Budapest agrodolce per Seb: è 3° ma allunga in Classifica
La gara ungherese lascia insoddisfatto il Campione del Mondo in carica, che chiude alle spalle di Lewis Hamilton e Kimi Raikkonen. Il suo primato in Classifica iridata, però, sale a 38 punti. Rimonta di Webber, che chiude 4° a 5 secondi dal compagno di squadra.
La maledizione di luglio torna a colpire Sebastian Vettel, che nel soleggiato e caldo Hungaroring non riesce a conquistare la seconda vittoria consecutiva, ed anzi è costretto anche a cedere la seconda piazza alla Lotus di Kimi Raikkonen, chiudendo terzo. Fatale per le sue speranze di vittoria il secondo stint, dove perde tempo prezioso alle spalle della McLaren di Jenson Button, danneggiando peraltro l’alettone anteriore in un tentativo di sorpasso. Una buona gara quella di Mark Webber, che dopo gli “imbarazzanti” guasti alla sua RB9 nella giornata di ieri sfrutta al meglio una bella partenza e la sua strategia “invertita” per rimontare dalla decima alla quarta posizione.
La partenza sul lato sporco rischia di giocare un brutto tiro a Sebastian Vettel, che si ritrova a difendersi dall’attacco di Grosjean. I due arrivano quasi al contatto, ma Sebastian riesce ad avere la meglio all’uscita della prima curva. Deve a quel punto evitare che Lewis Hamilton faccia la lepre, ma allo stesso tempo non può permettersi di perdere di vista Romain Grosjean, che è al di sotto del limite per l’attivazione del DRS.
Dopo la prima sosta al 12° giro, rientra in pista alle spalle di Jenson Button, ed è qui che sfumano più concretamente le sue chance di rientrare in lizza per testa della corsa: a differenza di quanto fatto da Hamilton qualche giro prima, Seb non riesce a sbarazzarsi rapidamente della MP4-28, nonostante le mescole più fresche. Tenta un attacco al 17° giro, che lo porta al contatto in cui danneggia l’alettone anteriore. L’occasione si fa ghiotta per i rivali alle spalle del Campione in carica: la perdita di carico sulla RB9 sembra evidente, e sia Grosjean che Alonso si avvicinano pericolosamente. Il degrado sulle PZero di Button viene però in soccorso di Vettel, che riesce ad avere la meglio su di lui al 25° giro. Il contatto tra Grosjean e la McLaren, pochi istanti dopo, obbliga peraltro il francese a rientrare probabilmente qualche giro prima rispetto al previsto e permette a Seb di riprendere fiato.
Tra danni e duelli, però, il gap da Hamilton è ormai considerevole, aggirandosi attorno ai 12 secondi. Dopo il suo pit-stop al giro 35 la storia si ripete: Vettel è di nuovo alle spalle di Button, in sesta posizione, e anche stavolta impiega qualche giro prima di avere la meglio su di lui. Il drive-through imposto a Grosjean e la seconda sosta di Raikkonen gli permettono comunque di riagguantare la terza posizione, ma il finlandese riesce a sopravanzarlo grazie ad una strategia a due sole soste. Rientrato in pista dopo il terzo pit del 56esimo giro, Seb inizia a recuperare terreno sulla Lotus, ed alla terz’ultima tornata tenta un attacco alla curva quattro, ma il finlandese chiude la porta e Vettel si ritrova ad andare lungo, accusando poi il rivale di non avergli lasciato sufficiente spazio – anche se, di fatto, Raikkonen era ancora notevolmente in vantaggio rispetto al pilota Red Bul. Gli ultimi due giri sono un assedio della RB9 ai danni dell E21, ma senza alcun risultato: Sebastian Vettel taglia il traguardo per terzo.
È scuro in volto quando l’inno tedesco sul podio stavolta non risuona per lui, ma per quella Mercedes che, al momento, sembra rappresentare l’ostacolo più concreto tra lui ed il quarto Titolo consecutivo. Prima delle interviste di Martin Brundle parla con l’amico Raikkonen, proprio per commentare quell’episodio in chiusura della corsa che l’ha lasciato perplesso.
“Non è stata la gara migliore che potessi avere“ esordisce dopo la cerimonia dello champagne: “La partenza è stata difficile, anche se sono riuscito a mantenere la seconda posizione. Poi ho perso del tempo dietro a Jenson, e quello è stato il momento cruciale della gara. Tentando di superarlo ho danneggiato l’alettone, il che non ha certo migliorato le cose. Nell’ultima parte ho fatto del mio meglio per superare Kimi, ma sul rettilineo non riuscivo proprio a raggiungerlo. Sicuramente speravo in qualcosa di più”.
“Sì, ho chiesto a Kimi del mio tentativo di sorpasso” conferma Vettel, parlando dell’episodio con Raikkonen “Ma lui si è messo a ridere! In ogni caso non fa niente, alla fin fine sono cose che possono succedere in gara”.
Mark Webber punta ad una strategia differente per recuperare posizioni dopo le qualifiche di ieri, e sceglie di iniziare la gara su gomme Medium. Nonostante la partenza dal lato sporco, riesce subito a recuperare tre posizioni: al termine del primo giro è settimo. Arriva ad essere il leader della corsa, grazie al valzer delle soste dei gommati Soft, ed al 24° giro arriva il momento della sua prima sosta: resta su gomme Medium e rientra in sesta posizione, che diventa la quarta dopo i pit-stop di Button e Grosjean, e non ci vuole molto prima che riesca a mettere nel mirino gli scarichi della Ferrari di Fernando Alonso. Al 32° giro si trova però costretto a guardare negli specchietti per l’arrivo di Lewis Hamilton che ha appena effettuato la sua sosta, e a cui deve cedere la terza piazza due tornate più tardi, con un bel sorpasso all’esterno della seconda curva da parte dell’anglocaraibico. Episodio che si ripeterà in occasione della terza sosta del pilota Mercedes al giro 52.
Dopo aver montato il terzo set di Medium alla 44esima tornata, passa all’obbligatorio set di option a dieci tornate dal termine, facendo segnare giri record che gli permetteranno di conquistare il GPV, con 1:24.069, ed arrivando alla bandiera a scacchi con ben 13 secondi di vantaggio sullo Fernando Alonso – certo una buona notizia per la corsa al Titolo di Vettel.
“Mark ha fatto un’ottima rimonta oggi. Sebastian ha perso il grosso della corsa dietro a Jenson” commenta Chris Horner “Nonostante tutto, aver raggiunto il podio con l’alettone danneggiato è un risultato importante, ed è importante aver aumentato il nostro vantaggio in Classifica. Anche se, ovviamente, è ancora presto per rilassarsi, e non si può sottovalutare nessuno”.
Il riassunto del GP di Ungheria per Vettel, insomma, sta proprio in quel mezzo sorriso che abbozza sollevando il trofeo sul podio: rammarico per non essere riuscito a sfidare Hamilton per la vittoria e per la posizione persa rispetto alla griglia di partenza, ma anche consapevolezza di andarsene in vacanza con 38 punti di vantaggio sul secondo classificato – ora Kimi Raikkonen. La Red Bull, invece, allunga a 69 sulla Mercedes, anche grazie al ritiro di Nico Rosberg. Come dice Horner, è presto per rilassarsi, ma di sicuro gli uomini di Milton Keynes non saranno quelli che sentiranno più pressione durante le vacanze estive.