A Singapore non c’è storia: dominio di Vettel! Webber KO
Red Bull a due facce: Vettel fa impallidire la concorrenza dominando in modo imbarazzante il GP di Singapore, Webber perde il podio per una strategia imperfetta prima che il cambio ed il motore lo costringano al ritiro.
Il GP di Singapore ha sempre visto la vittoria di un Campione del Mondo. La versione 2013 non fa eccezione, con Sebastian Vettel che qui trionfa per la terza stagione consecutiva: è salito sul gradino più alto di Marina Bay nel 2011 e non sembra intenzionato a scendere da lì. Sfortuna per Mark Webber, che dopo una scelta strategica rivelatasi poi sbagliata e nuovi problemi al cambio è costretto a parcheggiare la propria vettura a bordo pista durante l’ultimo giro della corsa.
L’unico momento di tensione per Sebastian Vettel è la partenza, in cui Rosberg riesce a rubargli per qualche istante la prima posizione. Ma dopo un ruota-a-ruota Seb esce dalla seconda curva come leader della gara, e la sua corsa da lì in avanti sfila via senza intoppi. Al decimo giro, il vantaggio sul pilota Mercedes è oltre sette secondi. Resta comodamente in testa alla gara anche dopo la prima sosta al giro 16 (ovvero almeno due tornate più tardi rispetto a tutti i suoi rivali). L’incidente di Ricciardo al 25° giro, con conseguente Safety Car, prova a risvegliare l’attenzione del pubblico, azzerando il vantaggio del Campione in carica su Rosberg. Ma alla ripartenza, Vettel torna a far vedere chi comanda a chi ancora avesse dubbi: guadagna più di due secondi al giro sulla Mercedes, inanellando giri veloci su giri veloci, e impiegando meno di dieci giri per riportare il gap oltre i 15 secondi. Rientra per la seconda sosta alla 44esima tornata, e nei quindici giri finali completa la sua cavalcata verso la vittoria numero 33, la settima in questa stagione, la terza consecutiva e la quinta nelle ultime sette gare. Come commenta Chris Horner, Sebastian Vettel oggi guidava “in una categoria a sé”.
Il pubblico non sembra gradire i dominatori, considerando i fischi che accompagnano ancora una volta Vettel sul podio. Ma il pilota di Heppenheim non perde il sorriso mentre racconta la propria gara: “È stata una partenza difficile perché Nico è partito davvero bene. Alla prima curva è arrivato un po’ troppo lungo e l’ho superato, il che è stato cruciale per la gara perché aveva un ottimo passo”. Certo è improbabile credere che una macchina in grado di rifilare più di due secondi al giro a quella del rivale sarebbe in ogni caso rimasta in seconda posizione a lungo, nonostante le difficoltà di sorpasso, considerando peraltro la durata del primo stint del Campione in carica. “Abbiamo un passo gara molto, molto forte” ammette Sebastian, che si toglie qualche sassolino dalla scarpa, stanco di chi si ostina a commentare i risultati come dettati dal mero fato: “Non bisogna pensare che sia fortuna, non è una cosa che succede per caso. È il risultato di un lavoro molto duro, da parte di tutti quanti. Questa è la gara più dura di tutto il Campionato. Molte cose potevano andare male, ma alla fine è bellissimo aver tagliato il traguardo da vincitore”.
Lo scatto di Mark Webber gli permette di avere la meglio su Grosjean, ma non di difendersi dalla strabiliante partenza di Alonso, che dall’ottavo posto risale in un sol colpo fino al terzo, e l’australiano resta quarto. Webber quindi sceglie di attendere la sosta ai box per tentare di avere la meglio sul ferrarista, piuttosto che sfiancare le mescole Pireli in un inseguimento ravvicinato in un circuito dal sorpasso difficile, mentre la non ottima trazione della E21 di Grosjean lo salvaguarda da un attacco alle spalle. Passa alle PZero Medium al giro 14. Alonso si ferma un giro dopo e Webber si ritrova di nuovo alle sue spalle, stavolta con un terzo incomodo: Paul di Resta, che con la sua strategia differente frena la carica della F138 e della RB9 alla seconda posizione. Grosjean ed Hamilton si accodano al trenino prima di avere finalmente pista libera alla tornata 21, dopo il rientro di di Resta ai box. I loro tempi calano immediatamente e sensibilmente, ma il distacco da Rosberg in seconda posizione è ormai salito oltre gli otto secondi. Svantaggio annullato però dalla Safety Car, e Webber riottiene peraltro la terza posizione virtuale scegliendo di restare in pista, a differenza di Alonso che effettua la sua seconda sosta durante la neutralizzazione della gara. Il prosieguo della gara, però, darà ragione al muretto Ferrari. Quando la corsa riprende, l’australiano si ritrova in un sandwich Mercedes, senza che nessuno dei piloti riesca però ad azzardare una mossa. L’australiano monta PZero Medium nuove al 41° giro, anticipando la sosta di Nico Rosberg e superandolo. Ma Webber e il duo di Brackley si trovano a questo punto imbottigliati nel traffico di quei piloti che avevano già effettuato la loro seconda sosta durante la Safety Car. Webber ha la meglio su Gutierrez grazie al DRS e si avvicina rapidamente all’altra Sauber di Hulkenberg, per poi superarla al giro 54. Quindi tocca alle McLaren di Perez e Button cedere il passo alla RB9 numero 2, che prova ad avvicinarsi anche alla Lotus di Kimi Raikkonen. A quel punto però ecco tornare i fantasmi di Monza: dal muretto invitano l’australiano a risparmiare giri del motore, tenendo quindi le marce corte. Il problema è però ben più grave di quello del GP di Italia, ed i suoi tempi si impennano. Webber non può far altro che lasciarsi sfilare da Rosberg, Hamilton e Massa, prima di ritirarsi con il motore in fiamme alla settima curva dell’ultimo giro. “È un peccato, ho fatto il meglio che potevo” commenta laconico l’australiano.
Il ritiro di Webber ed il sesto posto di Massa fanno sì che la Ferrari recuperi un punto alla Red Bull in Classifica Costruttori, ma il vantaggio della casa austriaca resta un solido +103, mentre Vettel allunga su Alonso di altre sette lunghezze, portandosi a +60. La tranche orientale del Mondiale, solitamente favorevole agli uomini di Milton Keynes, è appena all’inizio.