La Mercedes riduce la superficie interna zigrinata dei cerchi
Abbiamo colto un dettaglio molto interessante dai box di Suzuka. La superficie interna dei cerchi della Mercedes ha una zigrinatura ridotta.
Anche a Suzuka i fotografi di Auto Motor Und Sport hanno colto nel dettaglio la superficie interna dei cerchi della Mercedes W-o4. Blogf1 è stato sempre in prima linea nel parlare di questa soluzione ed ha continuato a tenere d’occhio i cerchi alla ricerca di altre novità interessanti e per capirne il reale funzionamento ed utilità.
Di recente abbiamo anche fatto una scrupolosa ricerca, scoprendo che i cerchi con questa inedita conformazione sono stati utilizzati dalla Red Bull sin dall’inizio del campionato, con la Mercedes che ha adottato tale soluzione da metà campionato e la Ferrari che, invece, ha usato una tecnica diversa (vernice termica).
Da quando la soluzione dei cerchi zigrinati è stata rivelata in tutto il suo splendore, i fotografi hanno posto maggior attenzione al dettaglio e non c’è praticamente più gran premio che non mostri questi particolari. Ciò ci ha consentito, come detto in premessa, di rilevare una sensibile differenza nella superficie zigrinata che ricopre il cerchio utilizzato a Suzuka rispetto alla versione vista ai box di Monza, che vi mostriamo qui nel dettaglio:
E’ piuttosto evidente che la zigrinatura occupa una superficie decisamente minore all’interno del cerchio utilizzato a Suzuka. Quindi, ipotizzando una funzione di “scambio termico”, si può pensare ad esigenze diverse tra i due tracciati relativamente alla temperatura dello pneumatico.
Va detto, infatti, che non è stata ancora chiarita l’utilità di questa soluzione; noi abbiamo supposto che la zigrinatura del cerchio funzioni come un vero e proprio dissipatore (FOTO), trasferendo maggiore o minore calore dall’aria interna della gomma verso l’esterno.
Proprio come un comunissimo dissipatore, infatti, l’aumento della superficie radiante, dovuta alla presenza della zigrinatura, viene utilizzata per favorire la dispersione del calore attraverso i fenomeni di irraggiamento e convezione; quindi, sfruttando anche l’aria circolante tra cestello e cerchio, si riesce a “raffreddare” meglio il cerchio, il quale, a sua volta, trasferisce il calore interno dello pneumatico, evitando il raggiungimento di temperature eccessive e consentendo quindi alla gomma di lavorare sempre nel range ideale di funzionamento, mantenendo costante tale temperatura.
Ovviamente si tratta di una nostra personalissima ipotesi, in quanto nessuno si è ancora pronunciato in maniera definitiva sulla reale utilità del sistema.