L’analisi: Maldonado, dopo Barcellona è zero assoluto
Chi l’avrebbe mai detto dopo la gara del Montmelò? Decisamente in pochi avrebbero preannunciato un calo di prestazioni così evidente, così disarmante, di uno dei piloti sulla rampa di lancio, sulla strada giusta per riportare la Williams al suo vecchio status di grande team e poi dare la caccia al titolo mondiale in un futuro non poi così distante (ci riferiamo alle dichiarazioni rilasciate poche settimane fa dal pilota in questione: “…voglio vincere il titolo e lo voglio vincere in Williams perchè è un top team!“).
Stiamo parlando, ovviamente, del pilota venezuelano della Williams, Pastor Maldonado. L’alfiere di Sir Frank, aveva iniziato la stagione alla grandissima: grinta, talento di guida abbinato a ciò che in F1 (così come in tutte le cose della vita) fa la differenza: i risultati sul campo.
Nei primi cinque GP disputati in questo 2012, Pastor ha raccolto un buon ottavo posto in Cina ed una travolgente vittoria in Spagna, a Barcellona. Insomma, tutti i tasselli parevano andare nel posto giusto, preannunciando un autentico mosaico di soddisfazioni per il venezuelano e per il suo team, dal passato glorioso.
Così, però, non è stato. Dal Gp di Montecarlo a quello monzese terminato ieri, qualcosa s’è rotto e Pastor non ha più colto un solo punto mondiale, collezionando anzi ritiri, incidenti (chiedere ad Hamilton se ricorda qualcosa…) piazzamenti fuori dai punti e penalizzazioni varie, che lo hanno relegato ai bassifondi delle classifiche domenicali da otto appuntamenti mondiali a questa parte.
A proposito di penalizzazioni. Solo in queste tredici gare disputate, Maldonado ha “collezionato” ben trentacinque posizioni di penalità sulla griglia di partenza. Se non è il record negativo, poco ci manca, tenendo conto che mancano altri sette GP nel calendario 2012.
Ora, che Maldonado sia un talento non ci sono dubbi. Così come non ci sono dubbi sulla sua aggressività in pista, la quale però lo ha spesso portato a compiere sciocchezze in quantità industriale, scorrettezze (si può parlare quanto si vuole della validità dell’attuale regolamento, ma esiste e bisogna attenervisi) ed ingenuità che lo hanno portato fuori dalla “retta via”, nonostante la vettura sia ancora abbastanza competitiva da arrivare a punti in quasi tutti i GP.
Il compagno di team, Bruno Senna, ne è la prova vivente: nessun exploit di rilievo per lui, ma tanti buoni piazzamenti – i quali – hanno fatto sì che i due alfieri della Williams Renault si trovino praticamente vicini in Classifica generale Piloti. 29 i punti per il venezuelano e 25 quelli raccolti dal brasiliano.
La strada da percorrere, per Pastor, potrebbe essere quella intrapresa da Perez dopo il GP di Montecarlo: “gas y cabeza” (ovvero: spingere ma con criterio, con intelligenza), senza lasciarsi prendere da inutili quanto pericolosi colpi di testa o di ruota. Bottas, terzo pilota Williams, è li che attende di avere il posto per il 2013 e non è più così scontato che – a fargli posto – sia il nipote di Ayrton. Pastor, dovrà davvero dare il meglio di sè, in questi ultimi sette GP che lo separano dal suo futuro.