Red Bull come Lotus: con basse temperature delude
Qualcosa, rispetto alle ultime due stagioni, è letteralmente cambiato. Se l’organigramma di progettazione RB è praticamente il medesimo, la RB8 non può certo essere annoverata come “vettura schiacciasassi”, quindi nemmeno essere accostata alle sue progenitrici, capaci di ammazzare il mondiale (RB7) o di tenere in lizza tutti e due i piloti di Milton Keynes sino all’ultimo GP (RB6, la monoposto del primo mondiale di Seb Vettel).
In questo 2012, cambiati i regolamenti rispetto lo scorso Mondiale, l’equilibrio è molto più evidente, anzi, è ben presente sin da Melbourne, primo GP della stagione, dove a trionfare fu Button, freschissimo dominatore di Spa.
La messa al bando degli “scarichi soffiati”, vero punto di forza RB nella scorsa stagione, ha fatto sì che la suderia guidata da Chris Horner perdesse tutto l’enorme vantaggio nei confronti della diretta concorrenza e, a volte, anche di inaspettati outsider come Sauber e Williams.
Eliminate anche le (a questo punto illegali) mappature al motore Renault, il genio di Newey non ha saputo al momento partorire una soluzione in grado di dominare su ogni pista. Il risultato è presto detto: una sola vittoria nel ruolino personale di Vettel e i due centri di Webber permettono alla Red Bull di primeggiare nella classifica dedicata ai costruttori e di pareggiare il numero di vittorie colte dalla Ferrari con Alonso, ma nulla di più.
Negli ultimi quattro Gran Premi, gli appassionati più attenti avranno potuto notare l’assenza dal primo posto in griglia di una Red Bull, un fatto quantomai curioso quanto insolito da tre anni a questa parte. Le spiegazioni vanno cercate nelle libere del venerdì e nel progetto RB8, che ora andiamo ad illustrare.
Spesso, nelle ultime gare, in RB si sono concentrati sul passo gara piuttosto che sul giro singolo, consci che uno dei punti di forza della monoposto creata da Newey è senza dubbio la velocità in qualifica, la quale ha permesso a Vettel di partire in pole innumerevoli volte negli ultimi mesi. Il meteo, spesso “ballerino” e la pioggia, la quale ha spesso presenziato nei venerdì di libere, ha condizionato il lavoro previsto da Horner e soci, facendo sorgere problemi che a stento sono stati risolti il sabato mattina.
Non solo il meteo: anche la mancanza di reali soluzioni all’avantreno hanno fatto sì che la RB8 soffra maledettamente le basse temperature dell’asfalto, proprio come succede alla Lotus E20. Non è certo un caso che Vettel e Webber fatichino oltremodo quando la temperatura della pista si aggira attorno ai 25°-28°. Gli pneumatici non entrano in temperatura abbastanza in fretta (difficoltà che, lo scorso anno non esistevano proprio, in casa Red Bull), ciò fa sì che servano più giri per trovare il tempo buono per la qualifica. A volte però, come accaduto questo sabato a Spa-Francorchamps, più giri effettuati non sono bastati: Webber 12° e Vettel 11° in griglia, uno dei risultati peggiori dei due alfieri lattinari negli ultimi anni.
Fortunatamente per Seb e Mark, le temperature a Spa la domenica pomeriggio sono sensibilmente cresciute, permettendo loro di cogliere un buon risultato che li riavvicina alla testa del mondiale piloti, anche grazie all’incidente occorso ad Alonso ed Hamilton alla Source.
Il problema principale della RB8 pare sia stato individuato all’avantreno. Se il retrotreno, nonostante l’abolizione di mappature e scarichi soffiati fa ancora il suo dovere, davanti si fa sentire la mancanza d’aderenza. Il tutto peggiora con le coperture Medium e Hard, ancora più difficili da “scaldare” e farle lavorare a pieno regime in poco tempo.
Non solo RB e Lotus, ma anche McLaren ha individuato un problema simile. A Woking, però, pare abbiano risolto – e anche piuttosto bene – senza stravolgere il sistema di sospensioni all’avantreno (si parlava di Pull-Rod anteriore per il 2013), attraverso soluzioni alternative che hanno coinvolto pesantemente gli assetti della MP4-27. Sarà in grado Newey di risolvere questo problema e rilanciare la RB8 ai livelli conosciuti?