F1 Story | Nurburgring 1995, Schumacher uber alles!
Una capolavoro di talento. Così può essere riassunta la vittoria di Michael Schumacher conquistata al Gp del Nurburgring del 1995.
Come spesso accade in terra tedesca, il meteo fu il protagonista della gara: un improvviso acquazzonerese viscida la pista qualche ora prima della partenza.
I nervi dei piloti diventarono ancora più tesi quando Giove Pluvio decise di sospendere l’abbondante doccia poco prima della procedura di partenza per poi riaprire copiosamente i rubinetti qualche istante prima dello spegnimento dei semafori.
Si creò subito il panico tra le scuderie che optarono per diverse scelte di pneumatici sulla scorta delle previsioni meteo poco attendibili.
La Ferrari, con Berger e Alesi che scattavano rispettivamente dal quarto e dal sesto posto della griglia, rischiò il tutto per tutto optando per le gomme slick, così come fece la McLaren con Hakkinen e Blundell nono e decimo in griglia.
Al via, su un tracciato reso insidioso dalla pioggia, le quattro vetture citate furono agevolmente superate dal resto del gruppo che montava pneumatici rain, ma ben presto la pioggia smise di cadere, il tracciato si asciugò rapidamente e il gruppone dei fuggitivi fu costretto ad una sosta ai box anticipata.
L’azzardo aveva pagato.
Alesi, quel giorno in particolare stato di grazia, prese il comando della gara martellando giri veloci, mettendo una forbice tra se e gli inseguitori al ritmo di tre secondi al giro, mentre Berger riuscì agevolmente ad entrare in zona punti.
Jean entrò ai box per effettuare l’unica sosta programmata, mentre Schumacher e Damon Hill, rientrarono ai box per la seconda volta.
Nulla sembrava poter fermare l’allora idolo francese dei ferraristi, ma, come troppe volte accaduto nel corso della carriera rossa di Jean, la sfortuna colpì la vettura numero 27.
Damon Hill, autore di una gara di spessore alle spalle del rivale mondiale Schumacher, nella foga di non perdere di vista il tedesco, tamponò la Ferrari 412 T2 del francese , rompendo l’ala anteriore e andando a concludere la sua gara, e le sue chance iridate, contro i muretti di protezione.
Da amarcord fu la scena di Hill fuori dalla sua Williams, senza casco che applaudiva il campione del mondo ’94, essendosi reso conto che quell’errore grossolano gli era costato il mondiale.
La rossa di Maranello resistette all’attacco deciso e sconsiderato della Williams, e proseguì la sua corsa, ma le gomme meno fresche rispetto a Schumacher, che aveva optato per una strategia su tre soste, ed una serie di doppiati daltonici dinnanzi allo sventolio delle bandiere blu, fecero ben presto svanire il vantaggio di Jean nei confronti del tedesco.
L’epilogo della triste resa ferrarista arrivò quando Martin Brundle su Ligier – scuderia di proprietà di un certo Flavio Briatore – nonostante fosse uno dei tanti doppiati della gara, tirò una staccatona micidiale al pilota di Avignone all’altezza dell’ultima chicane, facendo finire la monoposto numero 27 nella terra.
Molti furono i secondi persi da Alesi a seguito di questa manovra sconsiderata, e alle sue spalle arrivava il cannibale Schumacher.
Quando mancarono solo due giri alla fine di un GP epico, il tedesco della Benetton, autore di una condotta di gara impeccabile, fece sentire il fiato sul collo all’alfiere ferrarista per poi superarlo inesorabilmente e conquistare una vittoria fondamentale nell’ottica mondiale.
Alesi giunse secondo, ma la tenacia mostrata in quella gara rese il francese una figura rimasta nel cuore di tutti i tifosi della Scuderia.