Nuova F10, Montezemolo esalta l’Italia

Ricorda il passato, gli inizi della Ferrari, il suo personale. Luca Cordero di Montezemolo non rinuncia alla tradizione, alla storia, nel lanciare la nuova Ferrari F10. Il suo è stato l’intervento finale nella presentazione di oggi a Maranello. Torna al 1950, agli inizi della Ferrari in F1, alla prima vittoria nel 1951. A quel 1974, anno della sua prima partecipazione ad una presentazione della nuova monoposto.

Siamo in una fabbrica –dice- c’è il nostro lavoro, la nostra passione, i nostri sogni… e c’è la Formula 1”. Ci tiene a dire che non si tratta di una presentazione low-profile, dal profilo basso, ma di un battesimo dall’enorme importanza. Parla dei colori, dei significati di ciò che li circonda, nel Padiglione teatro dell’incontro con la stampa, gli sponsor ed i sostenitori. Si sofferma in particolar modo sul tricolore. “C’è il tricolore -dice il Presidente della Ferrari-, perché noi portiamo in giro per il mondo le incredibili capacità e competenze di questo straordinario paese che è l’Italia”.

Poi, quasi rabbioso, fa riferimento alla scorsa stagione: “per fortuna questo 2009 è finito, fortunatamente è andato, è finito. Il 2009, insieme al 2005, è stato il nostro anno peggiore. Sì, proprio come quel 2005, quando si vinse una sola gara ad Indianapolis, praticamente una sorta di partita di scapoli contro ammogliati (per via del ritiro in massa di tutte le vetture gommate Michelin). Ma il 2009 è stato un anno maledetto e delicato anche per la posizione della società Ferrari nei confronti della Federazione.

La Ferrari –ricorda Montezemolo- era davvero intenzionata, per la prima volta nella sua storia, a lasciare la Formula 1, ma ora guardiamo avanti. Guardiamo ad un futuro con regolamenti certi, condivisi. Perché la F1 deve tornare ad essere l’avanguardia della tecnologia automobilistica mondiale. Questo noi facciamo. Noi qui facciamo autovetture, che sono la concretizzazione di sogni, sono macchine che godono di un enorme travaso di tecnologia che deriva dalle corse, che deriva dalla Formula 1”.

Parla quindi dell’importanza della F1, del suo portato di ricerca e di sperimentazione nel settore dell’automobile, del suo sviluppo. Uno sviluppo che passa dalla tecnologia, dalle prestazione, ma anche dalle nuove sfide del presente e del futuro: l’ambiente. La Formula 1 dovrà così fare da “apri pista”, come lascia intendere Montezemolo, anche nel settore della ricerca e dello sviluppo di sistemi sempre più performanti ma anche rispettosi dell’ambiente e dei consumi.
A Ginevra –porta un esempio il numero uno di Maranello- presenteremo una 599 ibrida, grazie a ciò che impariamo e progettiamo con la F1”. Poi parla della squadra, di un Domenicali che considera “un giovane, un leader, nato e cresciuto con noi”. Parla dei piloti, dell’onore di avere un due volte Campione del Mondo come Alonso, del piacere di ritrovare un Massa rinnovato, carico di nuovi stimoli, nuova fame, dopo l’incidente dello scorso anno.
È una scuderia latina, che parla italiano”, sottolinea enfatizzando lo spirito e l’orgoglio italiano che sono alla base del mondo Ferrari, e forse anche un po’ risponde a distanza a Schumacher, che è passato alla concorrenza, che non ha mai parlato italiano, che ora si dice felice di sentir parlare solo il suo tedesco tra gli uomini del team Mercedes.

Poi vuole in onda, ancora una volta, il video di apertura. Sulle note, e sulla voce di Gianna Nannini, si rivede la storia e le meraviglie di casa Ferrari. “Sei nell’anima”, canta l’artista di Verona. Così com’è nell’anima di questi uomini in Rosso un sogno che diventa realtà ogni anno. Un sogno fatto di storia e di avanguardia, un sogno che, come si legge negli occhi di Montezemolo, quest’anno si chiama ancora Titolo mondiale.

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