F1 Story | Malesia 2009, Button trionfa nel diluvio di Sepang
Jenson Button trionfa nell’edizione 2009 del Gran Premio di Malesia, interrotto dopo 30 giri a causa di un diluvio che rese impraticabile la pista.
Anno controverso il 2009 della Formula 1. La rivoluzione aerodinamica imposta dalla Federazione aveva costretto tutte le scuderie a fare i conti con la riduzione di carico aerodinamico imposta e, come da tradizione in questi casi, la classica zona grigia del regolamento si trasformò nel colpo di genio al limite della regolarità.
Tre scuderie – Brawn Gp, Toyota e Williams – avevano infatti adottato il famigerato doppio diffusore che consentiva un grip posteriore inarrivabile per il resto della concorrenza. Un’interpretazione regolamentare intelligente e al limite che, una volta avuto il via libera della Federazione, ha costretto gli avversari ad adeguarsi.
Così, dopo una clamorosa vittoria nell’inaugurale Gran Premio di Australia, Jenson Button riuscì a ripetersi anche nel seguente appuntamento in terra malese.
Nelle qualifiche la “banda del buco” riuscì a conquistare le prime posizioni dello schieramento con Button autore della seconda pole position consecutiva davanti alla Toyota di Trulli. La seconda Brawn affidata a Rubens Barrichello conquistò la quarta posizione davanti al duo tedesco formato da Timo Glock su Toyota e Nico Rosberg su Williams, mentre l’unico intruso in questa compagnia fu Sebastian Vettel su Red Bull, vettura molto competitiva seppur priva del double decker.
La partenza avvenna su pista asciutta, ma all’orizzonte nubi cariche di pioggia minacciavano il tracciato.
Il via vide Rosberg scattare come una molla e portarsi subito al comando, seguito da Trulli e Button. Il terzetto riuscì a creare un discreto margine sul gruppo degli inseguitori e Nico, in giornata di grazia, si trovò a gestire un vantaggio di tre secondi sui due diretti rivali. La Ferrari di Raikkonen si trovava in una anonima sesta posizione e combatteva contro la Renault di Alonso, fino a quel momento lumaca del gruppo per via del notevole quantitativo di benzina che lo costringeva a remare con una monoposto dalla direzionalità preoccupante.
Il finlandese, sbarazzatosi dopo molte tornate dello spagnolo, trovò un ritmo soddisfacente per le qualità della modesta F60, anche se le speranze di conquistare un podio erano di difficile realizzazione se non grazie all’intervento di Giove pluvio. Guardando le cupe nubi che si addensavano all’orizzonte, il muretto rosso tentò la mossa della disperazione. Giro 18: Raikkonen venne chiamato ai box per il cambio gomme ed il rifornimento. I meccanici, tra lo stupore generale, montarono sulla rossa numero 4 le gomme da bagnato estremo nella speranza che la pista si inondasse di acqua in pochi minuti.
Kimi uscì dalla corsia dei box ed affrontò non senza difficoltà le curve del tracciato malese, ancora perfettamente asciutte. Il finlandese si trovò ad affrontare 4 giri di passione, costretto a lottare con gomme inadeguate ed a subire le sverniciate di tutta la concorrenza. L’azzardo Ferrari non aveva pagato, o meglio, il jolly giocato dalla scuderia di Maranello era stato giocato con troppo anticipo, ma cercando di massimizzare i tempi di sosta dovuta al carburante residuo sulla vettura di Raikkonen.
La pioggia arrivò solo al ventiduesimo giro. Poche gocce che inumidirono l’asfalto rovente e consentirono a Timo Glock, autore di un tempestivo cambio di gomme intermedie, di risalire le posizioni in classifica e ridare splendore al suo talento offuscato dal celebre sorpasso di Hamilton nel Gran Premio brasiliano dell’anno precedente.
La pioggia che cadeva inizialmente con poca intensità si trasformò, al giro 30, in una vera e propria tempesta che rese il tracciato un luogo adatto ad una gara di motonautica più che di Formula 1. Il più lesto ad approfittare delle mutate condizioni meteo fu Button che, da gran maestro della pioggia, prese il comando della gara davanti al sorprendente Heidfeld su BMW ed al citato Glock su Toyota.
Le monoposto giravano a velocità da tangenziale all’ora di punta, con i piloti attenti a non premere troppo sull’acceleratore per evitare di finire la propria gara a bordo pista. Non fosse stato sufficiente l’allagamento del tracciato, anche la scarsa visibilità – con la gara giunta ormai all’ora del tramonto – spinsero gli organizzatori a dire basta con lo sventolio delle bandiere rosse. Troppo pericoloso correre in quelle condizioni di aderenza precaria e di visibilità praticamente inesistente.
Dopo un’ora e 30 giri percorsi le monoposto si trovarono ferme sul rettilineo principale, con i piloti che, ancora dentro l’abitacol. furono avvisati che lo spettacolo offerto poteva bastare.
Button si trovò, per la prima volta in carriera, a festeggiare una vittoria dimezzata nel punteggio direttamente nel cockpit della propria vettura, circondato dall’abbraccio dei meccanici, mentre il duo tedesco Heidfeld – Glock, con le tute ormai zuppe, completò il podio.
Quella seconda vittoria stagionale consentì a Button di volare in classifica con venti preziosissimi punti che, alla fine della stagione, furono fondamentali per la conquista del titolo iridato.