Pagelle Gp Spagna: Alonso profeta in patria, Raikkonen 2°
Ferrari impeccabile a Barcellona, Raikkonen ancora a podio. La Red Bull soffre con gli pneumatici mentre per la Mercedes, dopo la pole, arriva il solito calvario domenicale. Il mondiale è più vivo che mai con tre piloti in diciassette punti.
Fernando Alonso 10 Si fa perdonare con una gara da maestro un nervosismo a tratti esagerato, tra baruffe poco eleganti con paparazzi e frecciatine sin troppo dure alla squadra, rea di non aver portato in pista aggiornamenti indovinati. Fino a scoprire, dalla partenza, che la F138 (voto 9) è una lama tagliente, capace di infliggere mezzo secondo al giro agli avversari, per giunta senza distruggere le mescole. Quest’anno non servono i miracoli del 2012 per vincere il titolo, semmai serve la giusta freddezza e la dovuta calma nell’assecondare il potenziale di una monoposto davvero valida. Il voto per Alonso, nonostante le troppe polemiche, è comunque un dieci tondo. Perchè Fernando quando abbassa la visiera la domenica alle 14 è un tornado che rade al suolo gli inermi avversari. Passa allo start Raikkonen ed Hamilton all’esterno a 200 Km/h. Poi tocca a Vettel, Rosberg e ancora Raikkonen. Un principe che conquista la sua Spagna in attesa dell’Impero più ambito…Seconda vittoria stagionale, trentaduesima in carriera. AUTORITARIO
Kimi Raikkonen 9 Abbastanza pollo nel farsi fregare in partenza da Alonso, tanto micidiale nel raddrizzare a modo suo una gara nata male. Sbarazzatosi di Hamilton, Kimi inizia a martellare sul piede del gas, con il solito occhio alle gomme. La Lotus è tra i pochi team a potersi permettere una strategia su tre soste e Raikkonen ne è l’interprete perfetto. Sorpasso, bellissimo, in fondo al dritto a Vettel e gestione perfetta di un secondo posto fondamentale. Il terzo consecutivo, che fa storcere il naso a un Iceman mai domo, ma che gli permette di braccare da vicino il capoclassifica. Quattro podi su cinque gare, sempre a punti. Lotterà per l’iride fino alla fine. SEMPRE PRESENTE
Felipe Massa 9 Da nono a terzo, con l’handicap di aver dovuto anticipare tantissimo la prima sosta per sbarazzarsi di Vettel e Webber. Un undercut (così in gergo viene nominata la chiamata ai pit anticipata) tanto geniale e indovinato quanto duro, perchè Felipe ha dovuto riadattare tutti gli stint di gara. E già commentare un Massa davanti alle Red Bull dovrebbe rendere l’idea del ritrovato stato di forma del folletto paulista. Che ci dà dentro, parte a razzo, si incolla ai primi, è cattivo nel modo giusto con Hamilton e le prova davvero tutte per completare la doppietta Ferrari. Maledetta penalità in griglia, maledetta superficialità nell’ostacolare Webber. In ogni caso una grande gara e primo podio stagionale per lui. Quest’anno la Ferrari corre con due piloti. FINALMENTE
Sebastian Vettel 8 Un po’ inaspettatamente giù dal podio, afferma incavolato “Dobbiamo corerre al ritmo delle gomme e non della monoposto“. La solita litania di casa Red Bull, quando queste gomme sono uguali per tutti. Sebastian comunque è autore di una gara senza sbavature, l’unico errore lo commettono gli strateghi al muretto, lasciandolo fuori troppo tempo prima della seconda sosta, nel desiderio – un po’ troppo ottimistico – di passare a una tattica di tre soste. Ma la Red Bull non è la Lotus, e il tempo perso in pista taglia le gambe al tedeschino, costretto a salvare il salvabile con un quarto posto che lo tiene comunque in testa al mondiale. REGOLARE
Mark Webber 7,5 Quando dalla terza fila si addormenta (che novità!) con la frizione tra le mani, scivolando in poche centinaia di metri fuori dalla top ten, il destino sembra dare ragione a Horner che l’aveva appena definito “un pilota al tramonto”. Ma il cangurone bistrattato e separato in casa è bravissimo a rimontare fino al quinto posto finale, anticipando i pit stop e mantenendo un ritmo di tutto rispetto. Considerata la scellerata partenza, i nove secondi da Vettel sono un distacco più che discreto. Il semaforo semprerosso è un’aggravante, non certo un’attenuante. Ma se parliamo di performance Webber ha saputo dire la sua, nonostante questa Red Bull “umana”. INCOMPRESO
Nico Rosberg 8,5 Splendida la pole – dove riesce a infliggere quasi due decimi di distacco a quell’animale da qualifica di Hamilton – ottima la gestione della gara. Nico corre in testa il Gp di Spagna finchè la bipolare W04 regge il passo. Quando iniziano i problemi di gomme il tedesco è bravissimo a correre un’altra gara, in solitudine, fatta di passaggi costanti e attenti. Costretto in più curve ad alzare il piede, è lo spot peggiore che la F1 può offrire. Eppure scivola “soltanto” fino al sesto posto, mentre Lewis frana. Una prova migliore di quella che può sembrare. L’APPARENZA INGANNA
Paul di Resta 7 Quella ammirata tra le pieghe del Montmelò non è la Force India sbarazzina e quasi da podio del deserto di Sakhir. Eppure, partito dalla decima posizione, di Resta è protagonista di una gara consistente, dal ritmo in crescendo. Riesce ad avere la meglio sulle due McLaren e solo un problemino al Drs gli impedisce di soffiare nelle ultime tornate la sesta piazza alla Mercedes di Rosberg. Indiani ancora quinti in classifica davanti a Woking. NON MALE
Jenson Button 6,5 E va be’ che Gutierriez lo ostacola in qualifica, ma partire quattordicesimo è davvero umiliante per lui e per la McLaren. Buona la rimonta, che lo vede ottavo sotto la bandiera a scacchi. Quattro punti che di questi tempi sono ossigeno puro, soprattutto se arrivano dopo una gara intelligente, giocata sui tre pit stop. Un po’ triste la “tutela” da parte del muretto nei confronti di Perez. Uno status di prima guida tanto riconosciuto formalmente quanto vacillante nei fatti…Non è il suo anno. MALINCONICO
Sergio Perez 6,5 Il ragazzo ha fegato, lo dimostra il piede tutto giù contro la Red Bull di Webber, nonostante la palese inferiorità di questa Mp4-28 (voto 5). Sergio ci prova a stare con i big, corre come una dannato, ma le prende un po’ da tutti. Da Webber, da di Resta, da Massa. Non è colpa sua però, gli va dato atto di aver fatto sia in qualifica che in gara il massimo con una monoposto difficile. E se dai box non fosse arrivato un ordine di squadra perentorio, ancora una volta avrebbe fatto meglio del compagno Button. VOLITIVO
Daniel Ricciardo 6,5 Seconda volta a punti in campionato per l’australiano della Str. Week-end positivo per Daniel, che viene eliminato per un soffio in Q2 e che è autore di una gara pragmatica, alla fine della quale si porta a casa un punticino d’oro, respigendo gli insistiti attacchi di Gutierrez. Considerando le defaillances di Sauber e Williams, la Toro Rosso ha l’occasione di costruire gara dopo gara un’interessante corsa al settimo posto in classifica. CATENACCIARO
Esteban Gutierrez 7 Ci voleva l’Europa, forse, per vedere finalmente guidare con il giusto piglio e la giusta aggressività il messicano della Sauber. Disastroso in qualifica, tra lentezza e penalità, ma trasformato in gara. Bravo nei duelli, bravo nel gestire le gomme. Allunga gli stint in modo eroico, arrampicandosi fino alla testa della gara. Poi deve cedere il passo ai più forti ma senza rinunciare a lottare. E con una Sauber a dir poco deludente, sfiora la zona punti. Se doveva mandare un segnale alla scuderia, quello di Barcellona è stato più che positivo. SVEGLIO
Lewis Hamilton 5 Dalla prima fila alla dodicesima posizione, un vero e proprio calvario che ha ricordato molto da vicino la Mercedes di Schumacher. Lewis crolla quasi subito, infilato senza appello da Raikkonen e Massa. E si lamenta tanto “Mi ha sorpassato addirittura una Williams!” dice in un team radio alquanto significativo. Colpa della Mercedescerto, ma a differenza del Barhein in Spagna Hamilton è stato surclassato da Rosberg. SCONSOLATO
Adrian Sutil 5,5 Lui è l’altra faccia della Force India, quella sfigata al punto giusto. Una calamita di guai in queste gare. Lui e Paul di Resta sembrano i disneyani Paperino e Gastone. Anche a Barcellona i meccanici Force India si “dimenticano” Sutil sui cavalletti, compromettendo irrimediabilmente la sua gara. PAZIENZA
Jean-Eric Vergne 6 E’ già molto vederlo camminare in piedi nel paddock dopo due colpi che avrebbero messo K.O. anche Rocky Balboa. Prima, a rallentarlo, ci pensa la solita misteriosa foratura Pirelli. Poi ti arriva dietro l’incredibile Hulk e ti butta per l’aria mentre ti appresti a fare il tuo in pit stop. Nemmeno fosse il cattivo degli Avengers. Capperi!
Nico Hulkenberg 4 Quello in Catalogna è un fine settimana da dimenticare per il prode Hulk. Con una Sauber irriconoscibile il tedesco di qualifica soltanto in ottava fila. E in gara infila anche il primo patatrac della sua carriera, fin qui sempre molto attenta, speronando senza complimenti in pit-lane l’accorrente e incolpevole Vergne. Il più classico degli unsafe release che gli costa l’ormai inconsueto “stop and go”.
Romain Grosjean 6 Non parte granchè bene ma poteva certamente finire in zona punti. Eliminato dalla contesa per un preoccupante cedimento strutturale della sospensione posteriore destra. AU REVOIR
Pastor Maldonado 5 Un anno fa esatto espugnava Montmelò presentandosi come il volto nuovo della F1. Dalle stelle alle stalle in 365 giorni. Con una Williams-Renault mai così catorcio nella sua storia, il povero “Pastore dei Caraibi”, oltre a lamentarsi incessantemente con la squadra, si toglie almeno lo sfizio di lottare per uno sprazzo di gara con Hamilton. Poca roba. SCOCCIATISSIMO
Valtteri Bottas 4 Si tiene dietro Maldonado in qualifica, mentre con una tattica un po’ harakiri di tre soste non riesce a fare altrettanto in gara. Anzi; becca quasi cinquanta secondi dal teammate. Un successone insomma…
Giedo Van der Garde 6,5 Ci sono quelle gare che possono segnare una carriera…anche in senso negativo! La dea bendata volta le spalle all’olandese, nel fine settimana dove il povero Giedo fa di tutto per mettersi in luce. La pista gli piace, l’anno scorso ha trionfato qui a Barça in Gp2. E si vede; Van der Garde, un po’ a sorpresa, è il migliore in qualifica nel favoloso quartetto dei puntinograzie. E parte pure bene. Finchè una gomma della sua Caterham non decide di abbandonarlo per seguire i propri sogni a ruota libera…No, battute tristi a parte, che sfortuna!!
Charles Pic 5,5 A dispetto dei pronostici è il primo della “serie C” sotto la bandiera a scacchi, presa in diciassetessima posizione. Ma in qualifica è disastroso, il peggiore dei soliti quattro.
Jules Bianchi 6 In qualifica le becca da Van der Garde, riuscendosi però a tenere dietro Pic e Chilton. La gara è compromessa sin dall’inizio, visto che deve cambiare l’alettone anteriore perdendo del tempo prezioso. Non demorde, ma la Marussia non riesce a tenere sulla distanza il passo della Caterham. Lui il suo lo fa più che bene, rifilando mezzo minuto al solito, impalpabile, Max Chilton (4,5).
Gp di Spagna 8 Bello perchè incerto fino al terzo stint di gara, quando Alonso addormenta la partita e se ne va, mandando in tripudio la sua gente. Marziana la Lotus con gli pneumatici, gli stessi con cui va in difficoltà palese la Red Bull. Tanta carne al fuoco, per un ritorno in Europa tanto rosso, quanto vivo, vero, emozionante. La degna overture di una stagione più calda che mai nel vecchio continente.
Pirelli 4 La sensazione è che il fornitore italiano stia attraversando un periodo di vera difficoltà, rischiando di perdere la bussola. In Spagna ha debuttato un tipo di mescola più dura e resistente, ma visto il numero di pit stop in gara e la friabilità del composto l’esperimento sembra clamorosamente fallito. Piloti sulle tele in pochi giri, ma non è tutto: continuano le misteriose forature (e Barcellona non presenta l’asfalto sporco del deserto). Questa volta è toccato a di Resta nelle libere e a Vergne in gara, per non parlare di un sospetto foro sulla gomma di Alonso che poteva costare all’asturiano il Gp. Gomme che durano come chewingum e scoppiano come palloncini. Quo vadis Pirelli?