Jean Todt avverte: “La F1 di oggi costa troppo!”
Jean Todt, rieletto da qualche giorno come Presidente della FIA, ha nuovamente affrontato il discorso del taglio dei costi in Formula Uno, paragonando il tutto ad una montagna da scalare.
Jean Todt è stato rieletto alla presidenza della FIA e sarà in carica per i prossimi quattro anni. Una “montagna da scalare”, così il francese ha definito il suo percorso professionale in Federazione, aggiungendo di aver fatto solo 3 mila degli 8 mila metri per arrivare in cima. E quella cima è forse rappresentata dall’annoso problema della riduzione dei costi, tanto chiacchierata anche durante quest’ultima stagione.
“Sento davvero che la Formula Uno è troppo costosa, ma è un accordo triangolare e noi non abbiamo avuto il giusto sostegno”, ha affermato Todt, lamentandosi del fatto che la sola Federazione non possa far nulla in questo senso. Il manager francese sostiene che, mentre prima era difficile controllare i costi, oggi sarebbe una missione possibile. Il primo taglio dovrebe coinvolgere il numero di personale coinvolto nelle squadre, non solo in quello da portare in pista che – a suo tempo – è stato già limitato. “Puoi controllare tutto. E poi, non credo sia normale avere 800, 900 persone in una squadra che deve fare 19 gare all’anno”.
Tuttavia, i costi più grandi della Formula Uno sono quelli che si investono in ricerca e sviluppo, soprattutto a livello aerodinamico. Ed è proprio per questo che la Federazione vorrebbe introdurre una serie di parti uguali per tutti. “Tutto ciò è affascinante per i tecnici, ma ha costi spropositati. E, mi chiedo, è realmente necessario?”.
Ma l’operato di Jean Todt è particolarmente complicato, proprio perché bisogna mettere d’accordo tutte le squadre e, forse ancor più difficile, il detentore dei diritti commerciali, un fronte attualmente capitanato da Bernie Ecclestone. E, considerando che il magnate 83enne non gradiva neanche l’arrivo dei V6 Turbo, difficilmente si piegherà ad un taglio così netto dei costi nella categoria. Un tira e molla continuo. Ma a tirar troppo la corda, si rischia di romperla.