E Schumacher attacca la Mercedes…
No dai. Inutile girarci intorno, il ritorno del secolo è stato un flop. Del dominatore di un decennio di Formula 1 è rimasto solo un vago ricordo, quello che dopo un’inattività di tre anni è tornato a sedersi nell’abitacolo di una monoposto di F1 è stato un pilota a stento sufficiente, spesso in difficoltà e a conti fatti autore di prestazioni deludenti.
Schumacher dopotutto ha vinto la bellezza di 91 gare iridate, quaranta in più di Prost, secondo in questa importante graduatoria e cinquanta in più di Senna. Soltanto per rendere l’idea di cosa è il sette volte campione del mondo. I tre quarti posti come miglior risultato del 2010 non rendono giustizia al fuoriclasse che è.
Certo a parziale discolpa di Michael ci sono alcune importanti attenuanti che devono essere tenute in conto; la mancanza dei test, la prolungata vacanza, i tanti cambiamenti regolamentari di questi anni e perchè no quel pneumatico anteriore troppo rigido che non gli ha fatto esprimere al meglio la sua guida “puntata” e decisa all’anteriore.
Qualche riflesso lucente del Re che è stato si è rivisto nell’ultimissima parte del campionato, tre ottime prestazioni per velocità e stile di guida, segno che probabilmente la ruggine addosso era tanta e necessitava del dovuto tempo per essere smaltita. Segnali di risveglio importanti e incoraggianti in vista del 2011, anno della verità per Schumacher, anno che ci dirà se il suo ritorno è stata una scelta giusta o sbagliata. Una stagione per riprendere la mano passi pure, due non sarebbero accettabili considerando il soggetto in questione.
I vertici della Mercedes Gp sono convinti che nel 2011 Michael tornerà sui suoi livelli abituali, Ross Brawn ha azzardato pronosticare che “con una vettura migliore Schumi volerà” mentre Norbert Haug è sicuro che “i suoi sprazzi di talento già visti quest’anno saranno sempre più frequenti”. Team convinto del pilota, probabilmente pilota un po’ meno convinto del team.
Essì perchè recentemente il campione di Kerpen si è pubblicamente lamentato della sua vettura, attaccando di fatto la squadra, un atteggiamento inedito nella sua carriera, mai tenuto negli anni d’oro in Ferrari. Michael Schumacher ha affermato “Non ho mai avuto problemi con Nico, ma ad un certo punto ho detto a Ross Brawn e Norbert Haug che volevo delle spiegazioni. Se il pilota più veloce fa da riferimento, si studiano i suoi dati per capire come guida, il problema però è che le due macchine non andavano allo stesso modo. Se guardo indietro, sulla mia vettura ci sono stati problemi che Nico non ha mai sofferto, ad esempio i gas di scarico erano troppo caldi, tanto da bruciare a volte la parte inferiore della vettura, l’F-Duct talvolta si innescava in zone del tracciato dove era solo controproducente, non ne avevo parlato pubblicamente perchè preferivo prima discuterne col team”
Michael incarna il prototipo del leader carismatico, del trascinatore dentro e fuori l’abitacolo, il pilota che più di tutti sa lavorare col team per risolvere problemi e sviluppare l’auto, una cosa sono le critiche costruttive e le indicazioni tecniche da lui sempre ottenute, altra è accusare velatamente il team di favoritismi verso il compagno di box.
Vai a vedere che Schumi improvvisamente è diventato piagnucolone? Sarebbe davvero strano; forse queste parole, non a caso dette a freddo a distanza di tre settimane dalla fine della stagione sono soltanto una mossa per scuotere la scuderia e far sentire tutto il proprio peso all’interno della stessa. Il peso di un fenomeno quarantunenne che si sente ancora un ragazzino e che ha bisogno di tutto il supporto tecnico necessario per dimostrare al mondo che in lui il sacro fuoco della velocità proprio non si è affievolito.