McLaren: niente panico per un inizio a singhiozzo
Dopo il primo test pre-stagionale a Jerez, la vettura 2015 del rinnovato duo McLaren-Honda ha accusato diversi problemi di affidabilità alla Power Unit. Ma il Racing Director della McLaren, Eric Boullier, in una lunga intervista a Formula1.com, insiste di come non abbia senso preoccuparsi…
Domanda: Eric, com’è stato il suo inverno? Pieno di mal di testa?
Eric Boullier: “No, non molti mal di testa, solo un inverno pieno di impegni. Avevamo una bella agenda piena di appuntamenti, compreso Abu Dhabi, e dopo Abu Dhabi. Dunque sì, impegni, non mal di testa”.
D: Ad Abu Dhabi c’è stata la prima apparizione della rinnovata partnership McLaren-Honda: sono stati due giorni piuttosto difficili. Cosa è cambiato da allora? I primi tre giorni di test a Jerez non sono apparsi più semplici.. c’è qualcosa che la preoccupa?
EB: “No. Abbiamo un piano molto ambizioso per la McLaren-Honda e se vogliamo limare il gap con Mercedes dobbiamo fare un lavoro migliore del loro. Loro hanno fatto un lavoro sorprendente, dunque noi dobbiamo farne uno eccezionale. Abbiamo provato a essere al top in tutto per essere i migliori e, allo stesso tempo, a portare una nuova tecnologia. È impegnativo, e noi siamo impegnati. Ed è per questo che stiamo facendo i test. Uno per uno, risolviamo i problemi quando arrivano, e, speriamo prima e non dopo, cominceremo a lavorare sulle performance”.
D: Quanto sono cresciute insieme le due aziende fino ad adesso?
EB: “Siamo pienamente soddisfatti di come le due compagnie siano cresciute insieme. In merito alle differenze culturali, McLaren ha messo in piedi i giusti canali comunicativi per parlare con Honda sin dall’inizio. E da allora le cose sono cresciute attorno a questa struttura di base. Ora abbiamo dei canali di comunicazione continua tra Sakura, Woking e Milton Keynes. Anche se c’è ancora qualche problemino di linguaggio, tutto sta funzionando assolutamente senza intoppi”.
D: Riguardo allo sviluppo del vostro motore nel 2015, molto di quello che potrete fare dipenderà dalla quantità di sviluppi che i vostri avversari sceglieranno di apportare nel corso della stagione. Come funzionerà tutto questo?
EB: “C’è stata una precedente interpretazione che sarebbe stata anche peggiore! Al momento sono ancora in corso delle discussioni in merito. Quello che cerchiamo è la correttezza, è molto importante. L’idea di questi “tokens” [gettoni, ndr] di sviluppo si può forse leggere come un compromesso, perché consente a un debuttante come Honda, che ha cominciato lo sviluppo un anno dopo rispetto gli altri, di avere l’opportunità di raggiungerli. Non si può non concedere la possibilità di sviluppare il proprio prodotto, lasciare qualcuno bloccato a quello che ha adesso. Aspettiamo e vediamo, come ho già detto le discussioni sono in corso. Tutti vogliamo una Formula 1 più spettacolare e tutti vogliamo più fornitori di motori nel paddock, dunque dobbiamo trovare il giusto compromesso per il futuro per incoraggiarli a salire a bordo. E questo presuppone stabilità. Ci sono ancora molti temi su cui discutere negli anni che verranno”. (ride)
D: McLaren ha cambiato la sua filosofia per quanto riguarda l’aerodinamica. Non cercate più il picco elusivo di deportanza, ma la “maggiore deportanza utilizzabile”. Come sapete che tutto questo funzionerà in pista?
EB: “In passato si faceva a gara per trovare deportanza, e non solo in McLaren. Era una febbre che contagiava tutti i team, averne il massimo livello. Era, per certi versi, una questione anche politica, dato che bloccava sul nascere ogni discussione sul processo di realizzazione di una nuova vettura, quando potevi presentare questi valori elusivi. Qualcosa tipo: ‘wow, guardate che abbiamo!’ Poi tornavi in pista e forse – o forse no – ottenevi questi numeri. Ma alla fin fine che importa se hai una vettura con tanta deportanza su rettilineo? La Formula 1 è uno spettacolo quando una monoposto imbocca forte le curve. Dunque è la deportanza effettivamente utilizzabile a risultare più importante dei valori teorici che puoi ottenere. Vogliamo dare ai nostri piloti una vettura che sia ‘driver friendly’, perché possano spingere al limite, e che sia veloce in curva. È questo il punto”.
D: Questa diversa filosofia si evince significativamente guardando la vettura?
EB: “Penso di sì”.
D: Dove?
EB: “Non ve lo dirò! Non si vede molto da fuori. In sostanza è la gestione dei flussi d’aria intorno alla vettura: sotto la vettura, sopra la vettura, dentro la vettura. Abbiamo cambiato questa cosa”.
D: Con Fernando Alonso avete ingaggiato una vecchia conoscenza che vi aveva lasciati, anni fa, con qualche ruggine. Ora, guardando alle nuove foto con Ron Dennis e Fernando, sembra siano diventati migliori amici. Sono scene di circostanza davanti alle telecamere?
EB: “Ah, c’è del sentimento buono e genuino. Quel che è stato è stato, hanno un rapporto migliore, più maturo. Quello che è successo, è avvenuto molto tempo fa. Per il bene e il successo della ricostruzione McLaren-Honda tutti sono contenti non di cominciare un nuovo capitolo, ma di chiudere questioni rimaste irrisolte”.
D: Come motivate qualcuno che ha lasciato un team per la mancanza di successi quando è molto difficile promettergli di più?
EB: “Credo che lui abbia visto e capito abbastanza di noi per giungere alle sue conclusioni. E le sue conclusioni sono che crede nel nostro progetto, crede nelle persone e nelle risorse. Penso che creda che possiamo avere successo. No, sbagliato: crede che avremo successo. Anche se non ha fatto tanti giri nei giorni scorsi”.
D: Jenson Button è nell’abitacolo e Kevin Magnussen è stato messo in panchina per la stagione 2015. Potete spiegarci i motivi di questa decisione?
EB: “Per molto tempo non è stato chiaro, ma poi si è chiarito. Dovevamo scegliere una strategia per il team e la società, e abbiamo scelto Fernando e Jenson. Ma crediamo che Kevin abbia un futuro in Formula1. Credo che farà tesoro anche di quest’anno e tornerà più cresciuto guardando l’azione di due campioni del mondo”.
D: Ron Dennis ha detto che la McLaren ha la miglior coppia di piloti. Alcune persone non sarebbero d’accordo. Cosa pensa di quest’affermazione?
EB: “Abbiamo una line-up piloti in cui crediamo. Questa è la cosa più importante. Abbiamo una combinazione di carattere anglosassone e latino.. una buona combinazione. Dunque è una delle coppie migliori in pit lane”.
D: Ancora non avete annunciato un title sponsor? È una cosa un po’ inusuale per un top team..
EB: “Non posso rispondere a questa cosa. Non sono a capo di questa parte gestionale”.
D: Può delineare uno scenario verosimile per la McLaren-Honda nella prima metà della stagione 2015?
EB: “Per prima cosa, vedere la bandiera a scacchi già dalla prima gara. Sarebbe un gran passo per questa nuova tecnologia, arrivare così avanti. E poi le performance arriveranno. Siamo stati abbastanza coraggiosi da lavorare con Honda sulla performance finale di ogni parte della vettura. Dunque sappiamo di avere uno strumento performante. Ora dobbiamo assicurarci che possiamo correre e sviluppare questi strumenti per tirare fuori il meglio dalla monoposto. A quel punto avremo successo”.
D: Allora quand’è che sarete capaci di mostrare a tutti gli scettici della vostra nuova filosofia che McLaren e Honda hanno ragione?
EB: “Non ne ho idea. Abbiamo appena finito la prima tornata di test e c’è ancora molto da fare. L’impegno è enorme”.
D: Questa filosofia può fallire?
EB: “Non esiste. Dobbiamo guardare avanti”.