Button: migliorarsi è la parola magica
Alla vigilia del Gp di Germania, il veterano del Circus guarda alla non facile stagione della sua McLaren. In un’intervista a Formula1.com parla delle sue motivazioni, del suo rapporto con Kevin Magnussen e lascia intendere qualcosa per il suo futuro…
D: Jenson, da quello che abbiamo visto nelle due sessioni di prove libere del venerdì, c’è un miglioramento visibile nelle prestazioni della McLaren. Come sono andate le cose ieri?
Jenson Button: E’ davvero difficile correre con queste temperature, specialmente con le gomme supersoft. E’ stato davvero complicato farle funzionare bene e non farle surriscaldare. Nel pomeriggio c’erano 58 gradi sull’asfalto, ed è una bella temperatura! Al momento è una cosa non di poco conto far funzionare i nostri long run e ci sono diverse macchine che sono più veloci di noi – qualcosa di un po’ diverso rispetto a quanto visto a Silverstone. Abbiamo provato un bel po’ di soluzioni interessanti ieri e attendo qualcosa di nuovo sulla mia vettura per oggi, che ieri non avevo. Ma avendo solo sabato mattina, si dovrà vedere se ci sarà tempo sufficiente per verificare il funzionamento di questi nuovi aggiornamenti.
D: Quanta differenza hai trovato nel guidare la vettura senza il FRIC?
JB: Nessuna differenza.
D: Da quando hai vinto il mondiale nel 2009, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Come gestisci il fatto che la vittoria è diventata qualcosa di tanto elusivo?
JB: Senti che per certe cose stai comunque continuando a vincere. Se hai tirato fuori il meglio dalla vettura; se hai fatto il miglior lavoro possibile e se hai battuto vetture che non avresti dovuto battere. Queste cose sono delle piccole vittorie. Certamente non come vincere una corsa, ma si tratta pur sempre di soddisfazioni. Come a Silverstone due settimane fa, quando è arrivato il quarto posto. E’ dura non vincere, dunque devi apprezzare queste piccole vittorie quando puoi.
D: Correre ed essere consapevoli che la vittoria è fuori dalla tua portata, è una bella scocciatura. Dove trovi l’adrenalina necessaria per trovare le migliori prestazioni?
JB: Là fuori ci sono altri diciannove piloti che sanno di non poter vincere – ci sono solo due ragazzi che possono vincere. E’ dura – e io affronto ogni gara facendo del mio meglio…
D: Forse Ron Dennis (CEO McLaren) è la tua nuova adrenalina?
JB: Ah ah, forse è così! Ma tornando alle corse: naturalmente c’è sempre una speranza che le circostanze giochino a tuo vantaggio – e a quel punto ti vai a prendere ciò che viene.
D: C’è stata un po’ di irritazione per quello che Ron ha detto delle tue performance. E’ qualcosa che ancora dura o si tratta di una parentesi chiusa?
JB: E’ storia passata. La Formula1 è il massimo del motorsport e talvolta un po’ tutti quanti ci ritroviamo a gestire della tensione, ma alla fine tutti vogliamo il meglio per il team. Ron sa cosa sono in grado di fare – questo è quello che conta.
D: Hai di nuovo un nuovo compagno: sei probabilmente il pilota del paddock che si è ritrovato con più compagni di squadra differenti. Qual è quello con cui ti sei trovato meglio?
JB: Probabilmente Rubens Barrichello. I feedback che dava Rubens erano molto buoni. Sapevo che entrambi davamo ugualmente delle buone risposte e che potevamo far andare avanti il team grazie a questo nostro modo di fare. Con Lewis [Hamilton] è stato bello perché era sempre una sfida. Quando batti Lewis sai che hai fatto davvero un buon lavoro. Ma Rubens è stato quello con cui sono andato più d’accordo quando eravamo compagni di squadra.
D: Ora il tuo compagno di squadra è un rookie ed è la prima volta che ti capita nella tua carriera in Formula1. Com’è lavorare con un giovanissimo in un momento in cui il team ha bisogno di tutti gli input giusti che può trovare?
JB: Sapevo sin dall’inizio che lui era molto veloce, ma ovviamente ha ancora tanto da imparare. Essere un rookie in McLaren è molto diverso che esserlo in altri team. Kevin è stato tirato su per essere un pilota di Formula1, un giorno o l’altro, ed è arrivato preparato sulla macchina, sul team e sul modo di lavorare nel team – dunque si, ha un bel po’ di esperienza. Ma nonostante ciò ha ancora un bel po’ da imparare in queste prime corse. Ed è una cosa che si può notare. Ha imparato moltissimo in termini di esperienza e fiducia nella sua abilità di settare la vettura.
D: Dunque il suo podio a Melbourne è stato un po’ come prendere un terno al lotto?
JB: E’ stato un modo fantastico per cominciare la sua carriera in Formula1, ma lui ha subito compreso che è molto difficile affrontare una stagione di F1. Melbourne probabilmente gli ha dato la sensazione che tutto sarebbe stato facile, quando non lo è.
D: Se Rubens è stato il tuo migliore compagno di squadra in termini di sviluppo della vettura – Kevin a che punto è? Sei tu quello che fa la maggior parte del lavoro?
JB: All’inizio è andata così. Ma ora i feedback di Kevin sulla vettura sono molto buoni, man mano che ha acquisito fiducia nel lavoro. Ora direi che come compagni di squadra ci bilanciamo bene.
D: Sei arrivato in McLaren quando era una squadra molto diversa da adesso – ora Ron è tornato, Martin Whitmarsh se n’è andato ed Eric Boullier è l’uomo che tiene in mano la gestione sportiva del team. Puoi descrivere la McLaren prima e dopo questi cambiamenti?
JB: Beh, Ron era qui quando sono arrivato. Lo era ancora nel 2010. E’ stato assente solo per un anno. In realtà è sempre stato qui, anche se non nei circuiti. Ci sono stati dei cambiamenti, ovviamente. E nella difficile situazione in cui ci troviamo è bello avere qualcuno forte e anche abbastanza energico! Ed Eric ha questi requisiti. Ha fatto un buon lavoro, dato il poco tempo in cui è stato qui. Non è una situazione facile per lui.
D: Ti ricorderai della stagione 2012, quando alla fine del campionato la McLaren aveva la vettura migliore – e poi c’è stato il brusco declino. E tu sei adesso più vicino alla fine della tua carriera…
JB: La cosa non mi tocca. Faccio ancora uno dei più bei lavori nel mondo. Se tu dicessi: “è terribile”, io ti risponderei: “Non lo è proprio – Sto ancora correndo in Formula1, viaggio tantissimo, ho una famiglia grandiosa, una fidanzata meravigliosa”. Solo una cosa potrebbe rendere migliore questa situazione – se avessimo una macchina leggermente migliore, ma nel quadro complessivo, è una cosa minima.
D: E’ stata una tragedia la partenza di Paddy Lowe?
JB: Non credo che sia stato quello il grande problema. Mi sono trovato molto bene con Paddy negli anni, ma ritengo che lui stesse semplicemente supervisionando le situazioni alla fine del suo tempo qui. Ha lasciato il team per trovare un ruolo differente in Mercedes. Penso non avesse più molti stimoli nel suo ruolo in McLaren.
D: Quando si guarda al dominio Mercedes, in molti dimenticano che le basi di quello che vediamo oggi sono state gettate lo scorso anno. Conoscendo molto bene Ross Brawn, quando di questo miracolo attribuisci a lui?
JB: Le basi di questo “miracolo” sono state gettate tre anni fa, quando hanno cominciato a comprare i migliori aerodinamici! Se si guarda a quanto la Mercedes ha speso negli ultimi anni in staff, si tratta di cifre astronomiche. In un certo senso è quanto la Red Bull ha fatto anni fa. Dunque si, sarà difficile prenderli nei prossimi mesi. Non prendete quanto dico nel modo sbagliato. Mercedes ha fatto un lavoro incredibile. Sanno esattamente cosa fare.
D: La McLaren è per antonomasia un team vincente. Quanto di questa definizione è pura aspettativa e quanto realtà? E quando le due cose torneranno a coincidere?
JB: Non lo so. Stiamo lavorando molto duramente per migliorare – ma chi lo sa? E’ difficile impostare una data. Battere la Mercedes è davvero impossibile, ma finiremo la stagione con una vettura ragionevolmente forte. Non ci saranno cambiamenti di regole nel 2015, ma questo team ovviamente avrà un nuovo partner motoristico [la Honda, ndr], il che rende veramente difficile dire dove saremo il prossimo anno. “Miglioraramento” è la parola magica e assumere il giusto staff. Penso che in questo senso stiamo facendo un buon lavoro.
D: Il che lascia intendere che tu ti senta abbastanza fiducioso sulla tua permanenza in McLaren la prossima stagione…
JB: Si, sono abbastanza fiducioso…
D: Presto o tardi, dovrai pensare alla tua vita dopo la F1. Come sarà?
JB: Non ne ho idea. Non riesco a visualizzare una vita dopo la Formula1. Quando arriverà, arriverà. Al momento la Formula1 è la mia vita. E’ dove mi trovo e dove voglio essere.