Team in crisi economica: Sauber chiama in causa la Fia
Il team principal Kaltenborn non ci sta e invoca un deciso intervento di Jean Todt
La Formula Uno è sempre più in preda ad una crisi di liquidità e finanziaria dilagante che sta letteralmente uccidendo le piccole scuderie (come Catheram e Marussia) mettendo a rischio la sopravvivenza anche dei team di media grandezza. Ne è un chiaro esempio la Sauber che, intravedendo scenari di chiusura per le difficoltà in cui versa, sta cercando di correre ai ripari per salvare la baracca.
Per questa ragione il team principal della squadra svizzera Monisha Kaltenborn si è rivolto direttamente al presidente della Fia Jean Todt con un vero e proprio grido di allarme esortandolo ad intervenire concretamente in aiuto dei team in crisi. Per Sauber rimane lui l’unica ancora di salvezza visto che Bernie Ecclestone non dimostra di interessarsi particolarmente a questa situazione, quasi trascurando l’importanza della loro presenza nel Circus e riscontrando, inoltre, il “niet” dei big sulla riduzione dei rispettivi budget.
Quella della Kaltenborn sembra un’invocazione disperata al numero 1 della Fia più che dettata da una vera fiducia nel suo operato in quanto afferma: «Dobbiamo stare attenti perché l’ultima volta che abbiamo fatto affidamento su di lui in merito all’accordo unanime sul controllo dei costi, non è successo niente». Il riferimento è al famoso tetto di spesa inizialmente concordato ad inizio anno e poi saltato. Ad ogni modo il team principal ammette: «La Fia come regolatore può fare un sacco di cose per il bene di tutti e questo, dopo tutto, resta sempre il campionato della Federazione dal livello più alto».
È un vero e proprio richiamo all’azione rivolto a Jean Todt da parte di una Sauber che assieme a Lotus e Force India si sta battendo a gran voce per il cambiamento non accettando l’idea di scomparire. «Non credo che si possa dire così facilmente se non hai i soldi non correre», osserva ancora la Kaltenborn, sottolineando più volte la presenza di costi troppo elevati, ovvero di una F1 non più sostenibile.