Romain e le ultime occasioni. “Se ne combina un’altra…”
La partenza è il momento della gara più adrenalinico di tutti. Passa in un battito di ciglia, ma quell’impercettibile intervallo tra lo spegnimento dei semafori rossi e lo scatto delle monoposto è l’istante in cui i cuori battono più rapidamente. Quelli dei piloti quasi impazziscono, arrivando anche a 190 battiti al minuto. Questo perché la partenza è un momento chiave, che imposta tutto il resto della gara. È difficile fare previsioni e calcoli basandosi solo sulla griglia: arriviamo alla prima curva, poi si vedrà il da farsi.
Ed è proprio questo il punto: per quanto ci si concentri sullo stacco della frizione, sullo spunto perfetto, sullo sfruttare ogni possibile indecisione degli avversari per guadagnare posizioni preziose, alla fine l’obiettivo principale è quello di raggiungere la prima curva indenni ed iniziare la corsa vera e propria, tirando un sospiro di sollievo per essere rimasti lontani dai guai. Tutti vogliono evitare un incidente. Però c’è chi lo vuole ancora più di altri: c’è chi ha molto da perdere e sa che un imprevisto qualsiasi potrebbe diventare un elemento decisivo, forse troppo.
Il pensiero va ai contendenti al Titolo, è ovvio… ma non solo. Anche Romain Grosjean sa perfettamente che lui una carambola al via non se la può proprio permettere. Non dopo averne causate già otto in 14 gare, l’ultima peraltro alla seconda occasione disponibile dopo il rientro dalla squalifica che si era guadagnato a Spa.
La FIA non ha intenzione di essere indulgente e lo fa sapere attraverso le parole di Paul Gutjahr, giudice della Federazione da quasi vent’anni, che nel paddock di Yeongam ha dichiarato alla rivista svizzera Blick: “È avvisato. Un altro incidente, e sarà di nuovo uno spettatore in più di un’occasione”.
Tra gli appassionati si sprecano battutacce e nomignoli. Ecclestone, forse scherzando o forse no, ipotizza che Romain abbia problemi alla vista. La Lotus fa sapere di non essere contenta, perché non ne può più di vedere un pilota che in qualifica fa meglio di un certo Kimi Raikkonen e che poi in più della metà delle gare non supera indenne la prima curva. E intanto si dice che i suoi colleghi ormai si spaventano anche solo quando se lo ritrovano vicino in fila al bar.
Romain giura di aver imparato la lezione, di poter fare meglio, di essere perfettamente consapevole del rischio che si corre alla guida di una monoposto. Si sforza, si impegna, e a Suzuka si concentra tanto a non chiudere chi gli sta accanto, che finisce addosso a chi gli sta davanti.
“So che quando uscirò fuori da questa situazione, sarò più forte”. Noi lo speriamo per lui. Perché è così che si compromette una carriera prima ancora che sia davvero iniziata…