Flowgate, oggi è il giorno della verità: l’udienza a Parigi
La Red Bull Racing si appresta oggi a discutere del caso “Flowgate” che ha portato alla squalifica di Daniel Ricciardo dal Gran Premio d’Australia a Melbourne. La Corte d’Appello del Tribunale Internazionale della FIA deciderà se confermare la squalifica o assegnare nuovamente il secondo posto alla squadra anglo-tedesca.
Ci avviciniamo al quarto appuntamento della stagione 2014 di Formula 1, il Gran Premio di Cina. Ma oggi, tutte le attenzioni sono concentrate a Place de la Concorde – a Parigi – sede della Federazione Internazionale dell’Automobile. Il Tribunale della Corte d’Appello discuterà oggi del caso “Flow-Gate” che ha portato alla squalifica della Red Bull numero 3 di Daniel Ricciardo dal Gran Premio d’Australia.
Sono passate quattro settimane e sono stati disputati altri due GP e le classifiche non possono ancora considerarsi definitive. Solamente nella giornata di oggi, una volta emessa sentenza dal tribunale della FIA, capiremo quali saranno le classifiche ufficiali dopo queste prime tre tappe del campionato.
Quello che si disputerà oggi in aula sarà un vero e proprio braccio di ferro tra la FIA e la Red Bull Racing. In mezzo ci sarà il famigerato flussometro, ossia il misuratore di flusso istantaneo del carburante che è incaricato di far rispettare il regolamento tecnico che indica in 100 Kg/h il flusso di carburante immesso nel motore, a 10.500 giri.
Nel corso del Gran Premio d’Australia, la Red Bull ha avuto diversi problemi con quel sensore. Già dalle prove libere del venerdì, il sensore restituiva valori fuori dalla norma ed era stato sostituito. Dopo aver riscontrato problemi durante le qualifiche, sulla RB10 del pilota australiano si è montato il sensore usato al venerdì, a cui era stato applicato un offset. Ed è proprio da questo particolare che è poi scaturita la verifica del team che ha riscontrato una significativa discrepanza tra i dati che restituisce il sensore omologato dalla FIA con quelli della squadra stessa.
E’ emerso che, durante la gara, la Federazione ha avvertito la Red Bull di star superando i limiti imposti dal regolamento, ma il muretto del team di Milton Keynes riteneva che i dati erano corretti. Pertanto, Ricciardo ha avuto modo di concludere la gara e terminare al secondo posto in classifica, prima di essere però squalificato per l’irregolarità della vettura. La FIA, diramando un comunicato, ha dunque specificato che “la vettura numero 3 ha costantemente superato il flusso massimo di carburante consentito, pari a 100 Kg/h”.
La Red Bull, però, è convinta della propria innocenza e decide di ricorrere in appello. Chris Horner – team boss della squadra austriaca – ha recemente detto: “Dopo che sono state disputate altre gare, le questioni a riguardo sono diventate più evidenti e nuove prove sono venute alla luce. Quindi speriamo di poter presentare il nostro caso in modo equo e ottenere nuovamente il secondo posto di Melbourne che Daniel si merita”.
La Red Bull non è stata l’unica squadra a rilevare problemi con i misuratori del flusso di benzina, ma nessuno come loro ha provato a sfidare in grande stile l’organo che gestisce le regole. Un tentativo molto politicizzato di voler modificare le regole? Probabile. Ma se andrà in porto, dovrà deciderlo la Corte d’Appello della FIA. In giornata è atteso un verdetto.