Analisi tecnica: la Sauber C33 sotto i riflettori

Il team svizzero ha svelato una monoposto ricca di soluzioni interessanti ed inedite. Le analizziamo nel dettaglio.

Sauber-C33

Bella. Sembra un commento scontato ma, visti i pareri sulle prime monoposto del Campionato di F1 2014, non lo è affatto. I tifosi non hanno mostrato grande apprezzamento per le linee delle nuove monoposto, soprattutto in relazione ai nuovi musi “a proboscide”, che gli inglesi non si imbarazzano a definire penis-nose.

La Sauber, invece, ha subito riscosso successo tra gli appassionati, che hanno gradito anche la forma del muso. La nostra analisi, come di consueto, parte proprio da questo dettaglio. Anche la C33 ha seguito il trend 2014 (esclusa la Ferrari, per ora…) costruendo un muso molto affusolato in punta che, in prossimità dei piloni (questi particolarmente inclinati all’indietro), riguadagna larghezza, in modo da creare una chiglia inferiore utile ad indirizzare i flussi verso la parte inferiore della scocca (FOTO).

Il dettaglio più interessante  è posto subito dietro al muso ed è piuttosto difficile da notare. Il telaio della Sauber, infatti, è stranamente alto rispetto a quanto abbiamo visto fin ora, tanto da sembrare alto quanto quello della C32 (quindi ben 10 cm in più del consentito – FOTO). Proprio questa circostanza (ed un dettaglio invisibile della foto) ci permette di ipotizzare che lo chassis della C33 abbia uno scalino, abilmente coperto da un vanity panel (FOTO).

Grazie a questo escamotage, gli ingegneri hanno potuto mantenere invariata l’altezza della scocca (facendo transitare tanta aria al di sotto della stessa), e, grazie al vanity panel, nascondere lo scalino (che non è solo brutto ma anche aerodinamicamente infelice…), mantenendo inoltre il muso più in alto.

sauber

La parte centrale della monoposto presenta una profonda scavatura al di sotto delle bocche di ingresso delle pance, che sono di forma quadrata ed abbracciate da un deviatore di flusso “a ponte”. Le pance stesse, poi, sono piuttosto voluminose, ma sono sviluppate maggiormente nella parte alta, in maniera da lasciare scoperta una buona porzione di fondo, favorendo lo scorrimento dei flussi provenienti dall’avantreno e diretti al diffusore.

Non passa inosservato il roll-bar, che integra una presa d’aria triangolare, al di sotto della quale vi è una vistosa “luce” in cui può transitare aria fresca per il raffreddamento. Nella parte alta centrale del cofano, infine, è presente una seconda presa d’aria, probabilmente utile al radiatorino del cambio o al raffreddamento del turbo.

Ed andiamo al posteriore, dove risaltano subito i due piloni di sostegno dell’ala, che, come nel caso della Ferrari, hanno una leggera piega in basso per il passaggio del terminale di scarico. Pur coscienti che le ali viste alle presentazioni lasciano il tempo che trovano, riteniamo dover dedicare due righe a quella della Sauber, che presenta un’evidente piega verso il basso in prossimità della paratia, quest’ultima dotata di ben sei feritoie nella parte alta ma di nessuno slot verticale.

sauber posteriore

I dettagli del fondo non sono chiaramente visibili, ma si riescono ad individuare le derive verticali “ad imbuto” e gli slot per il tyre squirt. Da notare che, come nel caso della Ferrari, gli sfoghi laterali del cofano soffiano proprio tra i due triangoli della sospensione posteriore, che resta di tipo pull-rod. L’estrazione di calore in quel punto, consente di replicare in parte la funzione del beam wing, creando una sezione tra il flusso d’aria calda ed il diffusore all’interno della quale si riduce la pressione e, per l’effetto, si velocizza il flusso d’aria.

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