Raikkonen, servosterzo? No, serve…tranquillità!
Fermi, alt, stop. Prima che sia troppo tardi, prima che le nubi foriere di strali e presunte polemiche tra Kimi Raikkonen e la Lotus possano trasformarsi in tempesta vera con conseguenze ben peggiori di qualche pettegolezzo da retro box.
Perchè la crisi tra Raikkonen e la Lotus “anglo-franco-belga-che-non-si-capisce-cosa-in-realtà-sia” semplicemente non esiste. La vettura della scuderia di Enstone è veloce e sbarazzina.
Può tanto stupire quanto deludere clamorosamente. Perchè è un progetto giovane, nuovo, aeoridanamicamente valido ma meccanicamente ancora da migliorare. Soprattutto nella gestione delle gomme più morbide.
Eppure il mondiale di Kimi non può essere messo in discussione, non fino ad ora. Due podi che potevano essere due vittorie, sei volte su sette a punti. Niente di più positivo per un pilota che ha corso due anni altrove ed è, almeno formalmente, in piena lotta per il mondiale.
A far discutere gli amanti della dietrologia sono state le ultime due uscite del finnico, a Monaco e Montecarlo, dove è apparso leggermente nervoso e insofferente nei confronti della squadra. Quasi svogliato durante i turni di prove libere e appannato in qualifica.
Tutta colpa di una servoguida con cui Iceman litiga da inizio anno e dalla difficoltà della sua E20 nel mandare le gomme in temperatura.
Soprattutto il feeling con lo sterzo è uno degli aspetti più delicati per un pilota di F1, Trulli docet. A Valencia la Lotus porterà la settima servoguida diversa, tarata sulle indicazioni del finlandese.
Qualcuno nel team ha storto il naso, affermando che Raikkonen si comporta come un bambino viziato mentre il compagno Grosjean “litiga” con le gomme ma riesce sempre a qualificarsi in top ten.
A spegnere sul nascere i tentativi di destabilizzazione ci pensa il team principal Eric Boullier: “I piccoli problemi tra pilota e team fanno parte di un lavoro di conoscenza che è fisiologico quando si cambia tutto e si lavora daccapo con due nuovi piloti. Siamo una squadra giovane che sta facendo bene, le altre big hanno gli stessi driver da tanti anni e c’è un’intesa maggiore. Noi ci stiamo lavorando. Grosjean è quasi un rookie mentre Kimi è un talento, un campione del mondo, che ha il suo stile. E noi stiamo imparando a conoscerlo, a capire la sua guida per settare al meglio la monoposto secondo le sue necessità”
Tradotto in parole povere, la Lotus non sembra poi tanto infastidita dalle “richieste” di Raikkonen. Sa che un pilota così talentuoso è difficile da trovare in giro e punta a tenerselo stretto. Lavorando con pazienza e abnegazione per trovare il bandolo della matassa, anzi dello sterzo, e uscire da una situazione che rasenta il paradosso.
Perchè parlare di crisi quando si lotta con i primi e si punta spesso al podio è un po’ esagerato: “Tutti ci chiedono se ci manca la vittoria, come se noi dovessimo dominare. Cresciamo a piccoli passi, siamo una squadra giovane. Non siamo Red Bull, McLaren o Ferrari. Siamo partiti un po’ più indietro e stiamo già facendo tanto. Siamo soddisfatti”. Così chiude Boullier.
Kimi Raikkonen e la ex Regiè stanno disputando un campionato al’altezza delle aspettative. Il binomio funziona, e con un po’ di serenità questi inconvenienti tecnici che frenano il biondino saranno risolti in un batter d’occhio.
Dopotutto è difficile pensare a un idillio già finito dopo le belle parole di Raikkonen (“non ho mai lavorato in un ambiente così piacevole”) e i podi importanti del Barhein e della Spagna. Sarebbe ingannevole fidarsi delle parole o delle espressioni del campione del mondo 2007.
Un pilota che a stento accenna a un sorriso dopo la più splendida delle vittorie, silenzioso e perennemente adombrato. Dai, lo conosciamo, non è da quanto sbuffa ai box ma da come si comporta in pista che va giudicato Kimi Raikkonen. E in Canada, nonostante le difficoltà, il coltello tra i denti Kimi ce l’aveva eccome.