McLaren: “Rinforzare il regolamento, non riscriverlo”
Un delegato FIA denuncia un’irregolarità e si sente rispondere dai propri commissari che il regolamento, scritto dalla FIA stessa, non è abbastanza chiaro per capire cosa è legale e cosa no. Di fronte ad un episodio del genere è legittimo restare quantomeno basiti, perché la Federazione domenica mattina, nonostante i buoni propositi, ha dato ancora una volta l’impressione di non avere le redini del gioco in mano, non saldamente quanto vorrebbe e dovrebbe.
Per evitare che la cosa possa ripetersi, il Technical Working Group ha optato per un chiarimento dell’articolo 5.5.3 del regolamento tecnico. Molti però avranno pensato in questi giorni al poco glorioso GP di Gran Bretagna 2011, in cui i cambi regole furono quasi più numerosi dei cambi gomme. E non è solo chi segue la F1 da fuori ad essere desideroso di evitare una Silverstone 2011-bis, ma anche chi lavora nel paddock. Tra loro, Jonathan Neale.
“Spero non si torni a riscrivere tante volte le regole sugli scarichi come è successo l’anno scorso, perché quello causò molto nervosismo e difficoltà”. Così si esprime l’amministratore delegato McLaren. Non è comunque una critica, la sua. Neale ritiene anzi positivo il lavoro svolto fino ad ora da tutti gli interessati nel rendere più stabili le norme e nel farle rispettare, nonostante domenica sia stata scoperta una falla: “Penso che abbiamo lavorato sodo nei primi sei mesi di quest’anno con la FIA e Charlie perché fosse davvero chiaro cosa è concesso e cosa no. Mi impegno a dare nuovamente il nostro supporto, perché credo che il loro lavoro sia tutt’altro che facile in situazioni come queste”.
Il chiarimento non è da intendere come una modifica al regolamento, quanto una chiusura di un “buco” prima non considerato. Questo, secondo Neale, è il giusto modo di aggiornare le regole: “Per noi squadre e per lo sport, la costanza del regolamento è una cosa buona. Penso che dobbiamo semplicemente impegnarci a rinforzare le norme attuali, piuttosto che riscriverle continuamente”.
Ogni stagione, lo scopo di tutti gli appassionati è sapere chi, alla fine, solleverà il trofeo più importante. Per questo ciò che tutti vogliono scoprire è se e quanto le forze in pista verranno influenzate dal giro di vite della Federazione, già nel GP d’Ungheria. Neale, intervistato da AUTOSPORT al riguardo, ha scosso la testa: nessuno può saperlo con certezza. Tuttavia, il modo in cui Jo Bauer ad Hockenheim ha richiamato l’attenzione dei commissari di gara gli fa credere che la questione fosse molto rilevante: “Nessuno di noi sa realmente cosa ha infastidito così tanto la FIA da far sì che Bauer scrivesse quella nota domenica mattina. È stata una mossa piuttosto atipica, e non credo che la Federazione si sarebbe rivolta ai commissari a meno che non fosse seriamente preoccupata. Non sta a noi sapere o dire con esattezza cosa sta facendo il motore Renault nella Red Bull, né quindi quanto vantaggio ne traggano, perché alla fine la prestazione deriva dal pacchetto, in cui ogni cosa è integrata “.
Non poter sapere, comunque, non significa non essere curiosi. E peraltro, la curiosità non è una prerogativa di Woking: “Quello che so è che non siamo gli unici sulla griglia a guardare le Red Bull molto attentamente”.