Ecclestone e il futuro: “4 GP negli States e il ritorno di Mosley”
Passano gli anni ma Ecclestone rimane sempre lo stesso. Bernie, che compie oggi 81 anni, continua a fare il suo lavoro nella maniera migliore, come solo lui sa fare: se oggi commentiamo le libere del primo GP dell’India della storia di questo sport è merito suo. E quando l’interesse per un campionato ormai chiuso va scemando, ci pensa lui con le sue dichiarazioni velenose ad alimentare il dibattito attorno alla sua creatura.
Ecclestone è raggiante per l’ufficializzazione in settimana del GP d’America a partire dal 2013, con il Port Imperial Street Circuit che ospiterà la Formula 1 per dieci anni. Un sogno a lungo cullato ed ora diventato finalmente realtà: far sfrecciare le vetture del Circus con lo skyline di New York sullo sfondo. L’inglese non usa mezzi termini per esprimere la sua felicità a riguardo: “Sono assolutamente convinto che sarà un super show. Sarà una corsa grandiosa e importante”. Le gare in calendario che si correranno negli States dal 2013 saranno quindi 2. Ma non sono abbastanza per Ecclestone.
“Dobbiamo avere tre o quattro gare negli Stati Uniti, ce ne servono altre due” ha dichiarato Bernie. Che poi provoca: “Gli USA sono un grande paese, abbiamo 9 gare in Europa e l’America ha la stessa estensione. Forse dovremmo avere 4 gare in Europa e 4 in America“. Ecclestone ammette però che potrebbe essere il GP di Corea a fare spazio al GP d’America nel 2013, dato che gli organizzatori della corsa asiatica sono in difficoltà e non hanno ottenuto in patria il successo sperato. “Nella vita ci sono molte cose che non ci si può permettere e che quindi non si possono avere. E’ strano, sembra che non abbiano nessuno alle spalle, nonostante il grande sforzo che è stato fatto per portare la F1 lì. Potremmo non andarci più se non se lo possono permettere” ha concluso l’argomento Bernie.
La provocazione più grande però Ecclestone la lancia all’indirizzo dei team e della FIA: “E’ un peccato che la Formula 1 ora sia così democratica. Mosley ed io in passato abbiamo risolto problemi di vario tipo molto velocemente, qualche giorno o settimana, ora ci vogliono anni per risolvere questioni. Tutti hanno avuto benefici dalla nostra gestione: i team, il pubblico, tutti“. Ecclestone non risparmia nemmeno Todt: “Credo che lui sapesse cosa lo avrebbe atteso quando è diventato presidente. Max lo ha aiutato in ciò. Ma sono certo che se avesse potuto scegliere se tornare in Ferrari o diventare presidente FIA, avrebbe deciso di tornare a Maranello. Ho l’impressione che la FIA funzionasse meglio prima. Se Max volesse ricandidarsi al ruolo di presidente FIA, vincerebbe facile. Avrebbe il supporto del 90% dei team“. E se lo dice lui, provocazione o meno, c’è da credergli, perchè nessuno come lui conosce i retroscena politici di questo sport. Auguri Bernie, in fondo che Formula 1 sarebbe senza di te?