F1 Story | 2001 Kimi Raikkonen, un talentuoso sconosciuto
Per scoprire nuovi talenti, bisogna correre anche un certo rischio. L’ingaggio di Kvyat da parte della Toro Rosso ci riporta in mente il periodo d’oro della Sauber, quando diede la possibilità a Raikkonen di fare il grande salto in F1.
La notizia dell’ingaggio di Danil Kvyat da parte della Toro Rosso per la stagione 2014 ha scatenato le opinioni degli appassionati di Formula 1 sul web.
Il popolo virtuale si è diviso tra chi ha visto di buon occhio l’ingaggio di un giovanissimo talento in erba e chi, invece, ritiene che la poca gavetta nelle categorie inferiori possa essere controproducente per un pilota che ancora ha tutto da dimostrare.
Le polemiche che accompagneranno il giovane russo sino al suo esordio, ricordano quanto accaduto nel lontano 2001 quando in Formula 1 esordì uno sbarbatello sconosciuto ai più, Kimi Raikkonen.
Il biondo finlandese, prima dell’esordio nella massima serie, aveva alle spalle solo 23 gare in monoposto, ma con risultati di tutto rispetto.
Nel 1999 aveva esordito in Formula Renault e già l’anno successivo, grazie ad un bottino di 7 vittorie – su 10 gare – 7 pole position e sei giri veloci, conquistò facilmente il campionato. Sempre nel 2000 gareggiò anche in Formula Renault Internazionale dove conquistò 2 vittorie ed altrettante pole position e giri veloci.
La prestazioni di quel biondino taciturno avevano ingolosito Peter Sauber che lo invitò ad una sessione di test sul circuito del Mugello. Quel giorno, tuttavia, Kimi non fu l’unico pilota in circuito. Presente in pista anche Enrique Bernoldi, pilota brasiliano spinto dalla Red Bull, ai tempi in veste di main sponsor Sauber, e fortemente voluto da Helmut Marko. In pista anche il ferrarista Michael Schumacher.
Raikkonen, fedele a quello che sarebbe divenuto il suo soprannome in futuro – Iceman – non avvertì minimamente la pressione nel condurre una monoposto con una quantità di cavalli sino ad allora sconosciuta, ed anzi fece segnare dei tempi strabilianti e decisamente migliori di quelli di Bernoldi.
La leggenda narra che anche Schumacher, al volante della sua Ferrari in scia al finlandese, rimase talmente impressionato dal talento del ragazzino da segnalarlo a Jean Todt come possibile acquisto del futuro.
L’esordio in Formula 1 avvenne nel 2001, nonostante la FIA non riponeva la massima fiducia in Kimi. Fu infatti concessa la superlicenza solo per le prime sei gare, ma Raikkonen fece subito cambiare idea alla federazione. Nel corso del Gran Premio d’Australia conquistò, inaspettatamente, un sesto posto. E con esso, anche il primo punto iridato all’esordio nella massima formula e la fiducia incondizionata della FIA che gli concesse subito la superlicenza.
Non fu quello l’unico exploit di Raikkonen nella stagione d’esordio. Storica rimane la sua prestazione sul circuito di Montecarlo, dove non aveva mai guidato prima con una monoposto. In qualifica si issò al quindicesimo posto, davanti al più navigato compagno di team Heidfeld, mentre in gara compì un capolavoro.
Rientrato ai box al giro 25 a causa di un problema ad un sensore del motore, i tecnici lo rimandarono in pista senza il controllo di trazione attivo – a causa del guasto citato – dicendogli di fare attenzione nel gestire la potenza del V10 solo con l’ausilio del piede destro, ma anche che una guida in quelle condizioni gli sarebbe servita per il futuro.
Kimi, come sempre, non si scompose e tornò in pista con 4 giri di distacco dal leader Schumacher. Terminò decimo, anche a causa di numerosi ritiri, ma dimostrò al mondo intero il suo talento cristallino.
Raikkonen concluse la sua stagione d’esordio al decimo posto ma con in tasca un contratto con la McLaren per la stagione successiva.
La storia insegna che bisogna saper rischiare per trovare i diamanti preziosi. Speriamo che Kyvat possa dimostrare anche in Formula 1 quanto ha già fatto di buono nelle serie minori, e che possa ripagare la fiducia di chi sta scommettendo pesantemente sul suo talento.