Red Bull sempre più mondiale, ma ora si soffre.

Ormai è chiaro a tutti: l’astronave Red Bull ora vola a bassa quota ed è alla portata dei “caccia” McLaren e Ferrari; per dirla in altri termini, la Red Bull non è più irragiungibile. Difatti, se in Canada era stato lo stesso Vettel a regalare la vittoria a Jenson Button ed il tedesco aveva chiuso comodamente al secondo posto, in Ungheria il campione del mondo in carica ha dovuto faticare non poco per agguantare la seconda piazza, approfittando anche di un clamoroso regalo da parte della McLaren, che ha praticamente condannato Hamilton al quarto posto, privandolo, forse, di una possibile vittoria.

Dopo circa metà gara, infatti, sembrava ormai che per la McLaren stesse maturando un’inaspettata doppietta, con Vettel e Webber in visibili difficoltà con le rispettive monoposto. I primi giri, infatti, sono stati molto difficili per i piloti Red Bull, alle prese con scarsa trazione in accelerazione e sottosterzo, specialmente nelle curve lente; quasi nessuna difficoltà per Hamilton, al comando già dopo pochi giri, nel superare la Red Bull “saponetta” di Vettel.

Il tedesco è stato poi protagonista di qualche errore dettato dal poco grip della sua Rb7, salvo recuperare tutto con gli interessi nella seconda metà di gara, quando l’eccessivo allarmismo del box McLaren e di Lewis Hamilton, prevedendo erroneamente uno scroscio di pioggia nel finale, ha tirato fuori dalla battaglia per la vittoria il pilota inglese, peraltro diretto rivale di Vettel nel campionato piloti. Perfetta, invece, la strategia della squadra guidata da Horner, che a metà gara ha montato le soft su entrambe le monoposto mentre tutti gli altri, tranne Button, mantenevano le super soft. Un pit stop in meno che è valso il secondo posto e una leadership sempre più inattaccabile per Sebastian Vettel:

Ero un pò in difficoltà all’inizio con le gomme intermedie – conferma Vettel. Lewis era un pò più veloce e sono andato un pò lungo alla curva due. Lui stava spingendo molto e sono andato al limite. Ho capito che avevo frenato tardi, quindi ho raddrizzato la macchina perchè sapevo che le linee bianche e l’erba sintetica erano molto scivolose ed era facile andare in testa coda, ed ho perso la prima posizione. Poi la pista si è asciugata. Credo che abbiamo anticipato la sosta di qualche giro e abbiamo messo le super soft; all’inizio andava bene ma poi sono le gomme sono peggiorate, anche se credo fosse così per tutti. Nell’ultimo stint sentivo di essere un pò più veloce, ma con venti giri da fare la corsa era difficile, quindi non ho potuto spingere quanto volevo, ma la seconda posizione è comunque un buon risultato. Le McLaren sono forti in ogni condizione ed è chiaro che nelle ultime corse hanno fatto dei passi avanti. Dobbiamo essere sicuri di tornare forti per le prossime gare.

Ben più travagliata la gara di Mark Webber; anche l’australiano ha sofferto con la pista scivolosa ma, dopo aver centrato la strategia giusta a metà gara ed aver raggiunto la quarta posizione preceduto dal compagno di squadra, il team della vettura con numero due ha gettato tutto nelle ortiche seguendo la strategia suicida di Hamilton, ai box per montare le intermedie prevedendo ancora pista umida, strategia che è costata anche a Mark un quinto pit stop per rimontare le slick. Impossibile resistere al sorpasso di un indiavolato Hamilton ed impossibile per Mark Webber restituire il favore nei giri finali. Per l’australiano alla fine c’è solo un mesto quinto posto:

 E’ stata una buona corsa. Ho messo le slick al momento giusto ma quando la pioggia sembrava tornare ho rimesso le intermedie, ma la pioggia poi non è arrivata. Il team non mi diceva molto sulle condizioni meteo e credevo fosse una pioggia passeggera, ma ho deciso di mettere le intermedie. Non ha funzionato sia per Lewis che per me, ma se la pioggia fosse stata più forte sarebbero state le gomme giuste. Quando si è in gioco bisogna rischiare. Sono comunque contento della mia decisione e la squadra ha fatto un buon lavoro questo weekend. 

 

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