Le pagelle del Gp di Gran Bretagna, God save Lewis

Mercedes fa, Mercedes disfa. Nel più storico tra i tracciati storici della Formula1, Lewis Hamilton approfitta del ritiro di Nico Rosberg per andare a prendere la vittoria di casa che riapre il campionato. Accanto sul podio ha l’incredibile Valtteri Bottas e un Daniel Ricciardo sempre più maturo. Ma a dare spettacolo nei curvoni veloci del circuito inglese sono due vecchi volponi: Sebastian Vettel e Fernando Alonso si scornano per il quinto posto come se non ci fosse un domani. Ed è questa la Formula1 che ci piace.

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LEWIS HAMILTON 10 – Dopo l’errore di valutazione nelle qualifiche di sabato archivia con un ammirevole bagno di umiltà (“Nessuna colpa degli ingegneri, sono io a non azzeccare mai una scelta…”) le paturnie che trascina da un mese e mezzo: domani è un altro giorno. Scatta dalla sesta posizione con un balzo felino piazzandosi quarto dietro le due McLaren e, alla ripartenza dopo la bandiera rossa, fa valere la nettissima superiorità della W05 Hybrid passando Magnussen e Button con una facilità disarmante. Entra in modalità “caccia grossa”. L’obiettivo, Nico Rosberg, è lì, a 6 secondi. Rosicchiare questo abisso è un’impresa difficile, ma lui si avvicina. Un pit stop impietoso butta tutto il suo lavoro alle ortiche ma, appunto, “domani è un altro giorno”, e la domenica di Silverstone è tutta di Lewis Hamilton: con le gomme Orange Hard, sulla carta meno prestazionali, gira ad un ritmo impressionante (sua la tornata più veloce della gara: 1’37’’176) e si riporta a 2 secondi dal compagno di squadra. Il guasto di Rosberg gli rende tutto molto più semplice. Ma state certi che, con la voglia di rivalsa che aveva in corpo, l’avrebbe preso comunque. ISPIRATISSIMO

VALTTERI BOTTAS 10 e lode –  Il bello e il buono di una Williams patologicamente sfigata. Con una FW36 che tira fuori un passo gara che non ti aspetti, il giovane finlandese è protagonista di una cavalcata trionfale che lo porta sul secondo gradino del podio, il miglior risultato della sua carriera. Dopo il dramma di sabato, scatta quattordicesimo e approfitta magistralmente del caos causato dall’incidente di Raikkonen: quando viene esposta la bandiera rossa è già nono. Ma il bello deve ancora venire. Con un treno di gomme medie nuovo parte di gran carriera: in pochissimi giri si sbarazza di Daniil Kvyat, di Daniel Ricciardo, di Nico Hulkenberg, delle due McLaren (bellissimo il sorpasso su Button). Si ritrova secondo e inizia a gestire: si ferma solo al giro 32 a cambiare gomme. Non sbaglia nulla. Il quinto posto in classifica piloti non fa che confermare una crescita mentale che da inizio anno è stata IMPRESSIONANTE

DANIEL RICCIARDO 8,5 – Non è lui che ci si sarebbe aspettati di vedere sul podio. Dopo che il box stecca la qualifica in Q3, costringendolo a un’ottava posizione in griglia che lo rammarica, l’australiano ci mette una pezza, costruendosi in itinere, con il suo ingegnere, una strategia vincente su una sola sosta. Niente eroismi nella sua domenica britannica: la chiave del suo successo sta nella gestione del set di gomme medie che tira per un’eternità (36 giri) fino alla bandiera a scacchi. OCULATO

JENSON BUTTON 8,5 – Nel weekend del Pink4Papa, l’emozionatissimo veterano del Circus regala al papà John che lo guarda da lassù un bel risultato: una splendida seconda fila al sabato e un ottimo quarto posto nella gara di casa. Jenson scatta benissimo al via; sfrutta il potenziale su rettilineo della sua power unit Mercedes per chiudere la porta in faccia a un Fernando Alonso che sembra averne di più: costruisce una delle sue usuali gare caparbie con stint lunghissimi, in attesa di sferrare la zampata finale. Con gli pneumatici di Ricciardo in crisi nera, gli ultimi giri regalano il miraggio di un podio: Button ci crede e parte con la rincorsa. Giunge alla bandiera a scacchi a 8 decimi dall’australiano. Il GRANDE CUORE del pilota inglese è il valore aggiunto di una McLaren apparsa in netta ripresa.

SEBASTIAN VETTEL 7 – Per lo show offerto insieme a Fernando Alonso, più che per la sua gara. Con quel “debuttante” del suo team-mate ancora davanti, addirittura sul podio, Vettel è, per sua stessa ammissione, il vero deluso di giornata. In un’annata di vacche magrissime, spreca la prima fila con una partenza disastrosa, in cui perde tre posizioni. Ma a condannarlo è la strategia, più frutto della sua gestione degli pneumatici, che di colpe intrinseche della squadra: le due soste non perdonano. Non perdona neanche Fernando Alonso, che lo frena per un’eternità lunga 13 giri. Alla fine il campione del mondo in carica la spunta con un sorpassone da applausi, ma Button è già scappato. CORRUCCIATO

FERNANDO ALONSO 7,5 –  Il Matador è tornato, anche se più pasticcione del solito. Con una F14T apparsa a suo agio nei curvoni veloci di Silverstone, Alonso regala una bella rimonta che va oltre le generiche aspettative di “punti” avanzate dopo il disastro delle qualifiche, ma la condisce con un’ingenuità imperdonabile per un pilota della sua esperienza: sbaglia a posizionare la vettura in griglia, laggiù, nella sedicesima piazzola. La sciocchezza gli costa uno stop&go di 5 secondi (e gli è andata bene…), ma tutto sommato gliela si può perdonare: bella la scalata della classifica nella prima parte di gara, quando con gomme nuove e ritmo incalzante (per qualche giro è il più veloce dopo le Mercedes) passa Gutierrez, Sutil, Bianchi, Kvyat, Ricciardo, Hulkenberg, Magnussen. Bellissimo il duello con Sebastian Vettel: resiste agli assalti con una cattiveria agonistica di altre annate, prima di cedere e dimostrare che il ritmo della sua F14T è in caduta verticale. Dirà a fine gara: “Avevamo un deficit di due secondi al giro. Avevamo un problema legato all’aerodinamica e stavamo anche pensando di ritirare la vettura. Eravamo frutta matura”. C’è da crederci? Chissà. Tuttavia, per l’ennesima volta, Fernando si carica sulle spalle la squadra e MANDA AVANTI LA BARACCA

KEVIN MAGNUSSEN 6,5 –  Il danesino si conferma un enfant terrible al sabato, quando tira fuori l’ennesima buona qualifica. Manca però di spessore in gara. Parte bene, Kevin, scartando Hulkenberg e Vettel. Tuttavia i nervi non gli reggono nei momenti salienti, e appena alle sue spalle si palesano mostri sacri come Hamilton e Alonso, quasi rinuncia a combattere (sarà per non ripetere i crash rovinosi di inizio stagione?) Nel finale di gara avrebbe tutte le carte in regola per approfittare della lotta tra Vettel e Alonso, ma, a differenza del suo compagno Button, che negli ultimi giri tira come un treno, non trova il ritmo. ACERBO

NICO HULKENBERG 5,5 –  La Force India non balla per niente sui corti rettilinei di Silverstone, e si vede. La domenica di Nico Hulkenberg non è facile: scatta male al via (da quarto si ritrova sesto) e, nonostante l’usuale atteggiamento coriaceo nei confronti di chi lo insegue, nulla può contro i vari Bottas, Alonso, Ricciardo, Vettel. Senza la velocità di punta assassina della VJM07 non si canta messa. Ma il tedesco si porta a casa comunque quattro punti. OPACO

DANIIL KVYAT 6,5 –  Il giovane russo conferma di avere una MATURITA’ che va ben oltre i suoi 19 anni. La sua missione del fine settimana è perfettamente compiuta: non solo va a punti, ma finisce anche davanti al compagno di squadra, sia in qualifica che in gara.

JEAN-ERIC VERGNE 6 – Brivido iniziale per il francesino della Toro Rosso, che nelle primissime battute di gara ha un incontro ravvicinato con Sergio Perez. Con lui piomba nelle retrovie (alla ripartenza è 18esimo), ma riesce a tenerselo dietro le spalle e ad aggrappare un punticino che per la Toro Rosso è importantissimo.

SERGIO PEREZ 5 – Weekend nero per Checo. Nelle battute finali della qualifica prende per un nulla la bandiera a scacchi, senza potere migliorare un settimo posto che gli va strettissimo. Parte male, si scontra al via con Vergne e deve ricominciare tutto da capo dal fondo. Il primo stint sulle gomme Orange Hard è una sofferenza e, come se non bastasse, la sua vettura ha enormi problemi di assetto. Chiude A BOCCA ASCIUTTA

ROMAIN GROSJEAN  5,5 – E’ ancora il sopravvissuto della Lotus, ma quanta fatica per arrivare dodicesimo. Allo start un problema all’accensione provoca un calo di potenza nella sua E22 che lo fa piombare in fondo al gruppo; evita la carambola provocata dall’incidente di Raikkonen, ma si becca dei detriti nella visiera. Tira fino al traguardo, mostrando un ritmo discreto nel finale sulle gomme medie. “Siamo arrivati vicini ai punti”, dice a fine gara. INGUARIBILE OTTIMISTA

NICO ROSBERG 10 e lode. Al leader della classifica iridata non si può rimproverare nulla, né per la condotta di gara, né sul fronte dell’atteggiamento. Conquista una pole position che è tutta frutto della sua caparbietà (alla fine citerà Michael Jordan: “Sbagli il 100% dei canestri che non provi”). Alla domenica scatta benissimo, prende il largo e tenta la fuga. Ma un fantasma apparso nell’installation lap fa di nuovo capolino dopo il primo pit stop: il cambio fa le bizze. Al giro 27 la sua W05 Hybrid rimane fissa sulla sesta marcia. Rosberg si ferma sull’erba, allontana stizzito gli steward, tenta di resettare il sistema uno, due volte. Non c’è niente da fare. Sabato aveva anche detto: “Devo approfittare di questo momento in cui le cose girano al meglio, perché non andrà sempre così”. PROFETICO

KIMI RAIKKONEN 2 – Passa buona parte del venerdì e del sabato a lamentarsi del fatto che “la macchina non va dritta neanche su rettilineo”. Il suo Gp di Gran Bretagna dura circa 30 secondi: il tempo di tentare una traiettoria impossibile che lo manda fuori pista e un arrembaggio ancora più impossibile per rientravi. Se vai a 300 orari sull’erba e becchi un dosso è abbastanza plausibile che finirai per perdere il controllo della vettura. Ice Man rimedia uno spaventoso botto contro le barriere a 47G e diventa, suo malgrado, una scheggia  impazzita. Alla fine ha quantomeno il buon senso di chiedere come sta Felipe Massa, vittima incolpevole della sua INCOSCIENZA. Arrivati a metà campionato, Kimi Raikkonen non solo non c’è con le prestazioni, ma sembra non esserci soprattutto con la testa.

FELIPE MASSA S.V. –  Gran botto al venerdì in una curva maledetta, la Stowe. Qualifiche buttate alle ortiche al sabato. Start disastroso alla domenica, causa frizione. Tentativo inutile di evitare la F14T di Raikkonen che arriva nella sua traiettoria come un missile. Con una Williams potenzialmente in grado di regalare ritmo e potenza pura, per il 200esimo Gp della sua carriera il brasiliano avrebbe meritato di più. UN ABBRACCIO SINCERO

 

ALONSO VS VETTEL 10 –  Si lottava per una modestissima quinta posizione, ma il testa a testa tra Fernando Alonso e Sebastian Vettel (durato dal giro 34 al giro 47) è sembrato un duello rusticano combattuto per salvare l’onore di un’intera carriera. La battaglia ad armi pari che ci si aspettava da un lustro è stata una lotta giocata sull’asfalto e sul filo dei nervi. Mentre mettevano su un teatrino di team radio al veleno di accuse reciproche, Fernando e Sebastian se le davano di santa ragione, il primo sbattendo la porta in faccia innumerevoli volte al campione del mondo in carica, il secondo piazzandosi negli scarichi della Ferrari tipo segugio e provandoci a ogni giro. Alla fine l’ha spuntata Vettel, con una manovra da manuale, cominciata alla Brooklands e finita, dopo un ruota e ruota di tre curve, alla Copse. OVAZIONE

GP GRAN BRETAGNA 9 – La lunghissima attesa postprandiale per la ripartenza dopo la bandiera rossa ha messo alla prova anche i più forti. Ma ne è valsa la pena. Silverstone ha regalato un weekend brillante, pieno di colpi di scena e belle manovre.

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