Le pagelle del Gp di Spagna: Lewis, olé!
La Mercedes sbanca anche in Europa: Lewis Hamilton stacca il poker e si prende la testa della classifica iridata, con buona pace del compagno Nico Rosberg. A rinvigorire una corsa tramortita dalla scuderia di Stoccarda ci pensa Sebastian Vettel che, contro la sfiga nera che perseguita la sua RB10, sfodera una rimontona da applausi. Tra una Ferrari in alto mare e una McLaren in crisi nera, appare come un miraggio una Lotus: Grosjean, ottavo, manda per la prima volta a punti la scuderia di Enstone in questo 2014.
Lewis Hamilton 10 – In un circuito tecnico che, sulla carta, avrebbe dovuto lievemente livellare le prestazioni tra la W05 (ribattezzata) Hybrid e il resto del mondo (pietosa utopia…), il pilota inglese si porta a casa una gara sofferta e giocata a distanza con due avversari: il proprio compagno di squadra, che sul finale torna sotto prepotente, senza mai rappresentare davvero un pericolo; la paura che qualcosa vada storto: ossessivo il dialogo coi box alla ricerca di “aiuto”, nevrotico il bisogno di avere una vettura perfetta in tutti i frangenti. Ma alla fine Hamilton la spunta. Contro Rosberg, contro il graining sulle gomme, contro se stesso. Va a vincere in Spagna per la prima volta nella sua carriera e conquista l’agognata testa della classifica. CONFERME che arrivano dopo tanti, troppi bocconi di fiele.
Nico Rosberg 7,5 – Nonostante tutti i buoni propositi, in prova non la spunta; allo start neanche. Non gli resta che inseguire, di nuovo. Sfrutta la sua guida gentile per limitare i danni durante la parte centrale della gara, quando monta gli pneumatici meno performanti. Sferra l’assalto nella parte finale della corsa, quando recupera, giro dopo giro, tutto il distacco dall’imprendibile compagno di squadra. “Non ero abbastanza veloce oggi, Nico lo era più di me”, dirà proprio Hamilton nel dopo gara. Vero. Ma a Rosberg è mancato di nuovo quel quid, quel pizzico di cuore e incoscienza che ti fa sferrare l’attacco disperato quando sai che non hai più nulla da perdere: per lui arriva un secondo posto, l’ennesimo. “Forse, con un altro giro in più, avrei potuto tentare il sorpasso”. CON I SE E CON I MA… si perde la testa del mondiale.
Daniel Ricciardo 8,5 – Non ci si stupisce più a vederlo lì, tra i grandissimi. La RB10 del sorriso più smagliante del Circus sembra decisamente in gran forma sul passo gara al Montmelò, anche se Ricciardo si complica un po’ la vita: una lieve pattinata allo start gli fa perdere la terza piazza occupata in griglia, a favore di Valtteri Bottas. Il finlandese è inespugnabile. La sosta anticipata al 14esimo giro, però, gli consente l’undercut. Ed è nella parte centrale della gara che Ricciardo fa un silenzioso miracolo: 31 giri su gomme medie. Alla fine arriva il premio: il podio (stavolta tutto suo) e una soddisfazione che ripaga, almeno in parte, tutto il bello e il buono compiuto in questo inizio di stagione. Le Mercedes sono ancora imprendibili, ma se Chris Horner avesse ragione… CONTINUA A SORRIDERE, Daniel
Sebastian Vettel 10, lode e pacche sulle spalle – Una sessione saltata al venerdì; una qualifica mandata alle ortiche dall’ennesimo problema tecnico, a cui aggiungere 5 posizioni di penalità per aver sostituito il cambio. Il campione del mondo in carica parte quindicesimo, con il gatto nero di Mark Webber appollaiato sulla spalla destra. Sembra spacciato. Ma nelle primissime fasi di gara la dea bendata si ricorda di lui e lo grazia in un contatto con Magnussen. Allora Seb suona la carica: per sbarazzarsi dei carrozzoni di centro classifica sceglie subito la tattica delle tre soste, si ferma ai box prestissimo e si libera immediatamente dello stint su gomme dure. Sarà la mossa azzeccata. La sua remuntada lascia tante vittime in pista, alcune eccellenti: Magnussen e Massa; Grosjean e Alonso nel valzer dei pit stop; Raikkonen e, proprio sul finale, Bottas. Giunge quarto al traguardo, ruggendo. IMMENSO
Valtteri Bottas 8 – Invisibile in tutte le prove libere di questo Gp di Spagna, il finlandese, con quel suo fare un po’ sornione, dà la zampata ferale quando meno te l’aspetti. Tira fuori un giro pazzesco in Q3 che gli vale la quarta posizione e conferma le doti da velocista della sua Williams FW36. In gara approfitta dello svarione al via di Ricciardo e artiglia il podio virtuale. Non lo molla neanche per un istante, tanto che l’Aussie è costretto a rientrare ai box per avere la meglio su di lui. Poco può contro le due Red Bull, ma sul traguardo arriva un quinto posto che lo porta a quota 34 in classifica e mette più di un puntino sulle “i” nella dinamica interna con quel permalosone di Felipe Massa. LEONCINI crescono
Fernando Alonso 6 – La cautela mostrata nella conferenza stampa di giovedì sulla speranza di vedere una Ferrari a podio non era pretattica: era puro realismo. Gara di casa difficilissima per El Matador. Le qualifiche, per la F14T che ritrova un po’ di velocità di punta, sono una sofferenza indicibile proprio dove non ti aspetti: nella parte mista del tracciato. La corsa dell’asturiano, poi, è giocata tutta in difesa, con una strategia che sembra rimodulata in corsa per evitare sgambetti avversari. Potrebbe essere foriero di spunti interessanti il testa a testa con Raikkonen, ma si gioca più sulla corsia box, che in pista. Che ci sia reale possibilità di andare oltre le timide scaramucce catalane? VEDREMO A MONTECARLO…
Kimi Raikkonen 6 – “Chi ha deciso queste chiamate ai box?”. Kimi Raikkonen comunica poco e generalmente a voce bassa, ma nel weekend catalano perde l’abituale ieraticità e non si nasconde dietro a un dito: “la macchina è lenta”. È guardando alle sue reazioni immediatamente successive al Gp di Spagna che si percepisce il clima che si respira in Ferrari. Con una F14T che per tutto il weekend scoda come un’indemoniata, Ice Man tira fuori una prestazione migliore di quanto ci si aspetti in qualifica. Difende il sesto posto con una caparbietà encomiabile dal ritorno del compagno di squadra, lievemente più veloce sul passo gara. E’ il fuoco amico del box a colpirlo: la strategia su due stop non va. Arriva alla seconda sosta praticamente sui copertoni. Non gli resta che lasciare la sesta piazza e, quasi alla bandiera a scacchi, farsi anche rabbiosamente doppiare. Il feeling con la creatura del Cavallino Rampante non c’è (e come potrebbe…). C’è da chiedersi quando si arriverà ai ferri corti anche con il team. DELUSO
Romain Grosjean 8 – E’ l’eroe morale del Gp di Spagna 2014. Con una Lotus che quest’anno veste i panni dell’Armata Brancaleone, Romain non si limita semplicemente a portare a casa la sua E22. La porta a punti. E lo fa tenendosi dietro due clienti non proprio teneri: Sergio Perez e Nico Hulkenberg. Con un sorriso che questo fine settimana è più radioso di quello di Ricciardo, il francese di Enstone costruisce il suo ottavo posto mattoncino dopo mattoncino, partendo dalle prove, dove trova un quinto tempo che sa dell’incredibile. Parte bene e, per la primissima parte di gara, tiene la piazza viaggiando sullo stesso passo delle Ferrari. Sulla lunga distanza deve cedere loro il passo. Ma è comunque il SALVATORE DELLA PATRIA
Sergio Perez 6,5 – Su un circuito proibitivo per la VJM07, il messicano si porta a casa il trofeo interno di casa Force India, sopravanzando in pista il compagno di squadra. Partendo fuori dalla Top10, l’obiettivo di andare a punti è perfettamente centrato, per la gioia del buon Vijay Mallya, che parla di “risultato sorprendente” in un weekend affrontato senza pretese. TIENE BOTTA
Nico Hulkenberg 6 – “Finire nei primi dieci è stata una sorpresa molto positiva”. In un fine settimana in cui il torello tedesco deve vedersela con un degrado assassino sulle sue gomme, il meglio che può fare è tenersi dietro le McLaren e artigliare l’ultima piazza utile per i punti. COSTANTE
Jenson Button 4,5 – Continua la fase nera del portacolori della scuderia di Woking. Spreca un’ottava posizione in griglia -che visto il periodo nero della McLaren avrebbe potuto rappresentare un buon investimento- con una partenza scellerata, che lo fa piombare tredicesimo. Non lesina sportellate nei confronti del giovane compagno di squadra, ma la voce grossa dura poco. A fatica, ha la meglio sulla Sauber di Gutierrez. Ma la sua gara è tutta lì. Un trascinarsi stanco verso la bandiera a scacchi, con le gomme medie che proprio non collaborano. APPANNATO
Kevin Magnussen 4,5 – Il giovane danese, reduce da una qualifica difficilissima funestata da problemi al motore, non sembra perdere la propensione all’harakiri nelle prime fasi di gare. Obiettivo privilegiato, sembra, sempre gli ex-campioni del mondo (chiedete un po’ a Kimi Raikkonen…). Così, dopo aver osato troppo nei confronti di Jenson Button (tanto da finire fuori pista), rientra a bomba rischiando il crash contro Sebastian Vettel. Per sua fortuna danneggia solo l’ala. Ma non è tutto da buttare. La sua gara si gioca su Daniil Kvyat e stavolta è lui a spuntarla, alla lunga. Banditi i facilissimi entusiasmi dell’esordio, il giovanissimo danese FA ESPERIENZA
Felipe Massa 4 – Con una vettura capace di una seconda fila e di un quinto posto, Felipe Massa chiude il proprio Gp di Spagna tredicesimo, schermandosi così: “La strategia su tre soste avrebbe funzionato se avessi trovato pista libera nel primo stint”. Eppure, guardando quanto fatto dal brasiliano, sembra che la cifra di un weekend fallimentare stia tutta in un dosaggio sbagliato delle proprie forze. In qualifica, Massa fa tutto bene, tranne il giro che conta, che lo relega nono in griglia. In gara, tiene botta per la prima metà della corsa, ma, complice un degrado folle delle gomme, prende la strada delle retrovie e non riesce più a trovare la via di uscita. Intanto la sensazione che prende sempre più corpo è che… VALTTERI IS FASTER THAN YOU, Felipe
Red Bull 9 – Nel weekend che conferma lo strapotere Mercedes, i Tori di Milton Keynes sembrano gli unici a poter sperare di trovare quel cambio di passo che dia un senso diverso a un mondiale che, dopo cinque gare, sembra già una corsa monocolore a due.
Ferrari 3 – Si lavora tanto, si portano aggiornamenti, ma i risultati non arrivano. Così, mentre ancora si cerca di ritrovare il bandolo di una matassa sempre più ingarbugliata, la stagione 2014 sembra aver già imboccato quella pericolosa strada del non ritorno che, anno dopo anno, arriva sempre prima. E agli annunci di progetti rivoluzionari in capo a un mese, si fa sempre più fatica a crederci.
Gp di Spagna 5 – Ringraziamo Sebastian Vettel per aver dato un po’ di brio ad una gara sonnacchiosa dall’esito già scritto.