Schumi, eterno ragazzo: “Sono ancora uno dei migliori…”
L’età avanza, ma c’è chi rifugge dal peso degli anni che passano. Uno di questi è Michael Schumacher, la F1 fatta persona per presenze, vittorie, carisma. Una leggenda al volante, che non ha nessuna intenzione di scendere da quelle monoposto a lui tanto care:
“Sono stato fuori per tre anni ma non mi sento vecchio. Non so se sono lo stesso di dieci anni fa ma so benissimo di essere ancora uno dei migliori piloti al mondo”.
C’è da credergli anche perchè lui, la “macchina” per eccellenza, anche negli anni d’oro non ha mai fatto sparate da spaccone della serie “Sono il più forte di tutti”. Eppure il migliore al mondo lo è stato eccome e forse è il più grande della storia delle corse.
Adesso questo Schumi bis, due anni senza un podio, ha l’umiltà di mettersi alla pari con quel manipolo di campioni del mondo in pista. Con quell’Hamilton che strizza l’occhio proprio alla Mercedes in chiave mercato, con quel Raikkoken che lui proprio consigliò a Todt nel 2006, con Vettel che è un po’ il suo allievo e infine con Alonso, prima avversario e ora aspirante erede in Rosso.
Michael, dal canto suo, lavora con l’entusiasmo di un rookie. Crede nella Mercedes dell’amico Ross Brawn, ma resta con i piedi per terra: “Abbiamo posto le basi per un futuro radioso, ma dubito che raggiungeremo già da subito certi livelli”.
Schumi mito che trascende passato, presente e futuro. Un’icona ancora splendida in una F1 mai così ricca di talento negli ultimi anni. Eppure anche il kaiser ha i problemi dei “comuni piloti“. Un contratto in scadenza ad esempio: “Ma non fatemene parlare adesso, sono troppo concentrato sulla stagione che sta per iniziare”.
Già, come un bambino che non vuole smettere di giocare; gli occhi brillano, l’adrenalina sale. Non ditegli che esiste anche la parola fine. Non a lui, per piacere.