dover intavolare trattative per avere l’unanimità delle squadre.
Lo scorso 3 dicembre, il Consiglio Mondiale della FIA ha ratificato il nuovo calendario 2015 della Formula 1 e, del tutto a sorpresa, ci siamo ritrovati una gara in più rispetto a quelle già previste: il Gran Premio di Corea.
Peccato che, dopo qualche giorno, si scoprono gli altarini: quella voce, segnata come quinta gara del campionato, è fittizia e serve solo ad aggirare con eleganza il regolamento sportivo per aumentare il numero di power unit disponibili da quattro a cinque durante una stagione.
I sospetti sono ben fondati. Il ritorno del GP di Corea, infatti, ha sorpreso tutti, inclusi i promoter che hanno portato a Yeongam la gara dal 2010 al 2013. Uno di loro, che ha preferito rimanere nell’anonimato, parlando all’agenzia di stampa AFP ha affermato: “Non ci hanno dato alcun preavviso: la FIA ha messo la gara in calendario anche se gli avevamo spiegato la nostra posizione sulle difficoltà ad ospitare una gara il prossimo anno. Abbiamo intavolato una trattativa per rivedere il contratto e ridurre le tasse da pagare, ma per ora il tutto è stato infruttuoso”.
Ecco allora che è facile pensare che dietro il falso ritorno del GP di Corea ci possa essere una manovra politica. Per capire ancora meglio, bisogna leggere il Regolamento Sportivo 2015 all’articolo 28.4 (d) che specifica come ciascun pilota “può esare non più di quattro power unit durante la stagione. Questo numero verrà aumentato a cinque se il numero di eventi in campionato, secondo quanto originariamente previsto, supera le 20 unità”. Quel “as originally scheduled” diventa la chiave di lettura di questa messinscena. La FIA si è palesamente messa in condizione di aumentare il numero delle power unit a cinque, senza dover trovare un accordo unanime tra i team per modificare il regolamento, cosa che avrebbe certamente trovato in disaccordo la Mercedes. L’agenzia Reuters l’ha definita: “una maniera elegante per evitare le trattative”.