Formula1 2015, si aprano le danze
A poche ore dall’inizio delle prove libere del Gran Premio d’Australia, facciamo il punto della situazione. Scuderia dopo scuderia, ecco come si presentano i team ai nastri di partenza della Formula1 2015.
Ci siamo quasi: tra poco si accenderanno finalmente i motori in quel di Melbourne, e, dopo mesi di speculazioni, le scuderie scopriranno le carte in tavola. A seguito dei test invernali, però, è possibile ipotizzare quali saranno i valori in pista.
Il team che parte favorito per il 2015 è ovviamente la Mercedes. La scuderia di Brackley godeva in partenza di un vantaggio competitivo, generato dalla netta superiorità della propria power unit, che difficilmente i rivali avrebbero potuto recuperare nell’arco di cinque mesi, e così è stato. Nei test, le Frecce d’Argento hanno mostrato una forma invidiabile: dopo un lavoro concentrato sull’affidabilità della W06 Hybrid, Rosberg e Hamilton sono usciti allo scoperto, cogliendo tempi di poco inferiori a quelli dei rivali che, però, a differenza loro, montavano una mescola più morbida.
Rosberg ha ottenuto il crono più veloce di tutte le sessioni di test, senza nemmeno scomodarsi a girare con le P Zero Red Supersoft. I due alfieri di casa Mercedes si sono però lamentati dell’assetto della monoposto, e in effetti il posteriore della W06 Hybrid appare più indisciplinato rispetto a quello della vettura che l’ha preceduta, probabilmente anche perché il muso in configurazione 2015 genera meno aderenza rispetto alla versione dello scorso anno. Si tratta, in ogni caso, di minuzie, che potrebbero tranquillamente essere compensate dalla superiorità del propulsore della Mercedes, che è apparso ancora più performante rispetto a quello del 2014.
Se la lotta per il Mondiale sarà di nuovo tra Hamilton e Rosberg, alle spalle della Mercedes si prospettano sfide interessanti per ottenere il titolo di best of the rest. La Williams ha lavorato in sordina durante i test: potendo contare sul propulsore Mercedes, la scuderia di Grove si è concentrata sul miglioramento delle – poche – aree deboli della vettura dello scorso anno. La FW37 è apparsa una monoposto solida, anche se il distacco prestazionale dalla Mercedes non sarà certo irrisorio e, anzi, sarà forse più alto di quanto si aspettassero in Oxfordshire.
All’inizio del campionato, potrebbe proprio essere la Williams ad approfittare di eventuali défaillances degli alfieri della scuderia di Brackley, magari anche riuscendo a salire sul gradino più alto del podio. Il Ricciardo della Williams potrebbe essere Valtteri Bottas – ancora alla ricerca della prima vittoria in carriera – a cui il talento per centrare questo obiettivo certo non manca. Le cose potrebbero diventare più complicate nel prosieguo della stagione per il team inglese, che non dispone certo dei mezzi economici delle rivali con cui combatterà per il secondo posto in classifica Costruttori.
La Williams dovrà prima di tutto vedersela con una concorrente scomoda: la Ferrari. La Rossa di Maranello ha sorpreso piacevolmente durante l’inverno: la SF15-T sembra decisamente migliore rispetto alla vettura che l’ha preceduta, e ha accusato solo alcuni problemi minori di gioventù. La Ferrari sembra essere la scuderia migliorata di più nel corso della pausa: lo attestano anche i commenti dei rivali. In molti, infatti, Rosberg in primis, si sono detti stupiti della forma mostrata dalla Rossa nei test. Non è da sottovalutare, inoltre, la forte motivazione dei piloti.
Sebastian Vettel, evidentemente – per ragioni di natura anagrafica e geografica – è cresciuto con il mito di Schumacher; lo dimostra la palpabile emozione mostrata dal pilota tedesco al “primo giorno di scuola” in quel di Fiorano lo scorso novembre. Seb sta vivendo il sogno di una vita, e la sua voglia di far bene in rosso è tanta: sicuramente Vettel farà di tutto per non deludere i tifosi della Rossa. Occhio anche a Raikkonen: la SF15-T, infatti, è una vettura che ben si adatta allo stile di guida di Kimi. Lo spettro dell’odiato sottosterzo si allontana, grazie al rinnovato feeling con l’anteriore di una monoposto che potrebbe permettergli di riscattarsi dopo l’annus horribilis 2014.
Insieme a Williams e Ferrari, ci sarà anche la Red Bull. A livello telaistico, la RB11 sembra promettente, e l’inverno di quest’anno è stato migliore rispetto a quello – disastroso – dello scorso anno, ma la power unit Renault ha comunque accusato diversi problemi durante i test. Le fortune della scuderia di Milton Keynes dipenderanno in gran parte proprio dalle sorti del propulsore del colosso automobilistico francese.
Anche se i progressi in termini di affidabilità ci sono, la Renault è infatti rimasta indietro con lo sviluppo della power unit e ci vorrà del tempo prima che il propulsore riesca ad esprimere tutto il suo potenziale a livello prestazionale. Gli aggiornamenti implementati in tal senso a Barcellona hanno inficiato la guidabilità della Red Bull, e c’è ancora molto da fare per risolvere il problema, come ha ammesso Rémi Taffin. Non è difficile pensare, però, ad una Red Bull in crescita nel corso dell’anno, e Ricciardo ha già ampiamente dimostrato la sua abilità nell’approfittare delle occasioni che gli si parano davanti.
L’altra scuderia motorizzata Renault, la Toro Rosso, ha ovviamente accusato gli stessi problemi a livello di propulsore della cugina Red Bull. Al netto di questo, la STR10 sembra essere un passo avanti rispetto alla monoposto dello scorso anno, e la scuderia di Faenza può contare su un’arma neanche poi così tanto segreta: il talento del rookie più giovane di sempre, Max Verstappen. Il teenager olandese ha mostrato una maturità che va ben oltre i suoi anni, e delle abilità nella guida notevoli, che gli potrebbero permettere di ben figurare, zittendo le malelingue.
Anche la Lotus ha motivi per sorridere: la E23 rappresenta decisamente un miglioramento rispetto alla vettura che l’ha preceduta. Certo, non che ci volesse molto, vista la pochezza della E22. La scuderia di Enstone ha sicuramente un’arma in più rispetto allo scorso anno: la power unit Mercedes, che potrà aiutarli nel risalire la classifica. Non assisteremo ad una parabola ascendente come quella della Williams lo scorso anno, ma almeno Grosjean e Maldonado avranno per le mani una vettura discreta.
Veniamo all’oggetto misterioso di questo pre-campionato: la McLaren-Honda. Trattasi di un binomio storico, che ha fatto la storia della Formula 1; inevitabile che le aspettative e la curiosità intorno a questa rediviva unione fossero alte. L’incipit di questo nuovo capitolo della partnership anglo-nipponica è stato a dir poco disastroso: la MP4-30 ha accusato inconvenienti tecnici di ogni ordine e grado, che hanno impedito a Button e Alonso di macinare chilometri al volante. La gravità della situazione si evince dal fatto che Button abbia praticamente gridato al miracolo l’unico giorno in cui è riuscito ad inanellare 100 giri.
L’apice del dramma in casa McLaren si è toccato nella seconda sessione di test: un problema ad un sigillo del KERS made in Honda ha funestato la prima quattro giorni a Barcellona, e Fernando Alonso è stato vittima di un incidente – sulla cui dinamica e conseguenze aleggia ancor oggi un alone di mistero – che lo ha costretto a dare forfait per il primo appuntamento dell’anno, in Australia. La Honda sembra essere stata sopraffatta dalla complessità dei propulsori odierni, e la strada per la scuderia di Woking quest’anno appare decisamente in salita.
Percorso in salita anche per la Force India: il team di Silverstone, infatti, ha vissuto un inverno travagliato dal punto di vista delle finanze, che ha visto il debutto della VJM08 rimandato più volte. Quando la nuova vettura della Force India è scesa finalmente in pista, a due giorni e mezzo dalla conclusione dell’ultima sessione di test invernali, ha stupito per la sua affidabilità. Ma questo, ovviamente, non basta: con così poco tempo a disposizione per girare, il team di Silverstone non ha avuto modo di concentrarsi sulle prove di assetto e sulla performance della vettura sul giro secco, e ne pagherà le conseguenze nel corso dell’anno.
Non sono tempi facili neanche per la Sauber, nonostante le liquidità approdate in quel di Hinwil coi due piloti titolari di quest’anno, Marcus Ericsson e Felipe Nasr. La lotta per la sopravvivenza del team svizzero non sarà certo facile. La C34 è una vettura abbastanza nervosa, che però potrà contare su una power unit Ferrari decisamente più prestazionale rispetto a quella dello scorso anno.
Inevitabile fanalino di coda del gruppo sarà la Manor, il cui vero obiettivo sarà quello di rientrare nel limite del 107% in qualifica per poter correre la domenica. Tenendo conto del miglioramento prestazionale delle vetture di questa stagione rispetto alla precedente, si tratta di un’impresa non facile: il team correrà con lo stesso telaio dello scorso anno, modificato per poter rientrare nei parametri previsti dal regolamento 2015, e monterà il tribolato propulsore Ferrari del 2014.