La proposta della Super GP2 è sempre più concreta
Mentre la stagione di F1 sta per chiudersi, nel paddock si continua a discutere sulla possibilità dell’introduzione della Super GP2.
Sembrava essere solo l’ennesima proposta stravagante di Bernie Ecclestone. Invece, quella dell’utilizzo delle “Super GP2” per riempire la griglia di partenza del Mondiale di Formula 1, sembra essere qualcosa di veramente concreto.
La proposta avanzata nei giorni scorsi sarebbe quella di prendere spunto dalla MotoGP, dove oltre ai prototipi corrono anche le moto “open”, e creare qualcosa di simile anche per la Formula 1, sfruttando come base tecnica le monoposto di GP2 Series, potenziate appositamente. “La chiara direzione in cui si sta andando è questa, perché c’è il desiderio di avere cinque team costruttori e cinque team clienti”, aveva chiarito il Deputy Team Principal della Force India, Bob Fernely.
Nelle ultime ore, proprio i piccoli team – Sauber, Force India e Lotus – hanno chiesto un incontro urgente con Bernie Ecclestone per chiarire alcuni punti della situazione. Mentre le squadre più piccole vorrebbero che si riconsiderasse una distribuzione migliore delle risorse e dei proventi dai diritti TV, dai vertici della F1 si vuole quasi far fuori i piccoli costruttori e ‘costringerli’ ad avere vetture clienti o, per l’appunto, delle GP2 modificate.
Proprio Bob Fernley, a firma della Force India e supportato da Lotus e Sauber, ha scritto una lettera inviata a Bernie Ecclestone, recapitandone una copia anche agli altri team di F1. “Dopo la riunione in Brasile, ci è parso chiaro che la Formula 1 stia spingendo per l’introduzione di vetture clienti o di Super-GP2”, si legge nella missiva. “Lo strategy Group, e questo è palese, non ha la minima intenzione di ridurre i costi. Ci rivolgiamo direttamente a voi con la richiesta di abbattere l’esborso economico ma, considerando che sarà difficile riscuotere l’interesse dovuto sotto questo aspetto, chiediamo una distribuzione più equa dei dividendi, in modo da ammortizzare le spese sostenute”.
Così, mentre Chris Horner lancia la provocazione affermando “Dobbiamo tornare ai V8”, Fernley gli fa eco sottolineando che proprio i costi delle power unit hanno messo in difficoltà le squadre più piccole. I team hanno infatti ricevuto dalla FOM tra i 54 e i 63 milioni di dollari, ma ne hanno spesi circa il 70% per i nuovi sistemi di propulsione. “Non abbiamo avuto altra scelta, siamo rimasti con il 30% della somma per costruire la vettura e pianificare una stagione con venti gare. Si fa dura quando chi detiene i diritti commerciali di questo sport si mette in competizione con i propri assistiti. Ferrari, Red Bull, Mercedes, McLaren e Williams controllano anche la distribuzione delle ricchezze e questo è causa di una cattiva situazione finanziaria”, ha tuonato Fernley.
Il timore, come nei giorni scorsi sottolineato dalla Team Principal della Sauber – Monisha Kaltenborn – è che sembra esserci un piano per eliminare i più piccoli e spartirsi ancora più soldi. Ma Sauber, Lotus e Force India non ci stanno: “Siamo in F1 in qualità di costruttori e tali vogliamo rimanere”.
Dal canto suo, Ecclestone non sembra avere nessuna intenzione di farsi da parte e gestire gli affari in maniera diversa: “Ho sempre gestito il business nel modo in cui pensavo dovesse essere organizzato. E il più delle volte ha funzionato. Questo è stato un anno terribile, uno dei peggiori, ma non mi muoverò. L’unico modo in cui il mio lavoro in Formula 1 finirà, a meno che qualcuno che abbia il potere per farlo lo decida, sarà quando mi porteranno via in una bara. E sarà meglio che si assicurino che il coperchio sia ben fissato!”. Più chiaro di così…!