Ricciardo: “Il 2014? Un anno oltre le aspettative”
Matricola Red Bull, Daniel Ricciardo ha cominciato il 2014 come apprendista del quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel. Ma questo status è durato molto poco. In un’intervista a Formula1.com, l’australiano fa un bilancio della sua stagione. E guarda al suo 2015 da prima guida a Milton Keynes…
Domanda: Daniel, qual è stata la prima cosa che hai pensato quando hai saputo che Sebastian lasciava a fine stagione e che sarai la prima guida Red Bull il prossimo anno?
Daniel Ricciardo: “Non ero molto sorpreso. Un paio di mesi fa non me lo sarei aspettato, ma più si andava avanti, più ho pensato che [Sebastian Vettel] avrebbe lasciato la squadra. Non sono stato troppo sorpreso quando è venuta fuori la notizia”.
D: Quando dici che in un certo senso te lo aspettavi, che indicazioni c’erano?
DR: “Beh, il weekend in Giappone – c’era un po’ più di tensione – non con Seb, ma in generale. Sentivo che qualcosa stava per accadere, che qualcosa sarebbe successa. Un paio di persone importanti tutte insieme in una sola volta – questo mi ha fatto pensare che stava per succedere qualcosa”.
D: Quello che è successo ti rende essenzialmente il numero uno in Red Bull, dopo appena un anno nel team..
DR: “..sulla carta, si. Ma devo nuovamente provare di esserlo in pista. Ovviamente ho messo da parte un po’ più di esperienza quest’anno e Daniil (Kvyat) arriverà in un nuovo team, ma non devo dare nulla per scontato. Vero, la gente si aspetta che io sia il leader del team, ma voglio ancora dimostrarlo in pista e finire davanti al mio nuovo compagno di squadra”.
D: Il 2014 deve essersi rivelato migliore di tutte le tue più rosee aspettative: tre gare vinte e tu come unico contendente Red Bull in lizza per il campionato. Tutto questo ha fatto bene al tuo ego?
DR: “Fa bene. Non mi monterò la testa! (ride) Serve più che altro per la fiducia. In questo senso, questa stagione ha fatto molto per me: il team ha creduto molto in me e in quello che posso fare, e questo ha rafforzato la nostra relazione. Si, quest’anno è andato oltre tutte le mie aspettative – è stato davvero bello. Me ne sono goduto ogni istante”.
D: Con l’approssimarsi del finale di stagione ad Abu Dhabi e dei suoi doppi punti, quanto di pesano i 18 punti persi in Australia per la squalifica? Matematicamente stai ancora lottando per il titolo…
DR: “Vedremo. Aver perso 18 punti mi ha molto deluso. Ma bisogna essere realisti: siamo ancora un po’ troppo lontani. Naturalmente io sto cercando di chiudere il gap in classifica [con i due piloti Mercedes, ndr] più che possibile, e se andiamo ad Abu Dhabi con soli 50 punti di scarto, con una possibilità matematica di vincere il titolo.. non sarebbe male per niente”.
D: Essere la sola speranza della Red Bull per il campionato piloti, cambierà qualcosa nella gerarchia del team?
DR: “Potrebbe. Di questa cosa dovrò parlare con Christian (Horner, Team Principal Red Bull) e con altre persone, dato che sin dall’inizio si è detto che fino a quando uno dei piloti non era matematicamente fuori dalla lotta al titolo, si sarebbe continuato a correre liberamente . Ma ora Seb è fuori dalla contesa. Ho anche detto sin dall’inizio che speravo di non dover contare sul suo aiuto, e non dico questo per essere arrogante, ma perché mi piacerebbe essere davanti e non avere bisogno di aiuti. Ma se fosse necessario, forse questa è una possibilità”.
D: E se dovessi avere bisogno di aiuto, sai di poter contare sul suo supporto?
DR: “Si. Se dovessero esserci degli ordini di scuderia, decisamente gli darei il beneficio del dubbio sul fatto che penserebbe al mio bene”.
D: Il tuo nuovo compagno sarà Daniil Kvyat, un pilota con appena un anno di esperienza in Formula 1. Saresti stato pronto dopo un rodaggio così breve ad andare in Red Bull, con tutte le aspettative e le pressioni che questo comporta?
DR: “È decisamente una grande sfida. Naturalmente posso dire che ero più preparato quest’anno, con due anni e mezzo di esperienza in Formula1, è naturale, ma se Red Bull fosse venuta a cercarmi dopo il mio primo anno e mi avesse detto: “Tocca a te”, io avrei sicuramente risposto: “Certo che sono pronto!”
D: Ma quel “pronto” sarebbe stato un buon proposito o un essere “pronto” per davvero?
DR: “Dipende da cosa intendi per “pronto”: a gestire la pressione, si. Pronto per i massimi risultati – forse ci sarebbe voluta qualche gara in più. Ma una proposta del genere è una di quelle che non si possono rifiutare”.
D: Guardando a questa stagione, quale momento ti ha reso più orgoglioso?
DR: “Difficile da dire, ma non posso negare che sia stato il Canada. La prima vittoria è la prima vittoria…”
D: Qual è stata la gara più difficile?
DR: “In Malesia. Venivamo dalla delusione di Melbourne, eravamo in quarta posizione e speravamo di portare a casa dei buoni punti, e in quel momento affrontare dei problemi seri all’ultimo pit stop e finire di nuovo con uno zero in classifica… è stata abbastanza dura”.
D: Ma da quel momento l’andamento della tua stagione ha cominciato a salire. Lo avresti immaginato allora?
DR:” Si, è salito abbastanza in fretta. Probabilmente non mi aspettavo che le cose sarebbero cambiate così in fretta – pensavo che ci sarebbe voluto più tempo”.
D: Nel tuo lato del garage Red Bull le cose sono andate generalmente più lisce rispetto al lato di Sebastian. I problemi dell’altro lato ti hanno sorpreso?
DR: “Un po’ sì. Ma, allo stesso tempo, non ci trovo nulla di strano. Talvolta non ci sono spiegazioni per quello che succede, eccetto la sfortuna. Tutto il team è fantastico, dunque non direi che i miei ragazzi sono migliori dei suoi. Lavorano tutti come una squadra”.
D: Sei conosciuto per il tuo sorriso e per il tuo incrollabile buon umore. Sarà così anche nel 2015, quando la pressione sarà tutta su di te?
DR: “Il sorriso sarà sempre lì! (ride) Mi piace quello che faccio e sono grato di poterlo fare, in particolare dopo gli eventi di Suzuka. Non puoi dare nulla per scontato qui”.