Superlicenza: perplessità dei piloti sul nuovo sistema di punti

Dopo l’introduzione del sistema di punteggio da utilizzare nel rilascio della superlicenza, piovono critiche da ogni angolo per la FIA.

Max Verstappen kart

L’introduzione dei nuovi parametri per ottenere la Superlicenza pare abbia creato più chiacchiericcio rispetto a quanto preventivato. Dopo la richiesta di chiarimenti alla FIA da parte di Renault, che ha subito una sorta di ridimensionamento dell’importanza dei suoi campionati, ecco che arrivano le prime critiche anche da parte dei piloti.

Tra questi troviamo anche l’ex test driver della McLaren, Gary Paffett, il quale sostiene che il nuovo sistema a punti sia ancora da perfezionare. In particolare, il pilota britannico sottolinea come non inserire il DTM fra le serie riconosciute per l’attribuzione dei punti necessaria sia uno sbaglio: “Sono d’accordo con la teoria, ma l’omissione di alcuni campionati importanti dal sistema a punti per l’ottenimento della superlicenza è piuttosto sbagliato. Quando vinsi il titolo nel 2005 ero al mio terzo anno in DTM e in quella occasione ho avuto l’opportunità reale di ottenere un volante per il campionato 2006 di F1. Con questo sistema, adesso, sarebbe stato impossibile per me correre, perché avrei corso tre anni in un campionato che non mi avrebbe dato nessun punto utile per la superlicenza”.

Anche David Coulthard ha espresso tutta la propria perplessità nel sistema di punteggio adottato dalla FIA. L’ex pilota scozzese ha affermato: “Vengono assegnati punti per un campionato che non esiste ancora e che ne prenderà molti di più di altri già esistenti”, ha sottolineato facendo riferimento al campionato di Formula 2. Il campionato FIA, sul quale si era già puntato molto in passato, era miseramente fallito a fine del 2012 e la Federazione vuole ora riportarlo in auge, proprio grazie a questo stratagemma dei punti utili alla superlicenza.

Inoltre, Coulthard ha evidenziato come questa nuova regola potrebbe creare parecchi malumori nell’ambiente: “Sono d’accordo solo al concetto base. Ma se ci fossero piloti eccezionali, non sarebbe giusto restringere loro le possibilità di arrivare in Formula 1. Non tutti riescono a completare i campionati e quindi non sono in grado di vincerli, sebbene abbiano dimostrato durante la stagione di essere più promettenti rispetto ai reali vincitori. Comunque, è chiaro che hanno creato un sistema che favorisce alcune serie a scapito di altre. Io avrei distribuito i punti in maniera diversa. Credo che alcuni campionati meritino di più”, ha concluso.

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