Lola T300: quando il passato ispira il presente

Lola Racing Cars. Un nome storico nel panorama automobilistico, ma sfortunatamente fuori dalle competizioni della Formula 1. Una factory che ha contribuito, nel corso degli anni, ad alimentare il mito dei “garagisti” inglesi, così come amava definire Enzo Ferrari i suoi rivali britannici.

L’ultima vettura Lola ad aver calcato i palcoscenici del mondiale di Formula 1 è stata la poco competitiva T97/30. Vettura decisamente acerba e non in grado di superare il limite del 107%, addirittura più lenta della Lola di F3000 del 1997.

Nonostante siano ormai trascorsi 14 anni da quando la scuderia fondata da Eric Broadley ha abbandonato il circus iridato, è doveroso rendere omaggio ad una vettura di questa storica scuderia che è certamente stata fonte di ispirazione per le vetture moderne.

La monoposto è la Lola T300, utilizzata nel campionato britannico di F5000, formula motoristica che si disputò in vari paesi tra il 1968 e il 1982  ed intesa come una formula a basso costo. Era aperta a quelle vetture a ruote scoperte che non rientravano nei parametri richiesti da qualche altra categoria particolare. La denominazione deriva dal fatto che la cilindrata massima acconsentita era appunto di 5 litri, sebbene molte vetture adottassero cilindrate diverse da quella massima.

La T300, concepita per partecipare al campionato del 1972 può considerarsi una antesignana del moderno design delle attuali Formula 1. Il disegno dell’airscope posto sopra la testa del pilota e distaccato dal poggiatesta è stato infatti adottato nel 1997 dalla Williams progettata da un certo Adrian Newey e dalla Jordan 197 utilizzata da Fisichella e Ralf Schumacher. La conformazione particolare della presa d’aria distaccata dal poggiatesta si era resa necessaria per evitare che le turbolenze aerodinamiche influenzassero negativamente il flusso d’aria diretto al motore.

Dal 1997 questa soluzione è divenuta ormai una costante sulle moderne monoposto per quasi tutte le categorie.

Ma la fonte di ispirazione maggiormente affascinante riguarda il disegno delle pance laterali della T300. Come si può vedere dalla foto, queste hanno un disegno notevolmente svergolato verso il basso.

Anche questa soluzione è stata negli anni recenti ripresa sulle moderne vetture. Nello specifico è stata introdotta ancora una volta dalla Jordan nel 2001 con la poco competitiva EJ11, per poi essere riconsiderata nel 2003 sulla Ferrari F2003 GA, disegnata da Rory Byrne, diventando ormai una costante nel progetto di ogni moderna monoposto, visto il miglior coefficiente di penetrazione aerodinamica garantito da tale trovata.

Il passato è quindi una chiara fonte di ispirazione per i moderni progettisti, ma meritano un plauso gli ingegneri che, negli anni passati e con una tecnologia decisamente poco evoluta rispetto alle moderne tecniche di progettazione, avevano individuato delle soluzioni aerodinamiche decisamente avanti con i tempi.

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