Veni, vidi, vici: Vettel, fuoriclasse dentro e fuori l’abitacolo…

La vittoria della Ferrari in Malesia è stata una cascata di emozioni, merito – anche e soprattutto – della personalità e della classe di Sebastian Vettel, nuovo beniamino dei tifosi.

GP MALESIA F1/2015

“Mi senti, mi senti?”. Si Seb, forte e chiaro, e non soltanto con l’udito, ma anche con la pelle, con un cuore rosso tornato a battere forte, con le mani (quelle dei ferraristi, non quelle di Arrivabene per carità) che tremavano durante quegli ultimi lunghissimi giri, i più difficili per una monoposto stressata da un caldo infernale e da una safety car che è cappa di calore.
Le stimmate del fenomeno sono un marchio di fabbrica di pochissimi eletti, le scorgi subito nei meandri di una carriera impeccabile, di un approccio al lavoro singolare, di uno spirito e di un trasporto sul team del tutto nuovi, positivamente contagiosi.

Sebastian Vettel è un sorriso che si scioglie già a dicembre, come se girare a Fiorano con una F2012 fosse già una mezza vittoria, o il coronamento di un sogno aspettato troppo a lungo. Anche i più scettici iniziano allora a comprendere la grandezza di un pilota che è ossigeno puro. Vettel è dedizione, abnegazione ad una causa (che lui chiama missione) che pare persa o impossibile, mentre il primo a crederci è proprio lui, che non perde un attimo a sottolineare l’importanza del mito Ferrari e la felicità per “quella macchina rossa che guardavo da ragazzino in tv“.

Chiunque ci abbia lavorato insieme, da Ascanelli a Newey passando per i singoli tecnici, lo ha sempre descritto come un pilota più unico che raro, capace di abbinare velocità pura in qualifica, sensibilità e dolcezza di guida, freddezza, ad un carattere coinvolgente, espansivo, simpatico. La forza di Sebastian è anche questa: parlare con gli ingegneri aiutandoli a capire il comportamento della monoposto, a migliorarla, ma al contempo smettere i panni del pilota perfettino e riuscire a fare gruppo con i ragazzi del team, con quei meccanici ai quali – da grande pilota qual è- sa di dovere le sue fortune e anche la sua vita.

Vettel non è il “divetto” che guarda l’equipe dall’alto in basso; è il ragazzo che ride, scherza, ascolta la musica nei box. E’ il campione che ha spostato il suo volo di domenica sera da Kuala Lumpur per rimanere in Malesia e festeggiare con sessanta uomini del team la sua quarantesima vittoria. “Mi godo il momento, non voglio pensare adesso alla possibilità di lottare per il mondiale, è un giorno troppo importante per la Ferrari e voglio festeggiare con i ragazzi…” perché la punta di diamante, l’apice, sarebbe niente senza la forza di un gruppo che l’ha adottato sin dall’inizio.

“Grazie mille, grazie, grazie, grazie! Daiiii, Forza Ferrariiiiii”. L’urlo via radio sul traguardo di Sepang sarebbe piaciuto ad Enzo Ferrari. Perché è liberatorio, è goduria purissima che esalta e commuove, ma soprattutto dimostra (ancora una volta) il rispetto e la devozione del ragazzo tedesco per la Rossa. “Non ci posso credere che ho vinto con la macchina di Michael” sussurra Seb mentre guarda alto in cielo con gli occhi in lacrime, che quasi viene il rimpianto di averlo ingaggiato solo ora, ma dopotutto il “timing” è stato tempestivo, ideale sincronia per un connubio nato sotto la miglior stella.

E’ un Vettel rubacuori, che conquista anche i più scettici quelli del “vince solo perché ha la Red Bull…”. Lo ha fatto in silenzio, senza prendersi rivincite verbali su chi lo ha sempre sottostimato, indice rivelatore di uno spessore umano e sportivo al di sopra della media, di un animo votato alla nobiltà e non alla sterile polemica. D’altronde è il ragazzino che sette anni fa espugnava Monza su una Toro Rosso, ex Minardi, lasciando tutti a bocca aperta non tanto per la precocità, quanto per la velocità e la concentrazione dimostrate in un fine settimana che vide andare nel pallone i duellanti Massa ed Hamilton.

Vettel è così, ha un piede fatato capace di tirare fuori dalle acque torbide e paludose i team in cui corre. Anche la Red Bull, prima di lui, non aveva vinto un Gran premio. Non che non abbia giovato in carriera di una super macchina – siamo onesti – ma sarebbe superficiale pensare che sia solo il “figlio degli scarichi soffiati”.

Vettel è ben altro, è l’uomo capace di azzerare i complessi di inferiorità della Ferrari, vendicando anni di delusioni con due sorpassi alle Mercedes già entrati nella storia. E’ un pilota talmente intelligente e talentuoso da farsi capire a menadito dai suoi uomini e dalla sua monoposto, con la quale “parla”; allo stesso tempo è un ragazzo solare, spontaneo, leale, che si fa voler bene  da tutti (non è un caso che sia l’unico ad aver un rapporto di amicizia con Kimi Raikkonen). Insomma la sensazione è quella di trovarsi dinanzi ad un pilota e ad un personaggio per certi versi speciale. Lui continua a dire “Grazie Ferrari“, il popolo Rosso non può far altro che rispondere con un “Danke, Seb“.

Volete risentire il team-radio di Vettel al muretto Ferrari? 😀

Posted by BlogF1.it on Lunedì 30 marzo 2015

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