Toro Rosso, addio al doppio fondo nel 2013
A Faenza si è cambiato approccio progettuale per la nuova STR8, nel tentativo di alzare l’asticella delle prestazioni.
Un progetto coraggioso. Così avevamo definito la Toro Rosso STR7 il giorno della sua presentazione. La monoposto della scuderia faentina ha rappresentato una netta evoluzione della monoposto 2011, con soluzioni aerodinamiche estremizzate dall’allora direttore tecnico, Giorgio Ascanelli.
La STR7 presentava diverse soluzioni interessanti. Le pance saltavano immediatamente all’attenzione degli occhi più attenti, perché dotate di bocche d’ingresso notevolmente ridotte rispetto al passato. Un disegno che aveva richiesto una diversa posizione delle masse radianti. Ma, soprattutto, sulla STR7 si è continuato ad usare il concetto di doppio fondo, già utilizzato nel 2011, ma notevolmente estremizzato. Qualcosa, però, non ha funzionato. I problemi portati da questa soluzione sono stati pari, o forse maggiori, rispetto ai vantaggi che ci si aspettava di avere in pista.
La nuova Toro Rosso, dunque, cambia rotta e non avrà il doppio fondo. Cambieranno anche le pance laterali e la disposizione dei radiatori, il tutto mirato alla realizzazioni di forme spioventi verso il basso, in modo da favorire l’effetto Coanda degli scarichi soffianti nel diffusore posteriore. Si dirà addio anche all’idea di adottare la sospensione anteriore con schema Pull-Rod. A differenza della McLaren, che sembra andrà a copiare la filosofia Ferrari per lo schema sospensivo anteriore, la Toro Rosso ha scelto di utilizzare una classica soluzione Push-rod.
A Mateschitz non è andato giù quel nono posto in classifica costruttori, davanti solo alle piccole del gruppo. Il magnate austriaco vuole una rivoluzione, che è in parte iniziata la scorsa estate: via Giorgio Ascanelli e nel ruolo di direttore tecnico si inserisce la geniale matita di James Key. La STR8, curata da Luca Furbatto – ex McLaren – dovrà rappresentare una rottura con il passato e, nel 2013, dovrà dare performance in grado di poter mettere in luce il talento di Ricciardo e Vergne, pronti a sfruttare l’esperienza accumulata nel loro primo anno di Formula 1.