2014, la Formula del cambiamento
Il 2014 sarà l’anno del cambiamento per la Formula 1: il nuovo motore e le novità tecniche correlate rappresenteranno una sfida tutta nuova per gli ingegneri, specialmente per i motoristi, chiamati ad un grande lavoro di ricerca e sviluppo. Le nuove regole della categoria si stanno pian piano delineando e, nonostante le grandi discussioni in corso, cambieranno la tendenza del momento. Meno aerodinamica, più spazio ai propulsori.
Come lo stesso Leo Turrini affermava qualche giorno fa in una nostra intervista: “Questo è il futuro, non si scappa e non si discute”. La parola d’ordine alla FIA è dimenticare il cospicuo consumo dei potenti propulsori per dare spazio all’efficienza, sulla quale tutti i costruttori di automobili stanno puntando in quest’epoca. La Formula 1 deve adeguarsi, stare al passo con i tempi, se non vuole rischiare di diventare solo una macchina mangia soldi. L’imperativo del mercato automobilistico è quello di avere auto più ecologiche e la lungimirante Presidenza Todt ha imposto questa linea. Il difficile, da qui a due anni, sarà trovare il giusto compromesso per fare in modo di non snaturare questo sport più di quanto non si sia già fatto negli anni precedenti.
Un cambiamento radicale che servirà per dare un futuro alla categoria. Bisogna spostare gli investimenti dei team dall’aerodinamica alla meccanica, specialmente elettronica e motori. Il primo passo per la F1 del futuro è stato fatto proprio dai motori: i nuovi saranno delle unità 1.6 litri con architettura V6 e sovralimentazione, con limiti nei flussi di carburante e nei giri al minuto, fissati per 15.000. A questo si aggiungerà anche il KERS più potente, oltre ad un sistema di recupero energia dagli scarichi che consentiranno l’alimentazione elettrica della monoposto in pitlane.
Questo è il futuro. La Formula 1 sta abbracciando sempre più tecnologie che possono essere trasferite sulle vetture stradali. Sulla questione, il presidente di Renault Sport, Jean-Francois Caubet, ha ammesso: “Sosteniamo totalmente la FIA in questa scelta. Tutto ciò ha molto senso per una casa automobilistica come Renault, penso sia un punto chiave per il futuro della Formula Uno. In termini di strategia, si adatta perfettamente al mercato. Abbiamo condotto un lungo studio su quello che saranno le vetture stradali nei prossimi 5-6 anni, probabilmente il 60 o 70% del mercato sarà diventato ibrido o totalmente elettrico”.
Anche Ross Brawn, team principal della Mercedes, è convinto che gran parte delle tecnologie in F1 verranno poi riversate sulle auto stradali: “Ci sono molte considerazioni che si dovrebbero fare quando si cambiano motori in F1. Ovviamente, la tecnologia in campo automobilistico sta cambiando e la domanda è: quanto e come vogliamo essere rilevanti per il futuro dell’auto? Se non vogliamo finire come i dinosauri tra cinque o dieci anni, dobbiamo cambiare. La tecnologia applicata a questi nuovi motori avranno molto in comune con quelli stradali: piccola cilindrata, motore turbo, iniezioni diretta, KERS. Usando questi elementi, possiamo generare interesse verso altri costruttori per entrare o tornare in Formula 1. Non potremmo convincerli se continuassimo ad utilizzare i V8 aspirati”.
Anche la Ferrari, dopo aver scongiurato l’ingresso di motori a quattro cilindri, ha accolto positivamente il compromesso di una configurazione V6. Luca Cordero di Montezemolo, in una recente intervista all’agenzia Reuters, ha ammesos: “La decisione del V6 è importante per il futuro, non solo della Ferrari, ma anche per tutti gli altri”. Infatti, anche le squadre che non producono propulsori in proprio sono desiderose di intraprendere questa strada. E’ il caso della Williams che tramite il suo Presidente, Adam Parr, ammette: “Per diversi anni abbiamo detto che la Formula Uno aveva la necessità di diventare più sostenibile. Il nostro team è stato un forte sostenitore del KERS e pensiamo che la formula del nuovo motore sia fondamentale per il futuro di questo sport”.
L’obiettivo era dare un segnale di cambiamento per iniziare ad attirare investitori e nuovi costruttori, ed in parte è già raggiunto. Non a caso, oltre i fornitori tradizionali, dal 2014 farà il proprio debutto come motorista P.U.R.E, a cui fa capo Graig Pollock, già in passato in F1 con Villeneuve e la British American Racing. Inizialmente, Pollock spingeva per il motore quattro cilindri, perché la sua industria stava già lavorando a quel progretto: “L’occasione ideale per PURE è capitalizzare le conoscenze per dimostrare la propria esperienza di efficenza e prestazione con motori eco-friendly anche in F1”.
E questa è la sfida che la FIA ha lanciato agli ingegneri: speremere le meningi per avere motori potenti ma efficienti. La FIA ha anche imposto un limite di carico durante la gara, limitando il flusso di carburante nelle camere di combustione. Attualmente, una vettura di F1 usa circa 160 Kg di carburante a gara. L’intenzione è quella di ridurre i consumi di circa il 30 – 35%. Inoltre, il motore V6 non potrà consumare più di 100 kg di carburante all’ ora.
Questa sarà forse la vera sfida, come conferma Rob White, vice CEO di Renault Sport F1: “C’è una sorta di doppia limitazione che sta per spingerci verso il miglioramento nei consumi di carburante. Se vorremo tirar fuori maggiori prestazioni, l’unico modo per farlo sarà migliorare l’efficienza.
Gilles Simon, ex responsabile motori alla FIA e ora passato alla PURE di Graig Pollock, conferma che i regolamenti sono stati pensati per spingere sempre più sul risparmio di carburante: “Se vuoi avere più potenza, è sufficiente avere una maggiore efficienza. Nel nuovo regolamento, non ci saranno compromessi possibili. Si avrà un certo quantitativo di carburante e sarà necessario estrarre il massimo della potenza in quei limiti. Si lavorerà sodo per avere miscele più magre e una combustione più efficiente, perché tutti vogliono avere più cavalli a bordo. Per le squadre, la ricompensa enorme sarà quando avranno anche solo l’1% di efficienza in più rispetto a qualcun’altro. Questo sarà il gioco, che è molto diverso da oggi, dove puoi avere più potenza ma consumando più carburante”.
Come dicevamo poco sopra, oltre al nuovo motore avremo un uso più massiccio di apparecchiature elettroniche. Il KERS sarà più potente, ben 120 KW ed un limite di energia di 4 MJ. Ma non è tutto, perché sulle nuove monoposto ci sarà anche un secondo motore elettrico. Sarà possibile farlo recuperando energia dall’unico scarico che ci sarà sulle monoposto. Gilles Simon spiega il funzionamento: “Sarà un motore di circa 50 kW, un nuovo modo di recuperare energia. Il motore elettrico deve essere in grado di spingere l’auto in corsia box. Quando i piloti premeranno il pulsante per la pitlane, la monoposto sarà spinta solo da questo motore. Crediamo sia importante, perché su questa strada si sta orientando il mercato dell’auto. In definitiva, la chiave è dare ai team di Formula Uno le sfide ingegneristiche che guideranno le tecnologie stradali più rilevanti per il futuro”.