Vettel vince a Sepang ma ammette: “Ho fatto un bel guaio”
Sebastian Vettel vince il Gp della Malesia dopo uno spettacolare duello senza esclusione di colpi con il compagno di squadra Mark Webber, secondo ed “incazzato”. Gelo tra i due al termine della corsa.
La Malesia segna il ritorno alla doppietta della Red Bull, ma anche l’acuirsi della tensione tra i due alfieri del team austriaco. In molti, durante il “round”, prima a distanza e poi face to face, avranno pensato all’incidente del Gp della Turchia 2010, quando Webber chiuse bruscamente la porta a Vettel, costringendolo al ritiro. Stavolta c’è mancato davvero pochissimo per bissare quell’episodio. Alla fine l’ha spuntata Vettel, grazie ad un sorpasso da brividi sul rettilineo principale, con Webber che lo costringeva a far la barba al muretto per sopravanzarlo.
I due hanno adottato una strategia completamente diversa, ma ciò nonostante si sono trovati a lottare per la prima posizione per oltre metà gara. Vettel, che ha mantenuto la leadership in partenza, è stato il primo a togliere le intermedie per le slick medie ed ha dovuto lottare per uno o due giri con la macchina che gli schizzava da tutte le parti. Poi, man mano che la pista migliorava, ha trovato il ritmo, ma quei giri con pista ancora umida gli avevano fatto perdere la leadership proprio a vantaggio del compagno di squadra, che intanto aveva montato le hard.
Vettel sembrava anche più lento delle Mercedes di Hamilton e Rosberg. Dopo ben tre pit stop, Seb si è trovato in seconda posizione, alle spalle del compagno di squadra, minimamente intenzionato a cedergli la vittoria. Vani i tentativi di ottenere l’ordine di scuderia, il tedeschino si è rimboccato le maniche ed ha lanciato la sfida a Webber; sfida che si è risolta, dopo un’acerrima battaglia, con un sorpasso al cardiopalmo sul rettilineo principale, passando a pochi centimetri dal muretto e facendo andare su tutte le furie l’australiano, oltre che far saltare sulla sedia Horner e Newey e dal divano gli spettatori increduli.
Non c’era ordine di scuderia (o meglio, c’era, ma era nel solo interesse della squadra…), né l’esigenza di vincere a tutti i costi, visto che siamo solo alla seconda gara ed Alonso era già ko. Ma la fame di vittoria ha preso il sopravvento: “Ho fatto un bel casino oggi – commenta Vettel. Vorrei dare una giustificazione plausibile per quello che ho fatto, ma non ce l’ho. Posso capire la frustrazione di Mark ed il fatto che il team non sia felice per ciò che ho fatto; devo una spiegazione ad entrambi. Proverò a darla più in là. Parliamo di queste cose tutte le volte che succede e normalmente non dovrebbe succedere, ma oggi è successo ed ho dovuto agire. Io e Mark lottiamo sempre quando siamo vicini, ma con le gomme che abbiamo ora, non sapendo come arrivavamo alla fine, era un rischio troppo grosso restare indietro. Potevamo finire addirittura in ottava o nona posizione in due giri se distruggevamo le gomme. Ho scavalcato una decisione del team che secondo me era sbagliata. Non l’ho capito e chiedo scusa. Non sono felice di aver vinto. Ho fatto un errore e se potessi tornare indietro non lo rifarei. Non è facile ora. Chiedo scusa a Mark e la squadra”.
Decisamente più incazzato Mark Webber. L’australiano, stavolta, poteva contare sul “non-ordine” di scuderia e sul fatto che il team volesse congelare le posizioni. Mark aveva fatto tutto bene: ottima partenza, tempismo perfetto al box, giusta scelta di gomme. Poi è arrivato il “cocco di mamma Red Bull” che, nonostante l’infruttuosa pressione psicologica sul muretto, si è preso la vittoria con la forza, in spregio di Webber e delle direttive provenienti dal box. Assolutamente giustificate e legittime le sue rimostranze al termine della corsa: “Penso che Vettel abbia rispetto per me – il commento di Webber – ed io ho rispetto per lui, ma oggi le cose non sono andate in modo corretto. Correre così al limite e spingere così duramente è la situazione peggiore per la squadra. Sono sicuro che volevano consolidare il risultato, visto che sappiamo che qualcosa può andar storto. Negli ultimi 15 giri pensavo ad un mucchio di cose, ma ero contento di come stavo guidando. Ho provato a non pensare a ciò che era successo ed a tirarne comunque qualcosa di buono dalla giornata, ma ovviamente non sono soddisfatto del risultato. Purtroppo non c’è il bottone rewind. Ora bisogna restare freddi, evitando di lasciarsi coinvolgere da questa situazione come vorrebbe la gente. Ci sono tre settimane prima della prossima corsa; abbastanza tempo per lavorarci su”.
La situazione, quindi, è piuttosto tesa al box del team austriaco e certamente non aiutano le difficoltà dimostrate dalla vettura in questi primi due gran premi. La Red Bull, nonostante la doppietta, avrà parecchio da lavorare nei prossimi giorni, tra macchine ed uomini.