Massa, bilancio da fine carriera in Rosso: “Alonso il più forte”
A due gare dall’addio alla Ferrari, il brasiliano fa un bilancio dei due lustri trascorsi a Maranello. Definisce Jean Todt il suo “miglior maestro” e Fernando Alonso il compagno di squadra più forte mai avuto, anche più di Schumacher. E sui quattro titoli mondiali vinti da Vettel, afferma: “E’ 100% merito suo”.
Domenica prossima le Finali Mondiali 2013 Ferrari al Mugello saranno l’ultimo incontro di Felipe Massa con il popolo ferrarista italico. E mentre il brasiliano deve ancora ufficializzare la sua destinazione per il 2014 (viene dato per certo il suo approdo in Williams…), è già tempo di bilanci per un pilota che in Rosso ci ha passato 10 anni: perdendo all’ultima curva un titolo mondiale piloti quando già ai box si stappava lo champagne (Interlagos 2008); rischiando la pelle per una molla vagante a 300 orari (Hungaroring 2009); alternando vittorie bellissime a periodi sottotono.
Lui, Felipinho, il gregario per antonomasia, la faccia pulita del Circus, per 8 anni è stato pilota titolare della Ferrari: solo Michael Schumacher si è dimostrato più “fedele” al Cavallino Rampante. “Mi sono sempre comportato onestamente, ho dato tutto me stesso per il lavoro in pista, con gli ingegneri e in fabbrica. Credo di aver sempre manifestato grande professionalità”, racconta in un’intervista rilasciata ad Andrea Cremonesi e pubblicata ieri dalla Gazzetta dello Sport.
I ricordi più belli di Felipe Massa sono legati alla sua gara di casa, il Gran Premio del Brasile: “il giorno che non scorderò più è quello del primo successo in Brasile (2006). Per un brasiliano vincere in casa è come conquistare un campionato. Ricordate Senna? Quando si impose a Interlagos era più felice di quando aveva vinto il Mondiale! A Interlagos ho imparato a correre, lì sono cresciuto: vincervi su una Ferrari, indossando una tuta verde e gialla, è stato il momento più bello della mia vita”.
Il brasiliano della Ferrari parla del flop della stagione 2013, cominciata con i migliori auspici e persasi per strada: “a inizio anno l’auto era competitiva, il guaio è che non siamo riusciti a svilupparla come si doveva. E come altri hanno fatto”. E proprio parlando di questi “altri”, Felipe Massa si sofferma sulla Red Bull e su Sebastian Vettel, sui quattro mondiali consecutivi vinti dai “tori”. “E’ 100% merito suo [di Vettel] e dell’auto. Perché è vero che guida la vettura più veloce e costante. Ma è lui che poi riesce a sfruttarne il potenziale, che centra le pole, che infligge 6 decimi a tutti, incluso il compagno di team! È un pilota fantastico”.
Massa passa poi in rassegna i suoi “capi”. Definisce Luca Cordero di Montezemolo “un abile promotore”, Stefano Domenicali “un amico” e Jean Todt “il mio miglior maestro. L’ho conosciuto quando avevo 19 anni ed è stata la persona più importante della mia carriera”.
Infine, quando gli viene chiesto chi è stato il team-mate più forte ad affiancarlo, a sorpresa, afferma: “Fernando. Schumacher era altrettanto veloce, ma come intelligenza Alonso è migliore perché riesce a mettere insieme tutto alla perfezione”.
Obrigados, Felipe.