Horner, la “gufata”, lo stile…
“Alonso è il nostro principale avversario” afferma Chris Horner. Amen, l’ha ammesso. Perchè l’asturiano è bravo? Ma certo che no, perchè è fortunato.
“Fernando Alonso è andato sempre a punti, un ottimo lavoro ma sta avendo molta fortuna, a dispetto di tutte le statistiche: prima o poi un week end storto capita a tutti, ma non a lui. Sull’arco di venti gare qualcosa si bilancerà…”
Sgrat, sgrat, sgrat. E vai con gesti apotropaici di ogni genere, sorta, modo e forma. Meritiamo di regalarceli, soprattutto se l’avversario number one della Rossa, il team principal più vincente degli ultimi anni (maddai!) è sempre in trincea quando si tratta di ignorare qualsiasi forma di fair-play, terzo tempo, in poche parole di sportività.
Tendere la mano ai rivali, l’onore della battaglia, perdere a testa alta? Macchè. Loro, gli angloaustriaci nati sulle ceneri di Stewart e Jaguar, sono sempre i più forti, gli altri quelli che se vincono lo fanno per un colpo di fortuna, che rimangono lenti e imprecisi.
Dal muso “orrendo” della Ferrari F2012 firmato dal Renzo Piano de noantri, al secolo Helmut Marko, alla “fortuna sfacciata” di Alonso decantata da Horner. E c’è qualcuno che non più di qualche giorno fa ha scritto che Sebastian Vettel vorrebbe portarsi Newey e Horner in Ferrari!
Un progettista geniale che nutre una sana, sincera e forte antipatia verso l’Italia e un manager che nonostante quattro titoli iridati non ha ancora imparato a vincere. E a perdere. Per piacere, teniamoci stretti Stefano Domenicali che è un vero signore.
Le parole di Horner sulla gara di Valencia fanno effetto se paragonate a quelle di Cesare Prandelli, allenatore della nostra Nazionale, che ha affermato: “Forse è meglio aver perso la finale con la Spagna perchè dobbiamo ancora crescere, maturare come squadra, e questa lezione ci farà bene”.
La cultura del sacrificio e dello sport, l’accettazione dei verdetti con stile e senso di giustizia. Forse per imparare a vincere la Red Bull avrebbe bisogno di scottarsi un po’, forse gli austriaci sono davvero maturi per prenderle un po’ dopo anni di un dominio che spesso ha rasentato l’arroganza.
Mal che va, possono sempre aprirsi un bel chiosco vendendo bibite fresche ed energetiche. Nomen Omen d’altronde, senza offesa.