Strategy Group, è tregua: la parola agli esclusi
I Team Principal delle squadre escluse dallo Strategy Group confermano che non c’è nessuna spaccatura e che si lavorerà comunque insieme per il futuro della Formula 1.
Mettere tutti d’accordo non è facile, specie se la posta in gioco è il potere. Chiedetelo allo Strategy Group, il nuovo organo chiamato a prendere le più importanti decisioni sul Circus della Formula Uno. Come vi raccontavamo già nelle scorse settimane, il gruppo strategico si è già riunito per una prima riunione di fuoco.
Ne fanno parte 6 rappresentanti della FOM, 6 della FIA e 1 per ogni team di prestigio. Coinvolte Ferrari, McLaren, Mercedes, Red Bull, Lotus e Williams. Tutti gli altri non hanno nessun diritto di parola per avanzare proposte, ma potranno comunque valutare e opporsi tramita la Commissione F1 dove, invece, sono presenti tutti i rappresentanti dei team e 7 da dividersi tra FIA e FOM.
Lo Strategy Group stava prendendo una brutta piega, tanto che non erano mancate le accuse della Force India che lo ha definito “Un abuso di posizione dominante”. Ma le cose stanno cambiando. A tal proposito, Vijay Mallya ha voluto sottolineare: “Ho parlato individualmente con molti team principal del G6, come l’ho chiamato io, e ognuno di loro mi ha assicurato che si cureranno gli interessi di tutti, anche dei piccoli team. Solo dopo queste rassicurazioni ho approvato la formazione di uesto gruppo al Consiglio Mondiale della FIA. Ma solo il tempo ci dirà se abbiam fatto bene o male”.
Graeme Lowdon, boss della Marussia, resta un po’ dubbioso dell’utilità di questo gruppo: “Guardo con disappunto l’esclusione della nostra squadra. Quando sei fuori dalla governance di uno sport, ti ritrovi sempre a pensare: come possono prendere una decisione che possa essere benfica per tutti coloro che sono coinvolti, noi inclusi? Quindi, questa approvazione è più un atto di fiducia piuttosto enorme”.
Nessuna preoccupazione alla Caterham, dove Cyril Abiteboul ha semplicemente etichettato la nascita dello Strategy Group come “La cosa giusta da fare”. Idem in casa Toro Rosso, forti del loro rapporto con la casa madre Red Bull Racing. “Ho un buon rapporto con Horner e sono sicuro che ci coinvolgerà. Ma in ogni caso, il gruppo strategico non approva nuove regole, perché questo è compito della Commissione F1, nel quale sono coinvolti tutti i team. Dunque, non vedo alcun problema”, ha concluso Franz Tost.
L’unica che non usa mezzi termini è Monisha Kaltenborn che ha invece sollevato qualche dubbio: “Ovviamente non possiamo essere felici di questa esclusione. Non abbiamo nulla contro un gruppo che guarda a certi interessi e porta delle idee e che dice qual è la via giusta per andare avanti. Quello che importa è che tutti i team dovrebbero essere rappresentati. Anche noi facciamo parte della competizione e non possiamo essere sicuri che i nostri interessi vengano effettivamente difesi”.