Lewis Hamilton: il nostro obiettivo sono “gli uomini in rosso”
Nella tradizionale conferenza stampa del giovedì, il pilota della Mercedes parla del sempre maggiore feeling con la W04 e con la squadra. Ma alza bandiera bianca per quanto riguarda la lotta con la Red Bull: il target è ora il posto in classifica costruttori occupato ora dalla Ferrari.
A Lewis Hamilton il circuito di Yeongam piace molto, ma non gli ha mai portato benissimo. Per lui solo due secondi posti, nell’anno di esordio del tracciato (il 2010) e in quello successivo. Mentre l’unico souvenir portato a casa lo scorso anno è stato un pezzo di erba sintetica del circuito, causa della sua decima posizione al traguardo.
Eppure il pilota inglese della Mercedes arriva in Corea carico, pronto all’assalto del secondo posto nel mondiale costruttori occupato oggi dalla Ferrari, e con un feeling decisamente migliore con la scuderia, rispetto a inizio stagione.
“Le ultime gare non sono andate benissimo. Ma prima di quelle, certamente è cresciuta la mia comprensione della vettura. E’ cresciuta la consapevolezza di come riuscire a trarne il meglio. Più cresciamo come squadra in termini di feeling, meglio lavoriamo”, afferma Hamilton1.
Per un mondiale che resta da archiviare solo da un punto di vista matematico, dato lo strapotere del duo Vettel-Red Bull, Lewis Hamilton definisce le priorità della Mercedes: “Sono davvero sorpreso di quanto bene stia facendo la macchina in ogni circuito. E’ stata una vera benedizione e anticipo che dovremmo essere di nuovo forti questo weekend. Che si riesca o meno a prendere le Red Bull, e lo vedremo, il mio target sono quei ragazzi vestiti di rosso”.
Un giornalista della platea chiede al pilota inglese se il gap di due secondi a giro che si è visto in gara, a Singapore, tra le prestazioni di Sebastian Vettel e quelle dei due piloti Mercedes, dopo qualifiche con tempi in fotocopia, sia un’immagine distorta dei valori in campo delle vetture. “Personalmente non lo credo. Si tratta del vero ritmo della loro macchina”, risponde Hamilton. “Hanno in tasca quel qualcosa in più che noi non possiamo vedere. In una ripartenza come quella di Singapore tutti cercavamo di spingere al massimo, dunque non c’è ragione per cui loro avrebbero dovuto spingere tanto di più di noi. Se guardate alle immagini on-board, lui (Sebastian Vettel, ndr) è al massimo della potenza venti metri prima di chiunque altro, che è un vantaggio non da poco”.
Come potere arginare questo strapotere? “Non c’è nulla che noi possiamo fare in tal senso. Chiediamo sempre una maggiore deportanza sul posteriore della vettura per potere aprire prima il gas. Ma l’ultima volta che sono stato in grado di spingere sul pedale così rapidamente era forse il 2007, 2008? Era il 2007, quando avevamo il traction control. Ma le cose erano diverse”, chiude il pilota inglese. Sulla capacità di Sebastian Vettel di aprire il gas prima di tutti gli altri, aveva detto la sua, giusto qualche giorno fa, Giancarlo Minardi.