Altro stop al “salva-Monza”: GP a rischio
E’ stato nuovamente cassato, stavolta dalle Commissioni Finanza e Attività Produttive della Camera, l’emendamento “salva-Monza”. L’ennesimo stop pregiudica il futuro del Gran Premio, in scadenza di contratto nel 2016.
Le beghe da cortile sembrano non abbandonare mai la politica italiana. Nemmeno quando a rischio è una delle manifestazioni sportive più tradizionali nel panorama italiano, il Gp di Monza. Per l’ennesima volta (la quarta) l’emendamento “salva-Monza” si arena in Commissione Parlamentare. Stavolta si tratta delle Commissioni Finanza e Attività Produttive, riunite in seduta comune, che hanno detto “no” all’emendamento per inammissibilità.
Ma di che si tratta, nel dettaglio? Dallo scorso anno il supremo della Formula1, Bernie Ecclestone, paventa l’intenzione di non rinnovare il contratto dello storico autodromo brianzolo (è dal 1922 che Monza ospita la Formula1) dopo il 2016, a meno che la proprietà dell’Autodromo non metta sul piatto migliorie di carattere infrastrutturale e qualche soldino in più. Ecclestone non ha mai fatto mistero dell’intenzione di vendere la tappe mondiali di Formula1 ai migliori offerenti e, probabilmente, ciò che si aspetta è una risposta concreta di interesse da parte delle istituzioni italiane nei confronti dello sport (in soldoni, di stanziamenti appositi di risorse).
A scendere in campo con una parziale soluzione è stata, lo scorso novembre, la Regione Lombardia. La Regione avrebbe messo sul tavolo una prima tranche da 20 milioni di euro per diventare comproprietaria del Parco di Monza -composto dal Parco, dalla Villa Reale e dall’Autodromo- insieme ai comuni di Monza e Milano, e per effettuare un intervento di ristrutturazione dell’impianto.
Il problema è che per effettuare il passaggio di proprietà si dovrebbero pagare cospicue tasse sull’atto, che andrebbero a erodere la somma stanziata e renderebbero impossibili gli interventi. Da qui l’idea di presentare, alla fine dello scorso anno, nell’ambito della Legge di Stabilità, un sub-emendamento che prevedesse la defiscalizzazione dell’operazione. La proposta ha subito lo stop allora, così come in altre occasioni. Ma la bocciatura di ieri è arrivata a sorpresa, perchè l’emendamento, riscritto in forma più accettabile, aveva ricevuto pareri favorevoli in maniera trasversale.
“Non abbiamo più tempo, ora il Governo deve fare la sua parte“, ha affermato Andrea Dell’Orto, presidente della Sias, società che gestisce l’Autodromo di Monza. “Siamo alla quarta bocciatura, è inammissibile. E’ un problema politico, perché il provvedimento non ha nessun costo per il Governo. Non voglio pensare che ci sia qualcuno che abbia interesse ad ostacolare lo sviluppo dell’Autodromo e voglia interrompere una tradizione che segna la storia dell’automobilismo in Italia dal 1922, quale è il Gran Premio d’Italia a Monza. Penso alle risorse che la Regione ha messo a disposizione per il bene del territorio, che al momento non possono essere utilizzate per valorizzare, migliorare ed implementare il circuito con una vera riforma strutturale, radicale e concreta. Vorrei chiarezza in questa vicenda che dal 20 novembre ad oggi continua a rimandare il vero rinnovamento dell’Autodromo, un asset non solo regionale, ma nazionale per un prodotto made in Italy famoso e riconosciuto in tutto il mondo”.
Se a Monza la Formula1 sembra avere gli anni contati, si fa strada un’ipotesi diversa: una candidatura del circuito del Mugello. I recenti lavori di ammodernamento della pista, tra cui diverse vie di fuga asfaltate su suggerimento della federazione, sembrerebbero dare adito a questa supposizione. Tuttavia la cosa viene smentita da Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Aci. “Ho parlato con Renzi“, ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport, “e l’impressione è che abbia a cuore il problema e che non ci sia alcun progetto per il Mugello. Il rischio è un altro: quello di ritrovarsi in una situazione simile a quella della Germania“, il cui Gran Premio, quest’anno, è a forte rischio, perchè non ci sono più fondi per finanziarlo.