Zanardi e Schumacher, due destini che si uniscono
Alex Zanardi parla di Schumacher e ammette di nutrire ancora speranza in un pronto recupero del tedesco.
Ogni volta che parliamo di Alex Zanardi, ci ripassa davanti ogni fotogramma di quel maledetto giorno del settembre 2001 in Germania. Oggi siamo abituati a parlare di lui come una sorta di supereroe ma, di fatto, Alex è prima ancora un miracolato. Dopo quella terribile botta, Zanardi è rimasto in coma farmacologico e ha subito sette arresti cardiaci e 15 interventi chirurgici. Eppure, il 48enne bolognese di Castel Maggiore, è tornato a vivere serenamente, sfruttando al massimo una personalità totalmente fuori dal comune per ricostruirsi una vita, sia privata che sportiva, anche senza gambe. Nel motorsport e anche oltre, dimostrando che è la testa che conta e non tutto il resto.
Ed è proprio Alex che, in una intervista concessa a SpeedWeek, incoraggia Michael Schumacher nella lotta più difficile che potrà mai ricordare. “Conosco Michael fin dall’infanzia, quando entrambi correvamo sui kart. Lui è sempre stato una persona che non si è mai arresa. Ero sicuro che le sue condizioni potessero migliorare e che avrebbe battuto il coma”.
Ovviamente, le due situazioni non sono paragonabili. Ma i loro destini sembrano quasi incrociarsi, ancora una volta. Schumacher ha subito delle brutte lesioni cerebrali, di cui sconosciamo ancora le conseguenze, ma Zanardi continua a nutrire speranza sul pieno recupero del tedesco. “Mi ricordo quando mi alzai sui miei nuovi piedi per la prima volta dopo l’incidente: è successo in occasione di un evento al quale anche Schumi aveva preso parte. Ricordo che rimase particolarmente colpito. Quindi, voglio dirgli che non vedo l’ora di rivederlo in piedi, per essere io a rimanere colpito questa volta”.
Quel giorno, c’eravamo. In occasione dei Caschi d’Oro di Autosprint del 2001, Alex riuscì a commuovere tutti rimettendosi in piedi sotto gli applausi dei presenti. Michael, che lo aveva accolto con un abbraccio, lo guardava con sincera ammirazione. E siamo sicuri che, così come Zanardi, ognuno di noi sarebbe pronto a esultare nel vederlo ancora sorridere, oggi come allora.