Red Bull: Marko ottimista, ma la RB10 si ferma ancora

Helmut Marko ha rivelato che alcuni uomini Red Bull sono a Viry per lavorare alla power unit Renault ed eliminare i guasti. Oggi però la RB10 si è fermata ancora causa surriscaldamento

red-bull-rb10Oggi a Sakhir è iniziata l’ultima sessione di test invernali 2014, ovvero l’ultima prova che definirà la struttura dei V6 turbo (che poi saranno congelati nello sviluppo) e l’ultima occasione per i team di preparare le vetture per il debutto di Melbourne.

Dopo i primi test andati in scena a Jerez de la Frontera e a Sakhir, sempre in Bahrain, i team motorizzati Renault sembrano le realtà più in difficoltà dell’intero “Circus”. 

La power unit progettata e realizzata dalla Renault Motorsport F1 ha generato numerosi problemi ai team equipaggiati dal V6 transalpino e, molti di essi, devono essere ancora risolti. Nonostante l’avvio disastroso, Helmut Marko – super consulente del team Red Bull – ha dichiarato alla Bild di essere fiducioso per l’ultima sessione di test, spiegando i motivi di questo suo ottimismo.

Abbiamo mandato una nostra task force di ingegneri a coadiuvare quelli della Renault per cercare di risolvere i problemi di natura elettrica ai propulsori turbo. Insieme abbiamo appena finito di riprogrammare il software delle unità propulsive e questo si è reso necessario perché Renault ha iniziato più tardi di Ferrari e Mercedes a produrre i sistemi di recupero energia che dovranno sovralimentare il motore per alcuni spezzoni di ogni giro“, ha dichiarato Marko.

Anche Rob White, direttore responsabile Renault Motorsport, si è espresso nei medesimi termini di Marko. “Non siamo ancora dove vorremmo essere e non siamo fedeli al programma stilato settimane fa ma sono anche convinto che la strada intrapresa in questi giorni sia quella giusta. Potremo eliminare i problemi nei prossimi giorni“.

Se nel corso di questa mattinata la RB10 è risultata abbastanza costante, riuscendo a compiere trentotto giri, nel pomeriggio Daniel Ricciardo non è riuscito a scendere in pista, se non per un brevissimo installation lap a due minuti dal termine della giornata di prove. La monoposto di Milton Keynes ha palesato ancora una volta i medesimi problemi rivelatisi nelle scorse settimane. Il retrotreno della monoposto progettata da Newey produce una grande quantità di calore, che però non riesce a essere dissipato a sufficienza per permettere il corretto ricircolo di aria ed evitare guasti. La Red Bull si è presentata in Bahrain con nuove aperture nella zona a “coca cola”, proprio per permettere all’aria calda di abbandonare il retrotreno della vettura, ma ogni tentativo sin’ora realizzato è risultato vano.

Non solo. I problemi elettrici legati al pacco batterie e alle centraline sembra perdurare, nonostante Renault sia al lavoro da settimane per eliminare gli inconvenienti alle componenti sopracitate. Il vero problema risulta essere la “dead line” imposta dalla FIA, ovvero una data in cui tutti i motoristi dovranno presentare il progetto finale dei rispettivi propulsori, che verranno poi congelati senza alcuna possibilità di modifica.

La situazione è curiosa, perché se Renault dovesse arrivare alla data stabilita senza aver risolto i propri guai al motore, non potrebbe garantire a Red Bull, Lotus, Toro Rosso e Caterham l’affidabilità che i team necessitano per competere in Formula Uno. L’unica via sarebbe quella di una deroga da parte della Federazione Internazionale, ma i team avversari potrebbero opporre forte resistenza, soprattutto dopo la deroga ottenuta qualche anno fa proprio dalla Renault e che poi aprì l’epopea della Red Bull negli ultimi quattro anni.

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