La review tecnica del Gp di Russia
Rivediamo le soluzioni tecniche viste in pista a Sochi per il primo Gran Premio di Russia nella storia del Campionato di F1.
Il primo Gran Premio di Russia ha messo a dura prova le squadre di Formula 1, tutte impegnatissime a scoprire i segreti del velocissimo circuito cittadino di Sochi ed a cercare il miglior compromesso tra tratti veloci e carico aerodinamico necessario nelle curve più lente. Pur avendo i muretti a pochissimi metri dalla pista, infatti, Sochi presenta diversi tratti in cui le velocità sono molto elevate (intorno ai 330 km/h la velocità massima registrata) e, pertanto, un’aerodinamica più scarica può fare la differenza.
Ne è prova il fatto che tutte le squadre, chi più chi meno, dalle prime prove del venerdì alla qualifica hanno gradatamente scaricato i profili alari, soprattutto al posteriore, arrivando addirittura ad utilizzare soluzioni utilizzate per il Gp del Belgio a Spa. Tuttavia, vista anche la vicinanza con il recente Gp di Giappone, non abbiamo visto grandi novità in pista, ma solo un grande lavoro, come detto, di ricerca del miglior setup velocistico.
E’ il caso della Mercedes, la quale, dopo aver montato la solita ala posteriore con il monkey seat grande (FOTO), ha optato per il profilo utilizzato a Spa, dotato del flap a tre archi ed il profilo a sbalzo fissato ai piloni in versione mini (FOTO). Tale scelta è stata dovuta alle strabilianti velocità della Williams, che si conferma una monoposto assolutamente performante dal punto di vista aerodinamico e meccanico. Tra l’altro, proprio riguardo al team inglese, va detto che a Sochi è stato ripristinato il cofano con l’apertura più grande per un migliore smaltimento di calore (FOTO).
Merita una menzione, tornando alla Mercedes, la foto scattata dai reporter di Auto Motor Und Sport che ritrae il motore Mercedes visto da dietro, con la frizione ed altri elementi in bellissima vista (FOTO). Un’immagine che rende onore alla squadra che ha pienamente meritato il titolo Costruttori, conquistato proprio a Sochi con una fantastica doppietta.
Anche la Red Bull ha seguito la strada della Mercedes (non certo con gli stessi risultati…) scegliendo profili più scarichi al posteriore; dopo una versione più carica, con il main plane dritto e monkey seat (FOTO), è stata montata da entrambi i piloti una versione più scarica, con profilo principale dotato di minor corda e minor incidenza, leggermente piegato nella parte centrale, e senza il secondo monkey seat (FOTO).
Il motore Mercedes ha indubbiamente fatto la differenza a Sochi e ne è prova il fatto che la McLaren si è trovata molto più a suo agio del solito, conquistando la quarta e la quinta posizione in gara. Anche sulla Mp4-29 si è lavorato sul carico aerodinamico e dall’ala con i bordi “mille onde” sia al main plane che al flap (FOTO), si è passati ad un profilo più scarico con il solo profilo principale dotato del bordo d’uscita ondulato (FOTO). Sempre al posteriore, inoltre, si è lavorato sulla sospensione carenata, utilizzata solo per metà (FOTO).
Tra l’altro, nel corso del weekend, abbiamo avuto modo di scoprire che a Suzuka la McLaren aveva provato l’ennesima versione di tale inedita sospensione, con il braccetto superiore dotato di una carenatura molto più corta di quella del braccetto inferiore (FOTO); tuttavia tale soluzione non è stata riproposta a Sochi.
La Ferrari sfruttato le prime due sessioni di prove libere per “studiare” in funzione del 2015: come a Suzuka, sulla F14T sono comparsi diversi sensori sia all’anteriore che al posteriore (FOTO), utili a raccogliere dati per la progettazione della prossima monoposto del Cavallino. Quanto alla configurazione aerodinamica, entrambi i piloti hanno scelto l’ala posteriore con il profilo principale dritto e sorretto da due piloni (FOTO), utilizzato anche in Giappone.
Tra le altre squadre, la più interessante è stata certamente la Toro Rosso, della quale abbiamo potuto apprezzare meglio il nuovo muso ed in particolare il sistema “S-duct”, che, come nel caso della Red Bull, si alimenta da una presa d’aria posta al di sotto del musetto (FOTO). Di particolare interesse, poi, è il cestello dei freni posteriori, ora rivestito di un particolare materiale dorato (FOTO). Difficile dire se tale pellicola serva a trasferire maggior calore o ad isolare il cestello impedendo la dispersione di calore; tra le due opzioni, però, sembra più plausibile la seconda, con la pellicola che servirebbe proprio ad isolare il cestello e ad evitare un raffreddamento repentino dei freni, garantendo una temperatura di funzionamento più costante.
Chiudiamo con Lotus e Sauber, anch’esse passate da una configurazione aerodinamica più carica ad una volta a ridurre la resistenza aerodinamica (ed il carico) e ad ottenere velocità più alte (FOTO). Degna di nota, infine, è la notizia dell’arrivo dei motori Mercedes per la Lotus a partire dal prossimo anno.