Spa, la Ferrari ritrova el Matador. 2° Alonso, 7° Massa
Con una partenza da manuale e una serie di sorpassi al limite, l’asturiano, scattato nono dalla griglia, diventa protagonista di una remuntada straordinaria. Buon settimo posto per Felipe Massa. La F138 è apparsa nettamente più competitiva, ma “c’è sempre una Redbull davanti. E questo è il problema più grande”, afferma il brasiliano.
Mai piegato, mai domato, mai appagato. Fernando Alonso sul podio di Spa Francorchamps ci sale come una furia: ha spremuto fino in fondo la sua F138. Ha staccato sorpassi al limite dove altri non avrebbero neanche sognato di provarci. Ma non è stato abbastanza per regalare (e regalarsi) un happy ending in un tracciato dove, complici le pazzie metereologiche, l’improbabile può diventare realtà. Ma non oggi. Sull’asciutto e con le Orange Hard, Sebastian Vettel e la sua Redbull hanno dettato legge a Spa. Ma alla Ferrari, data per spacciata fino a tre giorni fa, oggi tocca qualcosa in più dell’onore delle armi. Perché anche se la Redbull è imprendibile, anche se a Maranello gli animi non sono sereni come dovrebbero, la Scuderia non molla: il risultato è un Gp del Belgio di grande solidità, che fa quasi scordare quei disastrosi ultimi cinque minuti di qualifiche in cui, ieri, è accaduto tutto ciò che non doveva accadere.
Alonso e Massa scattano dalla quinta fila, rispettivamente in nona e decima posizione. L’asturiano non aveva fatto mistero sul fatto che avrebbe tentato l’assalto alla diligenza. Detto fatto. Quando si spengono le luci Nando mette il turbo. Buttandosi all’interno, fagocita le due Lotus, la Force India di Paul Di Resta e la Redbull di Mark Webber. Dopo l’Eau Rouge si ritrova da nono a quinto, appena dietro Jenson Button. E’ solo l’inizio della carica. Al quarto giro supera in scioltezza Button e, guadagnata la quarta piazza, parte nella rincorsa del terzetto di testa composto da Vettel, Hamilton e Rosberg. La pratica con il biondino della Mercedes viene sbrigata dopo due tornate.
Comincia la lotta sul filo dei millesimi di secondo, interrotta dal primo valzer dei pit-stop: al rientro dal primo cambio gomme, al 14esimo giro, Fernando Alonso si ritrova appena dietro Lewis Hamilton, impelagatosi con Romain Grosjean. Superare il francese della Lotus è una formalità. Ed è il 15esimo giro quando l’asturiano, alla Bus Stop, si sbarazza con cattiveria del pilota inglese della Mercedes. Il ritorno di Hamilton è senza storia: Nando ne ha di più e artiglia il secondo posto. Comincia per lui la scalata alla vetta della gara, occupata da Sebastian Vettel. Ma il tedeschino (che a chiamarlo ancora tedeschino ci vuol coraggio) ne ha di più: Sebastian scappa, allungando sul ferrarista decimo dopo decimo. Nel duello a distanza la gara si addormenta.
E’ il 29esimo giro quando Alonso torna ai box per montare gomme dure: con Vettel ancora in pista su gomme medie usurate, lo spagnolo guadagna qualche secondo. Ma è solo un’illusione: dopo il cambio, il tedesco della Redbull comincia a guadagnare in maniera più che sensibile. Alla bandiera scacchi, il ferrarista accusa un ritardo di 16 secondi.
“Dovevamo recuperare qualche posizione perché ieri non era andata bene. E lo abbiamo fatto. Con la macchina abbiamo fatto dei bei sorpassi, ma la seconda parte di gara è stata un po’ noiosa, perché Sebastian era troppo veloce e dietro di me non avevo nessuno che spingeva”, afferma l’asturiano. “Anche se fossi partito primo, sarei finito comunque secondo sul traguardo. Vettel era 3-4 decimi più veloce di noi”. Ed è questa, forse, la causa della faccia da funerale che Fernando Alonso sfoggia sul podio: la consapevolezza che la fine della stagione si avvicina e che Sebastian Vettel continua ad allungare in classifica. Alonso, complice il ritiro di Kimi Raikkonen, ha nuovamente ripreso il secondo posto del mondiale piloti. Ma il distacco che lo separa dal tedesco è salito a 46 punti .
“Abbiamo fatto un passo avanti, abbiamo ritrovato la competitività”, conclude l’asturiano. “Spa è stato il primo step, Monza sarà il secondo, Singapore il terzo. Passo dopo passo, il nostro obiettivo è vincere qualche gara di fila. E per farlo dobbiamo continuare a lavorare 24 ore al giorno”.
Più anonima la gara di Felipe Massa, penalizzato da una partenza sfortunata, in cui è stato ostacolato da Kimi Raikkonen: il brasiliano si è ritrovato dodicesimo, con l’handicap di un problema tecnico sul volante, su cui per qualche giro si sono oscurate tutte le spie. “Non vedevo niente. Non mi arrivavano i dati della vettura, era difficile parlare alla radio e usare il kers. Fortunatamente il problema è rientrato”.
Dopo un primo stint difficile in mezzo al traffico, Massa comincia passo dopo passo a rosicchiare qualche posizione. Bello il duello con Raikkonen, tenuto dietro con caparbietà per diversi giri, e il sorpasso finale su Grosjean.
Per Felipe Massa arriva un settimo posto che fa morale e porta punti importanti in ottica costruttori. Ma per il brasiliano, dopo una parte centrale di campionato funestata da problemi ed errori, e con le voci di mercato che lo danno con un piede fuori da Maranello, la ricerca della serenità e del feeling con la vettura continua.
Contento, per sua stessa ammissione, Stefano Domenicali. “Fernando ha fatto una gara straordinaria. Partire così indietro e arrivare così avanti è segno che siamo ancora lì. Ora dobbiamo migliorare sul long run con le gomme dure”, afferma il Team Principal della Ferrari. “Oggi abbiamo visto di cosa è capace la Redbull. Se vogliamo batterla, dobbiamo lavorare a testa bassa per migliorare la vettura, senza farci distrarre dalle cose che succedono all’esterno. Alla fine del campionato mancano ancora otto gare: tutto è ancora possibile”.