Incidente Bianchi: spunta in rete un filmato amatoriale
Un filmato amatoriale chiarisce in parte l’assurda e cruenta dinamica dell’incidente di Jules Bianchi al Gp del Giappone. Intanto il pilota della Marussia continua a lottare per la vita.
Terribile, cruento, assurdo. Gli aggettivi si sprecano sul gravissimo incidente subito da Jules Bianchi quando mancavano ormai pochi giri al termine del Gp del Giappone. E gli aggettivi non bastano più se dopo le foto con la Marussia distrutta arriva anche il video (amatoriale) che mostra dettagliatamente come è avvenuto il terribile impatto.
La FOM aveva deciso immediatamente di non trasmettere alcuna immagine dell’incidente tanto che, fino all’interruzione della corsa ed al ritorno delle monoposto ai box, in tanti non avevano ancora capito cosa fosse realmene successo, né che lo stesso pilota francese fosse stato coinvolto. Tuttavia, come ormai sempre accade, è spuntato in rete il primo video dell’incidente, filmato da uno spettatore a Suzuka, che mostra dettagliatamente e in ottima qualità quei terribili istanti.
Per la cruenza delle immagini e per rispetto a Jules e alla sua famiglia, abbiamo deciso di non pubblicare il video, limitandoci a descrivere la dinamica dei fatti, che è poi quello che veramente interessa per effettuare tutte le osservazioni e le valutazioni del caso e, soprattutto, fare in modo che una tale assurdità non si ripeta mai più in futuro.
Va detto, innanzitutto, che la Marussia di Bianchi era già transitata una prima volta alla curva “Dunlop” dopo l’incidente di Sutil; il pilota francese, quindi, era presumibilmente ben a conoscenza che vi fossero bandiere gialle in quel punto e che c’era una monoposto nella via di fuga. Tuttavia, al passaggio successivo, probabilmente per un peggioramento delle condizioni della pista, la Marussia è andata dritta verso le barriere.
Le immagini mostrano la M03 che scivola perpendicolare al muro di gomme; Jules tenta di sterzare invano ma vi riesce solo a pochi metri dalla ruspa, che procedeva lentamente in retromarcia verso l’esterno della pista. L’impatto tra la monoposto ed il pesante mezzo di soccorso è tremendo. Bianchi colpisce la parte posteriore della ruspa (dove è presente una pesante zavorra per bilanciare il carico anteriore) di 3/4, infilandosi con la parte sinistra della scocca sotto il mezzo, che viene sbalzato in aria con forza, tanto che la Sauber che trainava anteriormente si stacca causando anche la caduta di un commissario che assisteva le operazioni di recupero.
Fortunatamente, l’angolo di impatto e le enormi gomme del mezzo meccanico impediscono che la Marussia si incastri al di sotto di esso, consentendo alla monoposto di scivolare fuori. Purtroppo per Bianchi, però, lo scudo posteriore della ruspa è poco più alto della sua scocca, delle protezioni laterali e del musetto (totalmente integri dopo il botto (FOTO), che non trovano un punto di contatto che possa assorbire il forte urto o almeno respingere la monoposto.
E’ la parte superiore della scocca, quella del cockpit e del roll bar, a subire tutto l’urto con lo scudo posteriore della ruspa. La botta è così violenta che il roll bar, dopo aver sbalzato in aria il pesante mezzo meccanico, si disintegra, così come il resto del cofano motore.
Ogni sforzo per i crash test, variazione dei regolamenti tecnici con nuove altezze dei musi, protezioni laterali più resistenti, norme di sicurezza è totalmente vanificato nell’assurdo incidente di Jules. E’ andata come è andata e per una questione di centimetri è stato il promettente pilota francese a pagarne le carissime conseguenze (sperando che il tutto, comunque, si concluda al meglio). Avremmo tutti preferito che la Marussia di Bianchi avesse evitato la ruspa ed avesse arrestato la sua corsa quanto meno contro le barriere di gomma. Ma anche in quel caso avremmo corso i rischio di raccontare una tragedia, con tutti quei commissari ad operare nella via di fuga, esposti ad ogni rischio senza alcuna protezione…
Non resta che sperare in un intervento deciso della FIA al fine di evitare che situazioni simili (comunque già verificatesi in passato…) non si ripetano mai più e che tutti, piloti e commissari, possano lavorare nella massima sicurezza possibile. E non resta che sperare che non sia Jules Bianchi a pagare per questa follia.